Due vittorie in Uganda!
Di Don Shenan J. Boquet (24/08/2016)
Siamo mandati: essere al servizio della vita non è per noi un vanto, ma un dovere, che nasce dalla coscienza di essere «il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose» (1 Pt 2, 9). Nel nostro cammino ci guida e ci sostiene la legge dell’amore: è l’amore di cui è sorgente e modello il Figlio di Dio fatto uomo, che «morendo ha dato la vita al mondo». (Papa Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 79)
Nel bel mezzo delle nostre battaglie in difesa della vita e della famiglia, a volte abbiamo il privilegio, per via della grazia e di quegli sforzi conformi alla volontà di Dio, di ottenere vittorie importanti. Questa è stata la recente esperienza di padre Jonathan Opio, direttore nazionale di HLI in Uganda, e della sua squadra che, per oltre un anno, ha combattuto contro il tentativo, estremista e ingannatore, dei sostenitori della Cultura della Morte, di demolire le leggi a favore della vita e della famiglia che ci sono in Uganda. Grazie ai loro continui sforzi, nonostante grandi ostacoli e incertezze, sono riusciti ad impedire che un programma di educazione sessuale perverso e estremista divenisse legge, il che avrebbe avuto un impatto devastante su di un popolo profondamente religioso che ama la vita e la famiglia. I pro-vita sono stati anche in grado di convincere il Ministero della Salute a fermare temporaneamente l’avanzata dell’attuazione di linee guida che avrebbero avuto l’effetto di liberalizzare le leggi sull’aborto.
Le organizzazioni internazionali hanno inesorabilmente fatto pressione (come si è visto anche in molti paesi africani) su parlamentari e funzionari governativi ugandesi affinché respingessero la loro tradizionalmente forte difesa della vita e della famiglia. Queste organizzazioni governative e non governative usano rapporti “scientifici” ingannevoli, la propaganda e la corruzione per promuovere politiche laiciste e perverse che avvierebbero i bambini all’omosessualità, alla promiscuità, alla contraccezione, all’aborto, alla masturbazione, e ad altre pratiche distruttive e immorali.
Questa ben nota agenda è stata criticata in precedenza. Molti vescovi provenienti da paesi in via di sviluppo, durante il Sinodo sulla Famiglia nel 2015, si sono indignati verso quei governi stranieri, le organizzazioni umanitarie e le ONG che insistono nel voler imporre progetti contro la vita facendoli passare per prerequisiti indispensabili per l’assistenza allo sviluppo.
«Circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia»; ed è inaccettabile «che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all’introduzione di leggi che istituiscano il “matrimonio” fra persone dello stesso sesso» (Amoris Laetitia 251).
Papa Francesco ha rilasciato numerose volte dichiarazioni sulla “colonizzazione ideologica” e anche sull’”ideologia di genere”, che attacca la famiglia. Nel suo viaggio pastorale nelle Filippine nel 2015, ha messo in guardia sulla nuova colonizzazione ideologica che cerca di distruggere la famiglia.
Nel corso di un incontro con i vescovi polacchi durante la Giornata Mondiale della Gioventù, Papa Francesco ha dichiarato apertamente che le ideologie che affermano che i bambini possono “scegliere il proprio genere” costituiscono il vero “annientamento dell’uomo come immagine di Dio.”
“In Europa, America, America Latina, Africa, e in alcuni paesi dell’Asia, sono in atto delle vere forme di colonizzazione ideologica. E una di queste – la chiamerò chiaramente con il suo nome – è l’ideologia del “genere”. Oggi ai bambini – i bambini! – viene insegnato a scuola che ognuno può scegliere il proprio sesso. Perché stanno insegnando questo? Perché i libri vengono forniti da quelle persone e quelle istituzioni che vi danno i soldi. Queste forme di colonizzazione ideologica sono supportate anche da paesi influenti. E questo è terribile!”
In Amoris Laetitia il Santo Padre parla delle sfide che mettono alla prova la famiglia. In particolare, si fa riferimento alle pressioni, che i governi e gli organi legislativi, inevitabilmente eserciteranno per imporre i loro programmi estremisti e perversi sulle famiglie, in particolare sui bambini:
Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che «nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina… Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata. (AL n. 56)
La Chiesa cattolica in Uganda ha avuto un ruolo fondamentale nella recente battaglia. In un documento intitolato The Concern and Position of the Catholic Bishops of Uganda on “Comprehensive Sexuality and Education (CSE) in Schools (La preoccupazione e il parere dei Vescovi cattolici dell’Uganda sull’“Educazione Completa alla Sessualità (CSE) nelle scuole”), i vescovi affermano che non accetteranno o rispetteranno un programma pensato per minare la dignità della persona umana donata da Dio e il corretto intendimento della sessualità umana. Meticolosamente e metodicamente essi espongono l’agenda e alcune delle persone chiave che hanno influenzato le tendenze attuali, come Margaret Sanger, fondatrice di International Planned Parenthood; Alfred C. Kinsey; Allan Guttmacher; Hugh Hefner della Fondazione Playboy; e la Dr. Mary Calderone, fondatrice del Consiglio dell’Informazione ed Educazione alla Sessualità degli Stati Uniti (SIECUS).
Determinati a difendere le famiglie dai programmi che sono radicalmente contro la vita e la famiglia, i vescovi fanno chiarezza sul caso nella parte conclusiva del documento:
La “Comprehensive Sexuality Education” è focalizzata principalmente sul liberalismo sessuale e incoraggia aberrazioni sessuali su bambini e giovani a scapito della crescita integrale e della salute dei bambini, e la protezione dei bambini dagli scandalosi attacchi sessuali, a scapito della nostra cultura, e dei valori religiosi, inclusi i veri diritti umani. Siamo un Paese timorato di Dio, che si riflette nel motto del nostro Paese “Per Dio e il mio paese”; siamo un popolo con valori sia culturali che religiosi. Questi valori non devono essere erosi dal ministero dell’educazione, o da qualsiasi altro ministero.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che uomini e donne sono chiamati ad abbracciare la loro identità sessuale e che la famiglia istituita da Dio, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna in un connubio inscindibile, esclusivo, e fruttuoso è essenziale per lo sviluppo dei bambini:
Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L’armonia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevole e il reciproco aiuto. (CCC N. 2333)
La Chiesa cattolica sostiene la dignità della persona umana e la virtù della castità. Non si oppone all’educazione sessuale. Consiglia i genitori nel loro compito di primi educatori dei loro figli di discutere con i loro figli dello scopo della sessualità e del suo ruolo corretto in modo adeguato, solidale e rispettoso, in accordo con la dottrina della Chiesa. La Chiesa difende l’obbligo e il dovere dei genitori nel guidare i bambini in queste questioni cruciali, attraverso lo sviluppo del senso morale e la formazione della coscienza. Questa discussione non deve essere imposta alle famiglie, ad una nazione e alla sua gente, da gruppi o governi che stanno cercando di promuovere drastici piani riguardo la sessualità e di forzare il controllo demografico della popolazione (colonizzazione ideologica). I dati forniti dalle scienze sociali rivelano costantemente che il momento più sicuro e più sano per una persona per praticare la sessualità è all’interno di un matrimonio fedele e che duri tutta la vita e che sia aperto al dono della vita. Dopo tutto, si tratta dell’amore e del dono totale di se stesso ad un altro, e non solo delle dinamiche e delle sensazioni del sesso, che è quello che le ONG occidentali hanno cercato di imporre alle famiglie africane per decenni.
Abbiamo ottenuto due vittorie molto importanti in Uganda, e siamo molto grati ai vescovi, a padre Opio e alla sua squadra, e ai capi di governo che hanno combattuto con coraggio per difendere i diritti e la dignità delle famiglie che Dio ha donato. Sebbene ci sia gioia in questo risultato, non possiamo abbassare la guardia, presumendo che il nemico sia sconfitto. I promotori dei programmi contro la vita e la famiglia non abbandonano con facilità i propri obiettivi. Dobbiamo imparare dalle nostre esperienze – vittorie e sconfitte – e continuare a collaborare con gli altri in questa lotta in corso.