La verità sul parto della Madonna non è quella del film Nativity

Di don Andrea C. R. Tosca

(Fonte: prolifeinsieme.it )

Perché un cattolico non può accettare la rappresentazione della Vergine Maria che soffre durante il parto, come avviene in molte rappresentazioni, teatrali, artistiche e nella cinematografia, per esempio nel film Nativity

La rappresentazione della Vergine Maria nel film Nativity come una donna che soffre durante il parto, contrasta con la dottrina cattolica sulla perpetua verginità di Maria, un dogma centrale nella fede della Chiesa.
Nostro intento è spiegare il significato teologico della perpetua verginità di Maria, le sue implicazioni per il mistero dell’Incarnazione, e perché una visione contraria distorce la corretta comprensione del ruolo della Madonna e del Figlio di Dio.

La perpetua verginità di Maria: un dogma fondamentale

Il dogma della perpetua verginità di Maria, definito ufficialmente nel Concilio Lateranense del 649 e confermato dalla Tradizione, afferma che Maria è rimasta vergine prima, durante e dopo il parto. Questo significa che il concepimento, la nascita e la maternità divina di Maria sono avvenuti in modo unico, soprannaturale, e senza alcuna violazione della sua integrità fisica.

L’assenza di dolore nel parto di Maria è connessa a questa realtà. Il dolore del parto, secondo la Bibbia, è una conseguenza del peccato originale (Genesi 3,16). Maria, essendo preservata dal peccato originale tramite il privilegio dell’Immacolata Concezione, non era soggetta a questa conseguenza. La sua esperienza del parto è stata quindi miracolosa, priva di dolore e sofferenza, riflettendo la natura straordinaria della nascita del Figlio di Dio.

La nascita di Gesù e la divinità del Figlio di Dio

Rappresentare Maria come una donna che soffre durante il parto equivale a ridurre la nascita di Gesù a un evento meramente umano. Tuttavia, la nascita di Cristo è un mistero soprannaturale che rivela la sua doppia natura: vero Dio e vero uomo.

San Tommaso d’Aquino spiega che Cristo è uscito dal grembo di Maria come il Risorto è passato attraverso le porte chiuse (Giovanni 20,19). Questo mistero mostra che Gesù non ha violato la verginità di Maria, ma è nato in modo miracoloso. Tale verità sottolinea che Gesù è l’Agnello senza macchia, venuto nel mondo in modo puro e immacolato.

Se si accetta invece la rappresentazione cinematografica di un parto con dolore, si rischia di negare o sminuire il mistero dell’Incarnazione, facendo apparire la nascita di Cristo come quella di un comune essere umano, anziché come l’evento soprannaturale che ha inaugurato la redenzione dell’umanità.

Il ruolo di Maria come nuova Eva

Maria è la “Nuova Eva”, come insegnato dai Padri della Chiesa. La sua obbedienza e il suo fiat hanno inaugurato una nuova creazione, contrastando la disobbedienza di Eva. Come Eva ha introdotto il peccato e la sofferenza nel mondo, Maria, preservata dal peccato, è il segno dell’umanità redenta. La sofferenza nel parto, associata alla caduta, non può essere attribuita a Maria, poiché ciò contraddirebbe il suo ruolo unico nel piano salvifico.

L’impatto di una rappresentazione errata

La rappresentazione di Maria che soffre durante il parto non è solo un errore teologico, ma può confondere i fedeli. La liturgia, la dottrina e la Tradizione della Chiesa hanno sempre presentato Maria come l’icona della purezza e del mistero soprannaturale. Dipingerla in una luce ordinaria rischia di compromettere la comprensione della sua unicità e del mistero di Cristo.

Accettare una rappresentazione errata significa cedere alla mentalità secolarizzata che tende a umanizzare in modo improprio ciò che è divino e soprannaturale.

Così, si oscura la grandezza del mistero dell’Incarnazione e si perde di vista l’essenziale: la straordinaria azione di Dio nella storia.

Conclusione

La perpetua verginità di Maria non è un dettaglio secondario, ma una verità che illumina l’intero mistero cristiano. Essa preserva la comprensione corretta di chi è Cristo: vero Dio e vero uomo, nato per un intervento diretto di Dio. Accettare rappresentazioni che contraddicono questa verità significa sminuire il mistero dell’Incarnazione e il ruolo unico di Maria nel piano salvifico. Un cattolico non può accettare queste rappresentazioni perché compromettono la fede e minano la devozione verso la Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra.

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