Adozione al posto dell’aborto, alternativa vincente per bimbo e genitori
(Fonte: prolifeinsieme.it)
https://www.omnesmag.com/it/focus/ladozione-come-alternativa-allaborto/
In Italia, secondo sondaggi ISTAT, il 15% delle coppie soffre di infertilità, nel mondo questo calcolo riguarda il 10 – 20 %.
Il problema può riguardare l’uomo, la donna o entrambi e qui parliamo di infertilità di coppia. Infatti può accadere che, per una serie di combinazioni chimiche non compatibili tra loro, per una coppia concepire diventi impossibile.
Non tutte le coppie accettano di buon grado questa “mutilazione” anzi, per la maggior parte è causa di sofferenza se non anche di separazione.
Non è improbabile che, di fronte ad un problema così grande e quasi sempre inaspettato, la coppia scoppi.
Ecco che l’ adozione potrebbe venire in aiuto a tutti questi genitori mancati, consentendo loro di realizzare un sogno che, per svariati motivi indipendenti dalla volontà, è stato negato.
Uso il condizionale non a caso infatti, l’adozione in Italia è un percorso ad ostacoli. Superare i vari cavilli burocratici richiede la pazienza di Giobbe e non sempre, superare lo scoglio legale è semplice.
Molti si rivolgono alle adozioni internazionali ma anche lì la questione si complica in quanto si aggiungono spese logistiche.
Tutto questo appare quasi surreale se si tiene conto del numero enorme di aborti che si eseguono ogni giorno.
È una situazione paradossale.
Una donna o una coppia che decide di liberarsi del proprio concepito e altre che pagherebbero oro per concepire.
L’aborto è una piaga purulenta resa legale da una legge iniqua.
Viene purtroppo usata come una sorta di controllo delle nascite e quasi sempre l’aborto viene fatto con troppa leggerezza senza pensare alle conseguenze che questa lascia nella donna o anche nella coppia.
Tante sono le madri che escono con le ossa rotte e il morale a pezzi da questa esperienza.
Auspicabile sarebbe allora prendere in considerazione il fatto che il piccolo potrebbe essere dato in adozione.
Esiste infatti una legge che prevede di partorire in anonimato.
L’ordinamento italiano prevede per la donna che partorisce il diritto di non riconoscere il neonato come figlio e di mantenere quindi la segretezza del parto (art. 30 co. 1 d.p.r. n. 396/2000).
Questa scelta garantisce la discrezione e salva la vita ad un bambino.
Oltre a questa soluzione c’è anche quella delle ”culle per la vita” una volta chiamate “ruote degli esposti”.
Si tratta di nicchie riscaldate, situate in prossimità dei punti nascita e munite di allarme collegato sempre con una persona fisica o una struttura, allarme pronto a suonare non appena il neonato viene posizionato all’interno.
In Italia, sono presenti circa 61 culle per la vita,
Le culle per la vita sono strutture concepite per permettere alle mamme in difficoltà di lasciare i loro neonati in un luogo sicuro e protetto.
Sarebbe davvero auspicabile promuovere queste opportunità attraverso campagne pubblicitarie del tipo “pubblicità progresso” e lo Stato dovrebbe farsi carico di farle conoscere.
Tanta è ancora l’ignoranza sia sul parto anonimo che sulle culle per la vita.
Una corretta informazione può salvare la vita a tantissimi bambini che avrebbero la possibilità di crescere in famiglie in cui sono stati desiderati.
L’aborto, questa piaga di cui non possiamo essere orgogliosi, che pone fine ad una vita nascente trasformando il corpo della mamma in una bara, potrebbe così diminuire sensibilmente fino anche a scomparire.
Se si smettesse di parlare di “diritto all’aborto” e si parlasse invece di “diritto alla vita” la l. 194 cadrebbe da sola e si avrebbero di sicuro meno cadaveri, sia in termini di bambini abortiti che in termini di donne lacerate.
Angela D’Alessandro
Comitato “Pro-life insieme“


