Il momento di Madre Teresa
Di Don Shenan J. Boquet (3 / 9 / 2016)
Dio è così buono! Egli ci dà solo quello di cui abbiamo bisogno poiché Lui ci chiama ad una più completa comunione con Lui, affinché Egli ci possa dare di più.
Nel mezzo di questa fase di attacco alla vita e alla famiglia, di una crescente cultura della morte radicata in quasi tutte le principali istituzioni sociali, di notizie quotidiane di violenza e corruzione …
Un momento di pace.
Non è proprio come Madre Teresa? Non ho mai avuto il piacere di incontrarla di persona. Avrei voluto. Sempre più testimonianze vengono pubblicate che ricordano di come lei abbia permesso a Dio di usare la sua persona per la Sua gloria.
Ogni storia parla dell’esperienza trasformante nell’incontrare la piccola suora di Calcutta. Recenti testimonianze del medico pro-life John Bruchalski, dell’attivista per i diritti umani Reggie Littlejohn, e di tanti altri nel nostro movimento che ricordano la pace profonda che lei ha lasciato in chi l’ha incontrata. Parlano della profondità e della compassione nei suoi occhi e di come lei dedicasse tempo per parlare ad ogni persona, indipendentemente dalla posizione sociale. Parlano di essersi sentiti profondamente emozionati mentre lei teneva le loro mani tra le sue e di come lei sembrasse avere tempo per tutti. La giusta quantità di tempo, anche nella mole incredibile dei suoi impegni.
Il fondatore di HLI, Padre Paul Marx, ha incontrato Madre Teresa in più di un’occasione, e lei sosteneva decisamente la missione di HLI. Molti di noi in ufficio hanno una copia di una lettera scritta a mano dalla Madre a P. Marx in cui lo incoraggia a perseverare. Noi attingiamo forza dal suo esempio.
Ci viene in mente ancora una volta la forza dei suoi discorsi pubblici ad Harvard e di fronte ai Clinton alla National Prayer Breakfast, dove disse la verità al potere con amore. In questi ed altri discorsi, il suo scritto non proveniva da un gruppo di raffinati consulenti, ma da un cuore spezzato che si esprimeva in totale sincerità. Si è guadagnata un enorme rispetto, senza superficiali appelli alla raffinatezza e alle sfumature, ma dicendo la verità e vivendo con integrità.
I tratti distintivi dell’ordine da lei fondato, le Missionarie della Carità, puntano ad un approccio genuinamente cattolico, a ciò che la Chiesa definisce sviluppo umano autentico ed integrale che prende in considerazione ogni persona e l’intera persona. Questo è il vero atteggiamento evangelico: l’autodonazione di Madre Teresa a tutti nel nome di Cristo è stata una vera opera di solidarietà e sussidiarietà, un incontro personale con il suo Salvatore nei poveri. Ecco qual era il suo punto di vista. Non c’era assolutamente alcuna contraddizione tra la sua devozione verso i poveri e gli emarginati e la sua costante e appassionata denuncia dell’aborto come il più grande distruttore della pace.
Sapeva che gli impegni per la pace delle alte sfere sono stati destinati a fallire se esse permettevano o consentivano la continuazione dell’aggressione verso i più deboli nel grembo materno. Sapeva che la contraccezione è una cosa terribile per le donne e per la famiglia. Il suo instancabile lavoro con alcune delle famiglie più indigenti del mondo l’ha aiutata a capire che tale estrema povertà può costituire in molti casi ciò che la Chiesa chiama una grave motivo per rinviare la gravidanza, così ha escogitato un modo semplice per insegnare la pianificazione familiare naturale alle donne, il quale era efficace e più in linea con la loro libertà e dignità di persone fatte a immagine di Dio, rispetto all’attuale “soluzione” secolare dei contraccettivi e dell’aborto.
La sua era chiaramente una vita vissuta “ai margini”. La compassione che aveva per il moribondo che le sue sorelle trovavano nel canale di scolo a Calcutta era lo stesso che aveva per una donna che aveva abortito il suo bambino. Capiva e sentiva profondamente il dolore di sentirsi abbandonato, e non avrebbe permesso che ciò accadesse fintanto che lei avesse avuto la forza, perché lei non avrebbe lasciato che Cristo fosse abbandonato.
Madre Teresa sapeva che il Signore Gesù era veramente il Dio con noi, il Principio della nostra unità come Chiesa, e l’unico vero principio di unità che il mondo conoscerà mai. Questo è il motivo per cui non si sarebbe mai sognata di accettare un aiuto che avrebbe richiesto il mettere da parte la sua impostazione evangelica per fare “un buon lavoro”. Il solo pensiero era per lei incomprensibile. Ogni volta che ha aperto una nuova casa per le suoi missionarie ha sempre chiesto al vescovo locale per il permesso di installare un tabernacolo in modo che le sue sorelle avrebbero avuto Cristo presente nel Suo Corpo, Anima e Divinità. Solo mettendo Cristo al primo posto, la Madre sapeva, che le sue consorelle avrebbero potuto avere la forza di concretizzare il Suo amore totale per coloro che sono più vulnerabili, i maggiormente esclusi dalla società.
Pochi negano che la sua fu una vita che ha trasformato il mondo in meglio. Naturalmente, le sono state fatte delle critiche, per lo più da parte di atei confusi dal principio che lei e le sue missionarie vedevano la persona nella sua dimensione temporale ed eterna, e vedevano Cristo in lei. Anche se la Madre ha avviato strutture sanitarie e ha fornito assistenza e cure nei luoghi in cui era più necessario, lei ha sempre considerato come suo ruolo primario quello di confortare la persona esattamente dove si trovava, piuttosto che preservare la sua vita a tutti i costi. Ha disposto che molti medici si recassero nei luoghi in cui potessero salvare vite umane, ma le sue sorelle, che erano prive di formazione medica, spesso portavano solo il conforto a coloro che si trovavano in fin di vita, accompagnandoli al termine del loro viaggio. Le Missionarie della Carità guardano alla persona come a corpo e anima, destinata al cielo, e il loro compito qui è testimoniare Cristo amando coloro che incontrano.
La sapienza di Dio non è la saggezza del mondo. Il Suo lavoro più grande, spesso non riesce ad impressionare coloro che misurano il mondo solo con la mentalità umana e con i desideri dell’uomo. Anche se una persona speciale come Madre Teresa può ottenere grande successo mondano, nonostante la sua semplicità decisamente estrema e la sua umiltà, ci saranno quelli che non lo accetteranno, perché non accettano Lui.
È qui che entriamo in gioco noi. Nel momento in cui la Beata Teresa di Calcutta è divenuta Santa Teresa, noi abbiamo ricevuto un momento di dono e di responsabilità. Come sempre accade, il momento ha inizio con un rinnovamento del nostro impegno verso Cristo nella preghiera e nei sacramenti. Dobbiamo vedere come Teresa amava Cristo negli altri, personalmente; non come un astratto “amore per il prossimo”, o per lo meno non solo ciò.
Come un’altra Santa che ha lo stesso suo nome, Teresa di Calcutta aveva la “piccola via” per amare, che Dio ha usato per ottenere risultati straordinari. Amiamo intensamente nelle “piccole vie” della nostra vita, dando al mondo un vero esempio dell’Amore di Cristo. Per ottenere un risultati più grandi, lasciamo fare a Dio. Siate fedeli, permetteteGli di usare il nostro impegno per la Sua gloria come meglio crede. Vivete con la generosità che viene da un cuore grato e da una mente che sa che Cristo è presente in noi e nei nostri fratelli e sorelle.
Egli è il Signore, il Principe e il Principio di pace. Usiamo questo momento di pace, questo attimo in mezzo al caos, per rinnovare il nostro amore per Cristo e per il prossimo in Lui. Se siamo in grado di fare questo, siamo in grado di portare questa pace con noi come ha fatto Madre Teresa, e useremo bene questo momento.