Aborto ed eutanasia, identica logica di morte
(Fonte: prolifeinsieme.it)
https://www.vistanet.it/cagliari/2025/04/06/le-importanti-battaglie-per-i-diritti-della-cellula-coscioni-ne-parliamo-con-lavvocata-monica-murgia/
“…Il diritto del godere dei progressi della scienza….” introduce così la sua intervista l’avvocatessa Monica Murgia parlando dei diritti delle persone. Parla di autodeterminazione nelle scelte di concepire senza discriminazioni i figli e qui non è chiaro se si riferisca all’utero in affitto perché la frase “nel diritto alla salute” ne condiziona il messaggio. Si sa che questa tecnica non è salutare per la donna che si presta a tale pratica. Parla poi di contraccezione e aborto e anche qui sostiene che siano diritti.
Come Comitato “Prolife insieme” da sempre sosteniamo che l’aborto non sia un diritto perché è una scelta che vede coinvolte due persone con patrimoni genetici ben distinti. Una scelta che decide per un individuo nascente già vivo con cuore pulsante e un corpo in formazione e tutto questo è largamente dimostrabile scientificamente.
L’intervista prosegue con il delicatissimo tema dell’eutanasia e del suicidio assistito, i quali meritano anch’essi di essere argomentati con il rispetto dovuto.
Mettersi nei panni di un malato terminale o di una persona con sofferenze fisiche indicibili è impossibile. Solo chi prova il dolore può quantificarne il peso.
L’associazione “Luca Coscioni” fondata nel 2002 proprio da Luca Coscioni, malato di una gravissima forma di sclerosi, si batte da anni affinché il “diritto” del malato di decidere di smettere di soffrire diventi legittimo in Italia.
È molto complesso entrare a gamba tesa in questo argomento perché coinvolge persone piegate dal dolore fisico e psicologico.
Vorrei provare a farlo cercando di “stare sulla punta delle dita”…
Nel suicidio assistito è il paziente che si somministra in autonomia il farmaco necessario per morire.
Chi gli gravita attorno si occupa sostanzialmente di aspetti tecnici: ricovero, preparazione sostanze ecc.
L’eutanasia invece è la buona morte parola con radice greca “eu” ( buona) e thanatos (morte).
Fa riferimento al fine vita di una persona con malattia terminale o incurabile per porre fine alla sofferenza.
Faccio fatica ad argomentare su questo tema così doloroso.
Entrare nella vita di persona già così provate mi risulta indelicato.
Tuttavia non riesco a non cogliere le criticità di questo tema qualora dovesse diventare legge.
Penso ad esempio alla possibilità di abusi magari su persone anziane o malate mentali o handicappate e incapaci di difendersi.
Una legge di questa portata darebbe diritto al personale medico di uccidere.
Mi viene in mente la storia del piccolo Charlie Gard, affetto da gravissima malattia, incompatibile con la vita a cui il governo inglese ha “spento le macchine”.
Lo ha deciso in autonomia nonostante l’opposizione dei genitori e l’offerta del governo italiano di farsene carico.
Gli errori diagnostici potrebbero anche diventare causa di ricorso all’eutanasia.
La potenziale pressione su pazienti malati mentali da parte di terzi potrebbe indurre a chiedere di mettere fine alla loro vita.
Non da ultimo c’è da considerare la questione etica.
È legittimo decidere di porre fine ad una vita umana, all’inizio del suo percorso terreno o al termine? Come Comitato “Prolife insieme” difendiamo la vita dal concepimento alla morte naturale.
Consideriamo la sacralità della vita umana e pertanto nessuno può decidere quando sia arrivato il momento di “chiudere il capitolo”.
Su questo tema così delicato e personale è molto difficile esprimere giudizi.
Come aiutare chi è nella sofferenza, per una gravidanza inattesa o per la malattia?
Offrendo disponibilità, ascolto, aiuto, compagnia.
Concludo dicendo che la vita è vita dal concepimento alla morte naturale e decidere quando sia il momento di chiudere il capitolo non può essere compito dell’uomo.
Impedite ad un essere umano di nascere o lasciare che decida di uccidersi non penso possa essere una soluzione perché unisce dolore al dolore.
Angela D’Alessandro
Comitato ”Pro-life insieme“


