Perché il nostro mondo ha bisogno della buona notizia del matrimonio

(Originale in inglese: www.hli.org)

Di Don Shenan Boquet

Tempo fa, l’Arcivescovo Gabriele Giordano Caccia, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che “la famiglia è sempre più sminuita o addirittura denigrata nelle sedi internazionali”.

Mons. Caccia ha rivolto il suo discorso alla 62ª sessione della Commissione per lo sviluppo sociale delle Nazioni Unite a New York. Ha fatto notare che anche la Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite riconosce che “la famiglia è l’unità naturale e fondamentale della società e ha diritto alla protezione da parte della società e dello Stato”.

In quanto tale, ha osservato, è “centrale per lo sviluppo sociale” e non qualcosa di “accessorio” o addirittura “dannoso”, come molti nei tempi moderni hanno suggerito. L’arcivescovo ha citato Papa Francesco che in Fratelli tutti ha osservato che la famiglia è “il primo luogo in cui si vivono e si trasmettono i valori dell’amore e della fraternità, della convivenza e della condivisione, dell’attenzione e della cura dell’altro”. (n. 114).

L’arcivescovo ha aggiunto:

“Per molti nel mondo, la famiglia non è solo la prima ma anche l’unica forma di protezione sociale, una comunità di reciprocità e di cura. I genitori sono i primi educatori dei loro figli. Le famiglie sono spesso i più forti difensori dei loro membri, che altrimenti potrebbero essere ignorati o considerati un peso dalla società. Ogni membro di una famiglia dà e riceve amore, cure e sostegno insostituibili. Per questo motivo, le politiche sociali devono sostenere la famiglia nel suo ruolo essenziale per il raggiungimento della giustizia sociale e dello sviluppo sociale”.

Il matrimonio migliora tutti gli aspetti della società

Come Cattolici, sappiamo che la famiglia ha una missione molto nobile. Questo è stato l’insegnamento costante della Chiesa fin dai suoi primi giorni. Questa missione può essere vista da due punti di vista: quello ampiamente umano o quello specificamente cristiano. In entrambi i casi, tuttavia, la famiglia emerge come portatrice di un livello di importanza, influenza e dignità che non può essere sopravvalutato.

Come ha detto Papa Francesco, “Il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa” (Amoris laetitia, n. 31). Per questo motivo, ha aggiunto, come “cristiani, non possiamo rinunciare a proporre il matrimonio allo scopo di non contraddire la sensibilità attuale, per essere alla moda, o per sentimenti di inferiorità di fronte al degrado morale e umano” (Amoris laetitia, n. 35).

O, come scrisse Papa San Giovanni Paolo II nella sua Lettera alle famiglie del 1994, “La famiglia è stata sempre considerata come la prima e fondamentale espressione della natura sociale dell’uomo”. Ha poi osservato che la società e i governi hanno tutti gli incentivi per proteggere il matrimonio e la famiglia, come se fossero nel loro stesso interesse. Come ha scritto,

“La sua «sovranità» è indispensabile per il bene della società. Una Nazione veramente sovrana e spiritualmente forte è sempre composta di famiglie forti, consapevoli della loro vocazione e della loro missione nella storia. La famiglia sta al centro di tutti questi problemi e compiti: relegarla ad un ruolo subalterno e secondario, escludendola dalla posizione che le spetta nella società, significa recare un grave danno all’autentica crescita dell’intero corpo sociale. In altre parole, anche a prescindere da considerazioni specificamente spirituali, ci sono innumerevoli buone ragioni per cui i governi e le società dovrebbero concentrare le loro energie nell’incoraggiare matrimoni sani e famiglie forti”.

La vita familiare è essenziale per la missione della Chiesa

Tuttavia, se si prendono in considerazione gli insegnamenti della Scrittura sul ruolo della famiglia, dalla Genesi fino alla difesa intransigente del matrimonio da parte di Cristo e alla teologia mistica del matrimonio da parte di San Paolo, ci si rende conto che la famiglia non è solo il pilastro di una società forte e sana, ma è anche la palestra delle anime, e quindi ha un significato eterno, essendo essenziale per la missione salvifica della Chiesa.

Ciò è racchiuso nella nozione di famiglia come “Chiesa domestica”, un linguaggio che risale ai primi tempi della Chiesa. A questo proposito, Papa San Giovanni Paolo II spiega in Gratissimam sane: “La famiglia stessa è il grande mistero di Dio. Come «chiesa domestica», essa è la sposa di Cristo. La Chiesa universale, e in essa ogni Chiesa particolare, si rivela più immediatamente come sposa di Cristo nella «chiesa domestica» e nell’amore in essa vissuto: amore coniugale, amore paterno e materno, amore fraterno, amore di una comunità di persone e di generazioni”. (n. 19).

Altrove, nella Gratissimam sane, Papa San Giovanni Paolo II include questa notevole affermazione dell’importanza spirituale della famiglia, affermando come: “la famiglia si trovi al centro del grande combattimento tra il bene e il male, tra la vita e la morte, tra l’amore e quanto all’amore si oppone. Alla famiglia è affidato il compito di lottare prima di tutto per liberare le forze del bene, la cui fonte si trova in Cristo Redentore dell’uomo” (n. 23).

Una difesa della famiglia sorprendentemente potente!

Il matrimonio aumenta la soddisfazione personale

Una delle grandi soddisfazioni nel difendere gli insegnamenti della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia è quella di tenersi aggiornati sui molti modi in cui questi insegnamenti sono stati confermati dalla sociologia e dalla psicologia contemporanee.

Come ho spesso notato in passato, esiste un’enorme quantità di ricerche che dimostrano come matrimoni e famiglie forti producano un susseguirsi di progressi sociali indiscutibili. Si va dalla riduzione importante di fenomeni come la povertà, la criminalità, le malattie mentali e la spesa per l’assistenza sociale, all’aumento notevole di fenomeni come il rendimento scolastico dei figli, la mobilità sociale e il successo nella carriera.

Tuttavia, un aspetto che trovo particolarmente interessante sono le conseguenze positive del matrimonio e della vita familiare anche nei termini ristretti delle priorità della società contemporanea.

Mi spiego meglio.

Ci sono buone ragioni per credere che la società americana contemporanea sia la più individualista della storia. Una conseguenza di ciò è che raramente valutiamo le cose in termini di “bene comune”, preferendo invece concentrarci su valori iperindividualistici come la “realizzazione di sé”, l’“autorealizzazione” o la “felicità”, intesa in termini superficiali come sentimenti positivi.

L’amara ironia di questo focus contemporaneo sull’autorealizzazione individualistica rispetto al bene comune, tuttavia, è che produce in modo estremamente affidabile tutto tranne che la felicità.

A febbraio, per esempio, ho citato un articolo pubblicato dal New York Times su una mamma di due figli sposata che viveva uno stile di vita “di poliamore”, cioè che aveva relazioni sessuali con altri uomini, con il consenso del marito. Sebbene la donna sostenesse di perseguire queste relazioni per trovare “l’autorealizzazione”, ciò che emergeva più chiaramente dall’articolo era la sua profonda infelicità, inquietudine e miseria.

Confrontate la confusione e il caos della sua vita instabile e a volte grottescamente indecorosa con la serenità di una coppia sposata da tempo che ha coltivato consapevolmente e con cura un amore profondo e duraturo, radicato nella fedeltà e nel dono reciproco di sé. Sì, i membri di una tale coppia devono spesso aver scelto di negarsi l’uno o l’altro desiderio, sacrificando i propri desideri sull’altare del bene reciproco del loro matrimonio. Eppure, il frutto di questo non è l’amarezza o l’infelicità, ma piuttosto un tipo di serenità e di soddisfazione molto più profonda e duratura di qualsiasi cosa prodotta dalla rivoluzione sessuale.

In altre parole, un matrimonio di questo tipo non solo è positivo per la società e per i figli della coppia… ma è anche indiscutibilmente molto più soddisfacente per loro.

Un buon matrimonio migliora la felicità generale

Recentemente, il ricercatore in campo sociale Brad Wilcox ha pubblicato un libro intitolato “Get Married: Why Americans Must Defy the Elites, Forge Strong Families, and Save Civilization” (Sposarsi: Perché gli americani devono sfidare le élite, formare famiglie forti e salvare la civiltà, N.d.T.). Il titolo racchiude perfettamente il messaggio generale del libro.

Tuttavia, come osserva Wilcox, se esistono molte buone ragioni sociali per sostenere il matrimonio, è anche vero che tutte le ricerche affermano chiaramente che il matrimonio è enormemente potente come generatore di felicità e realizzazione personale.

Come scrive l’autore nel libro, “la qualità del matrimonio è, di gran lunga, il principale fattore di previsione di felicità in America. In particolare, le probabilità che uomini e donne dicano di essere ‘molto soddisfatti’ della propria vita sono più alte di un incredibile 545% per coloro che sono felicemente sposati, rispetto ai coetanei che non sono sposati o che non sono molto soddisfatti del proprio matrimonio”.

“Quando si tratta di prevedere la felicità generale, un buon matrimonio è molto più importante di quanta istruzione si riceve, di quanti soldi si guadagnano, di quanto spesso si fa sesso e, sì, anche di quanto si è soddisfatti del proprio lavoro”.

Forse la cosa più ironica di tutte è che la soddisfazione personale prodotta dal matrimonio si estende all’unico ambito che la nostra società venera sopra ogni altra cosa, cioè il sesso.

Secondo la “saggezza” comune della nostra epoca la soddisfazione sessuale è una delle cose più importanti della vita e il modo migliore per ottenerla è inseguire la novità sessuale con molti partner diversi. E se mai si dovesse trovare la stabilità con un partner, una delle cose più importanti da ricercare è la “compatibilità sessuale”, che si può conoscere solo se si sono avute relazioni sessuali con molte persone.

Tuttavia, come osserva Wilcox, tutte le ricerche indicano che, in media, le coppie sposate riferiscono di essere più felici anche dal punto di vista sessuale rispetto alle loro controparti non sposate. Così, mentre i profeti della “liberazione” sessuale predicano la promiscuità, l’infedeltà, il poliamore e la fornicazione come vie per l’auto-realizzazione, e il matrimonio come intrinsecamente oppressivo e fuori moda, sono coloro che sono sposati che hanno molte più probabilità di raggiungere anche gli obiettivi che la “liberazione” sessuale promette… e non riesce a mantenere.

La tranquilla saggezza della Chiesa tocca i nostri desideri più profondi

Uno dei temi che spesso sottolineo nei miei articoli è la saggezza tranquilla, stabile e spesso nascosta degli insegnamenti della Chiesa.

La storia della società secolare degli ultimi due secoli è un racconto pieno di rumore e di furore. Il mondo è stato testimone di una serie di nuove ideologie in continua evoluzione, annunciano tutte “la risposta” ai mali dell’umanità, come il socialismo rivoluzionario, l’eugenetica, il fascismo, il comunismo, lo scientismo, la rivoluzione sessuale e il transumanesimo.

In mezzo a questo vortice di idee alla moda e promesse messianiche, la Chiesa ha tranquillamente predicato gli stessi messaggi, più e più volte. Mentre la società civile è stata sconvolta da cambiamenti rapidi e spesso violenti, la Chiesa si è rifiutata di cambiare. Per questo è stata continuamente attaccata e accusata di ostacolare il “progresso”. Persino alcuni all’interno della Chiesa si sono agitati e preoccupati che la Chiesa fosse rimasta indietro e che dovesse cambiare per “stare al passo con i tempi”.

Eppure, ciò che abbiamo visto più e più volte è che la saggezza degli insegnamenti della Chiesa, che è formata dalla saggezza collettiva di molti millenni di esperienza e ispirata dalla voce ferma e tranquilla dello Spirito Santo, penetra molto più in profondità delle tendenze superficiali e appariscenti del giorno, indicando la vera natura della realtà e degli esseri umani.

I nostri moderni profeti della liberazione sessuale hanno dichiarato morto e inutile il matrimonio, un’istituzione che ha perso la sua utilità, da sostituire con un modello più nuovo e più libero di libertà sessuale che produrrebbe una nuova era scintillante di soddisfazione personale e sessuale.

Contro questo, la Chiesa è rimasta ferma, proclamando che “Matrimonio e famiglia sono istituzioni che devono essere promosse e difese da ogni possibile equivoco sulla loro verità, perché ogni danno arrecato ad esse è di fatto una ferita che si arreca alla convivenza umana come tale” (Sacramentum caritatis, n. 29).

Dovremmo meravigliarci e ringraziare per questa saggezza simile alla roccia che, contrariamente alle lamentele dei modernisti, non è “oppressiva” o “arretrata”. È piuttosto la chiave che apre le verità nascoste della natura umana, creando le condizioni per la fioritura degli esseri umani e la soddisfazione dei loro desideri più profondi. Non dobbiamo quindi stupirci se la ricerca scientifica imparziale conferma continuamente la saggezza degli insegnamenti della Chiesa e se quest’ultima rifiuta di “mettersi al passo con i tempi”.

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