Contraccezione e ideologia di genere
Un commento a “The Genesis of Gender” (La genesi dell’ideologia di genere) di Abigail Favale
Di Don Francesco Giordano
Ricordo che vent’anni fa, quando ero all’Università di Chicago, distribuii la conferenza della professoressa Janet Smith Contraccezione: Perché no. Una delle mie amiche mi disse che non l’avrebbe presa perché, se l’avesse fatto, sarebbe diventata Cattolica. Anni dopo è diventata Cattolica, accettando pienamente l’insegnamento della Chiesa. Un tale legame tra la Chiesa cattolica e la sua posizione contro la contraccezione in un mondo impregnato di mentalità contraccettiva dimostra quanto oggi sia importante questo argomento. Quando Papa Pio XI pubblicò il 31 dicembre 1930 l’enciclica Castii Connubii, diede la risposta cattolica alla mentalità contraccettiva che stava prendendo piede. Tale risposta è stata ribadita da Papa Paolo VI il 25 luglio 1968 con l’Humanae Vitae, in piena estate e al culmine della rivoluzione culturale allora in corso. Ancora una volta, il Magistero ha riaffermato la sua dottrina sulla contraccezione.
Come sappiamo, la posizione della Chiesa contro la contraccezione ha una base biblica. A un certo punto leggiamo nella Genesi come Onan giacque con Tamar, senza volere che lei rimanesse incinta. Perciò “disperdeva per terra”. Questo atto “non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui”[1]. Il coitus interruptus era uno dei vari metodi escogitati per godere dei rapporti sessuali evitando il concepimento. Tale contraccezione non è stata denunciata solo dalla Chiesa cattolica. Martin Lutero, Giovanni Calvino e John Wesley hanno condannato tutti il controllo delle nascite[2]. Tuttavia, nel 1930 questo fronte unito ha palesato una crepa che si sarebbe rapidamente allargata con i risultati che oggi sono sotto i nostri occhi. I vescovi anglicani hanno approvato una risoluzione che permette di ricorrere al controllo delle nascite in alcune “circostanze estreme”. Entro 40 anni da quella data, quasi tutte le confessioni protestanti (con eccezioni notevoli come i Mormoni e gli Amish) hanno accettato il ricorso a metodi contraccettivi.
La Chiesa cattolica non ha seguito questa corrente. Papa Pio XI, nella Casti Connubii, ha riaffermato l’insegnamento della Bibbia sui due fini del matrimonio. Dopo averci creato maschio e femmina, Dio ha impartito il primo ordine: “Siate fecondi e moltiplicatevi”[3]. Nel capitolo successivo il Creatore indica un altro motivo per cui sposarsi: “Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”[4]. Quel “i due saranno una sola carne” è intimamente legato al primo fine del matrimonio, cioè la procreazione. È per questo motivo che Papa Pio XI ha sottolineato che non è mai lecito usare metodi artificiali e che i metodi naturali devono essere usati solo con limitazioni stringenti. Scrive:
“non vi può esser ragione alcuna, sia pur gravissima, che valga a rendere conforme a natura ed onesto ciò che è intrinsecamente contro natura. E poiché l’atto del coniugio è, di sua propria natura, diretto alla generazione della prole, coloro che nell’usarne lo rendono studiosamente incapace di questo effetto, operano contro natura, e compiono un’azione turpe e intrinsecamente disonesta”[5].
Questo intimo legame tra il matrimonio e la procreazione e l’educazione dei figli è semplicemente ribadito nella Gaudium et Spes: “Per la sua stessa natura l’istituto del matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati alla procreazione e alla educazione della prole e in queste trovano il loro coronamento” (Gaudium et Spes, 48), un punto riaffermato più avanti: “Il matrimonio e l’amore coniugale sono ordinati per loro natura alla procreazione ed educazione della prole” (Gaudium et Spes, 50).
La grande maggioranza dei Cattolici ha accettato questo insegnamento fino agli anni Cinquanta. Cosa è cambiato dopo? Semplicemente, l’invenzione della “pillola”. Questa pillola è stata presentata come la soluzione a quasi tutti i problemi del mondo: sovrappopolazione, gravidanze indesiderate, aborti, abusi sui minori, povertà dovuta a famiglie numerose e tensioni matrimoniali varie. In altre parole, anche i sostenitori della “pillola” hanno fatto riferimento ai due fini del matrimonio, ma sostenendo che il controllo del fine procreativo avrebbe portato giovamento a quello unitivo. Questa sarebbe stata una buona occasione per le coppie. Finalmente avrebbero potuto godere del piacere reciproco senza il peso dei figli. La rivoluzione sessuale stava guadagnando terreno ovunque, e il fiero vanto di una pubblicazione del sodalizio studentesco di Chicago era “Non è facile essere Cattolici”[6]. La sessualità non è stata più ordinata alla procreazione, ma al piacere, e le conseguenze sarebbero presto emerse: crisi demografica, aborto, abuso su minori, povertà e abbandono degli anziani, eutanasia, divorzio, distruzione delle famiglie e gravi tensioni matrimoniali. Tutto l’esatto contrario di quanto promesso. Si potrebbe dire che, poiché non poteva essere concepito meglio, i demoni devono aver architettato tutto.
Nel suo libro del 2022 “The Genesis of Gender”, Abigail Favale fornisce un’esaustiva panoramica del clima attuale impregnato dall’ideologia di genere e, nel quarto capitolo, spiega il legame esistente tra contraccezione, femminismo e aborto. Fino a quel punto del libro, la Favale ha illustrato la storia e lo sviluppo del femminismo e il suo legame con il movimento dell’ideologia di genere. In questo capitolo, contrappone due vicende per mostrare come si sviluppa questa storia. Nella prima narrazione racconta come, nel 1930, un artista danese di nome Einar Wegener si sia sottoposto al primo di quattro interventi chirurgici nel tentativo di cambiare sesso. È stato aiutato dal medico tedesco di cui Gabriel Kuby parla a lungo nel suo libro La rivoluzione sessuale, l’attivista omosessuale Magnus Hirschfeld che per primo coniò il termine “transessuale”. Wegener voleva diventare una donna completa. Voleva essere in grado di avere figli. Dopotutto, nel 1930 essere una donna implicava questo legame con la maternità. Tragicamente e prevedibilmente, gli interventi non sortirono gli effetti voluti e Wegener ne morì. Favale racconta poi la storia di George William Jorgensen che ha avuto luogo nel 1952. In quel tempo, gli endocrinologi avevano sviluppato la capacità di sintetizzare e manipolare gli ormoni sessuali. L’intervento di Jorgensen ebbe successo, ma egli rimase sterile per sempre. La differenza fondamentale che Favale vuole far emergere da questa storia è che Jorgensen non fece alcun tentativo per ottenere la potenziale fertilità di una femmina. Non pensava di dover essere fertile per diventare una “vera” donna. “Nel 1930, il tentativo di diventare una donna implicava l’ottenimento del potenziale procreativo femminile. Negli anni ‘50, la femminilità era diventata semplicemente una questione di come modificare il proprio aspetto fisico”[7]. Cosa ha cambiato la mentalità? La diffusa normalizzazione della contraccezione.
La Favale mostra i cambiamenti avvenuti nel femminismo nel corso degli anni. Il significativo contributo di cui Margaret Sanger poté usufruire, grazie al suo lavoro svolto insieme alla russa bolscevica Aleksandra Kollontai negli anni Venti, consiste nell’idea che le donne erano oppresse dal loro stesso corpo. La contraccezione avrebbe dovuto contrastare la natura stessa della donna. Secondo la Sanger, la fecondità femminile è il capro espiatorio dell’oppressione della donna. Le donne dovevano avere la stessa possibilità di lavorare degli uomini. Da quando la donna ha posto il senso della vita nel lavoro e nella produzione, sembra che essere o diventare donna significhi ripudiare sé stessa, come si legge ne Il secondo sesso di Simone de Beauvoir del 1949. Il lavoro e la libertà diventano intimamente connessi in questa imbarazzante mentalità comunista e nazistoide. Per la de Beauvoir, come per la Sanger, niente di meno di una rivoluzione marxista potrà mai cambiare nella vita il destino della donna. La Favale spiega che “Troppo spesso la libertà delle donne è concepita come libertà dalla femminilità. L’‘autonomia’ è concepita secondo parametri maschili e ci si aspetta che le donne utilizzino mezzi chimici e chirurgici invasivi per conformare il loro corpo a quell’ideale”[8]. È evidente la sfumatura esistenzialista della nota definizione di libertà nel caso Planned Parenthood contro Casey: “Il cuore della libertà è il diritto di definire il proprio concetto di esistenza, di significato, dell’universo e del mistero della vita umana”. In questa affermazione sembra che nel mondo non ci sia un’oggettività a cui dover rendere conto, che un essere umano non ancora nato possa esistere che ci piaccia o meno. È chiaramente esistenzialista in quanto nega l’essenza di una natura, di ciò che è dato. Si crea se stessi creando la propria natura. Come notoriamente affermò Simone de Beauvoir: “Donna non si nasce, lo si diventa”. Il problema è che con questa mentalità non si sa più cosa sia una donna o un uomo. Non c’è quindi da stupirsi se la Favale spiega che la de Beauvoir desiderava essenzialmente un mondo androgino. “L’unico telos è una libertà senza limiti, un viaggio infinito di autocreazione verso una destinazione precisa. Il proprio telos è definire il proprio telos”.[9] Un mondo del genere è chiaramente ateo.
Alla luce di questa situazione, la Favale spiega che la parola chiave è controllo. Non si tratta di controllo sulle passioni e sui desideri distruttivi. Si tratta del controllo sulla biologia. “La visione del progresso della Sanger è un capovolgimento della saggezza antica. Invece di contenere la nostra volontà di vivere nei limiti della natura, stravolgiamo la natura per scatenare la nostra volontà… Sia la Sanger che la de Beauvoir definiscono implicitamente la loro visione della libertà secondo l’ideale maschile. Le donne possono trovare la vera libertà solo rendendosi il più possibile simili agli uomini”[10]. Sarà la Mistica femminile di Betty Friedan, nel 1962, a sancire l’alleanza tra controllo delle nascite e femminismo. L’aspetto pericoloso è che la fecondità femminile viene percepita come qualcosa di patologico, come una malattia grave che deve essere curata e controllata. Infatti, oggi si sente spesso ripetere come la contraccezione e l’aborto facciano parte della “salute riproduttiva” della donna. Quello che determina la peculiarità della donna, cioè la fertilità, la gravidanza e il parto, è stato considerato patologico da questa orda di femministe.
Studi hanno dimostrato che questa ingerenza della medicina ha avuto molte conseguenze negative sulla salute delle donne. Dopo tutto, interrompere il naturale funzionamento di un sistema di organi può alterare l’equilibrio di tutto l’organismo, portando a un aumento del rischio di malattie gravi, dal cancro al seno al cancro al collo dell’utero[11]. Allora perché i contraccettivi orali riducono il rischio di tumori dell’endometrio e delle ovaie di almeno il 30%? La Favale spiega che il valore protettivo contro il cancro ovarico è dovuto alla riduzione del numero complessivo di ovulazioni e di periodi mestruali che una donna sperimenta nel corso della sua vita. Questa riduzione può avvenire naturalmente grazie ai processi di gravidanza, parto e allattamento, proprio quelli che la pillola cerca di sopprimere. La gravidanza e l’allattamento, infatti, non solo riducono il rischio di cancro alle ovaie e all’endometrio, ma anche quello di cancro al seno. Inoltre, la Favale mostra come il controllo ormonale delle nascite danneggi anche la salute mentale delle donne. Infatti, molte ragazze che prendono la pillola soffrono di depressione causata da questo squilibrio ormonale.
La pillola viene prescritta per una serie di irregolarità del ciclo. Elizabeth Kissling, docente di studi femminili e di genere alla Eastern Washington University, sottolinea che la pillola non è un trattamento per le irregolarità del ciclo, ma una scappatoia per evitare di affrontare i problemi. I medici, sostiene, si affrettano a prescrivere la pillola senza individuare i problemi di fondo[12]. A parte tutte queste problematiche, tuttavia, qual è l’alternativa alla pillola? Da un punto di vista cattolico, le prime risposte che vengono in mente riguardano le virtù: astinenza, pianificazione familiare naturale, ecc. E per quel che riguarda le donne povere, costrette a lavorare, che si trovano in condizioni disperate? Sebbene la Sanger abbia ragione nel mettere sul tavolo questi problemi, piuttosto che dare la colpa alla fertilità femminile, la Favale scarica la responsabilità sulla mancanza di sostegno sociale per queste donne, sull’aspettativa culturale per cui le donne debbano sempre essere sessualmente disponibili per gli uomini e sulla limitata consapevolezza del ciclo di fertilità di una donna. Così i metodi di pianificazione familiare naturale si collegano ai metodi di riconoscimento della fertilità. Ci si impegna davvero con il proprio corpo. Anche il marito viene coinvolto in questi metodi. Essi mettono alla prova l’autocontrollo e la disponibilità al sacrificio per l’altro. Si ritorna al semplice comportamento virtuoso.
Tutto ciò ci riporta a una questione molto importante: gli effetti della pillola sulla società. Come si vede, la riproduzione sessuale non riguarda solo la donna. Coinvolge anche l’uomo. Coinvolge il matrimonio e la responsabilità. Coinvolge la società in generale. A causa della mentalità contraccettiva, oggi percepiamo la sessualità come un’attività ricreativa, piuttosto che procreativa, sottolinea la Favale[13]. La gravidanza è spesso vista come un incidente della sessualità. Il legame tra la sessualità e la possibilità dell’inizio di una nuova vita è stato interrotto. Pertanto, mentre la Sanger prometteva che la contraccezione avrebbe ridotto gli aborti, abbiamo riscontrato l’esatto contrario. Una volta che la pillola anticoncezionale è stata legalizzata in America, il numero degli aborti è schizzato alle stelle. Perché? Rientra nella mentalità contraccettiva. L’aborto funge da soluzione d’emergenza quando la contraccezione non funziona, e la contraccezione non sempre funziona. La promessa che le donne fertili possano avere rapporti sessuali senza rimanere incinte si è dimostrata falsa. Perché? In gran parte, ha a che fare con la percezione che le donne hanno di sé. La donna ha rapporti con maggiore disinvoltura quando crede di non essere fertile. Questo sminuisce la sessualità stessa[14]. In effetti Papa Paolo VI coglie veramente nel segno, quando individua una grave conseguenza della contraccezione nel degradarsi delle relazioni perché, se il sesso è a buon mercato, lo sono anche le relazioni. Scrive: “Si può anche temere che l’uomo, abituandosi all’uso delle pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto della donna e, senza più curarsi del suo equilibrio fisico e psicologico, arrivi a considerarla come semplice strumento di godimento egoistico e non più come la sua compagna, rispettata e amata”[15]. Questa visione strumentale della sessualità ha come conseguenza un aumento degli aborti e dei divorzi e la diminuzione dei matrimoni.
Rimane un solo principio morale: il consenso. Sebbene il consenso sia certamente parte dell’atto morale, non può essere ridotto ad essere l’unico valore morale. Il consenso, ci ricorda giustamente la Favale, “dovrebbe essere il punto di partenza piuttosto che la fine della discussione sulla morale sessuale. Non basta dire che il meglio che possiamo aspettarci dalla sessualità, moralmente parlando, è che essa non sia uno stupro”[16]. Così la persona è ridotta a un oggetto. A questo punto la Favale individua un punto di contatto tra la rivoluzione sessuale alla rivoluzione industriale. Liberare il piacere naturale dalle naturali conseguenze è come liberare la persona dal suo corpo. La fluidità antropologica della persona è l’elemento comune tra la rivoluzione sessuale, l’ideologia di genere e il transumanesimo. L’autonomia della donna attraverso il controllo tecnologico che recide il legame naturale tra sessualità e procreazione e porta all’idea che, usando mezzi tecnologici, gli uomini possono diventare donne e le donne possono diventare uomini. Il passo successivo è quello di andare oltre la natura umana in quanto tale. Se il cervello, dotato di capacità matematiche, è solo uno strumento come un computer, perché non collegarlo ad esso?[17]
Abigail Favale mostra la fecondità di un approccio interdisciplinare che esamina il femminismo e l’ideologia di genere in relazione all’economia, alle scienze politiche, alla filosofia e alla teologia. Dal punto di vista teologico, si può inoltre considerare la verità teologica dei “possibili”. San Tommaso d’Aquino fa riferimento ai “possibili” nella mente di Dio all’inizio della Summa Theologiae[18]. I Padri della Chiesa sottolineano l’invidia dei demoni nei confronti della materia in quanto tale, ma dell’uomo in particolare, soprattutto da quando c’è stata l’Incarnazione. L’amore di Dio per gli uomini e la possibilità di ripopolare il cielo con queste anime eterne incarnate è qualcosa a cui l’invidia dei demoni non riesce a far fronte. Poiché i demoni possono operare con l’inganno e la divisione, hanno diviso la sessualità dalla procreazione, gli uomini dalle donne, sminuendo la persona umana e l’esistenza corporea, tutto nel nome della libertà. Questo dualismo è in netto contrasto con la visione cattolica che unisce, pur nella distinzione, realtà diverse. Dio, dopo tutto, può separare mentre crea, ma mira a unire le realtà distinte che crea nell’ordine della Sua volontà divina.
[1] Gen. 38, 9-10.
[2] Cfr. Charles Provan, The Bible and Birth Control, Monongahela, PA, Zimmer Printing, 1989. In questo libro Charles Provan elenca numerose citazioni di Lutero, Calvino, Wesley e altri a sostegno della loro opposizione alla contraccezione.
[3] Gen. 1, 28.
[4] Gen. 2, 24.
[5] Papa Pio XI, Casti Connubii, 54.
[6] Cfr. Leslie Woodcock Tentler, Catholics and Contraception: An American History, Cornell University Press, Ithaca NY, 2004, pp. 173-203.
[7] Abigail Favale, The Genesis of Gender, Ignatius Press, San Francisco 2022, p. 87 (traduzione nostra).
[8] Abigail Favale, Ibidem, p. 69.
[9] Ibidem.
[10] Abigail Favale, Ibidem, p. 91.
[11] Cfr. National Cancer Institute, Oral Contraceptives and Cancer Risk, ultimo aggiornamento 22 febbraio 2018, https://www.cancer.gov/about-cancer/causes-prevention/risk/hormones/oral-contraceptives-fact-sheet#what-is-known-about-the-relationship-between-oral-contraceptive-use-and-cancer. L.S. Morch et al, “Contemporary Hormonal Contraception and the Risk of Cancer” in New England Journal of Medicine 377, no. 23 (2017): 2228-39.
[12] Abigail Favale, Ibidem, p. 96.
[13] Abigail Favale, Ibidem, p. 101.
[14] Consiglio il libro di Mark Regnerus, Cheap Sex: The Transformation of Men, Marriage, and Monogamy, Oxford University Press, New York, 2017.
[15] Papa Paolo VI, Humanae Vitae,17.
[16] Abigail Favale, Ibidem, p. 108.
[17] Il professore tedesco Thomas Fuchs nel suo In difesa dell’essere umano (2021), ha molto da insegnare sulla questione dell’intelligenza artificiale e sull’errata concezione della mente umana vista come un semplice computer.
[18] San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae I q. 14.