La Resurrezione del Signore. Omelia di Mons. Ignacio Barreiro

Cari amici, il 13 aprile ricorrono i cinque anni della morte di Mons. Ignacio Barreiro, fondatore e direttore per diciotto anni dell’ufficio di Roma di Vita Umana Internazionale. Dal momento che l’anniversario cade a pochi giorni dalla Pasqua di Resurrezione del Signore, ci sembra opportuno ricordare don Ignacio pubblicando la sua omelia tenuta in occasione della Pasqua dell’anno 2014.

Buona lettura!

Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

In questa domenica celebriamo con gioia e speranza l’evento più importante e centrale della storia: Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, risorge vittoriosamente della morte e ci apre le porte del Cielo, come ricorda l’orazione di questa messa. La Resurrezione è la pietra angolare della nostra Fede. Come ci rammenta San Paolo, “se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede.” (I Cor. 15:14)

Innanzitutto, al contrario da quanto affermato da alcune interpretazioni contemporanee gravemente erronee, si deve ribadire con forza la natura storica della Resurrezione di Cristo. Questo è stato un evento storico, esattamente proprio come l’Incarnazione è stato un evento storico. Se si contemplano con gratitudine i numerosi episodi storici attraverso i quali Dio ha manifestato la sua potenza nella storia degli uomini, a maggior ragione si deve celebrare il più straordinario evento della storia dell’umanità.

Mons. Ignacio Barreiro † – Fondatore e Direttore (1998-2015) dell’ufficio di Vita Umana Internazionale – Roma

Come ricorda San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi, Cristo apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta. In seguito, aggiunge che, dal momento che scrisse questa lettera più di venti anni dopo questo straordinario evento, la maggior parte di loro era viva nel momento della scrittura, mentre alcuni erano morti. (I Cor. 15:6) Per questo molti testimoni furono in grado di confermare quello che aveva affermato. Anche se la Resurrezione è un evento storico, si può accettare in pieno solo grazie alla Fede che è un dono soprannaturale di Dio. Da parte nostra, dobbiamo aprirci a questo dono, e cercare di fare crescere la nostra fede per mezzo della preghiera e delle opere. La nostra fede ci donerà allora la certezza che Cristo è in Cielo alla destra del Padre e che ci aspetta pieno d’amore, in una bellissima dimora preparata per noi, come spesso ripetuto da Santa Teresa d’Avila. Questa verità deve essere sempre tenuta a mente e meditata, in particolare quando preghiamo nel Rosario il mistero glorioso dell’Ascensione del Signore.      

La Resurrezione di Cristo è il modello esemplare di come avverrà la nostra resurrezione alla fine dei tempi, se siamo stati degni di essere ammessi alla gloria del Cielo, quando i nostri corpi risorgeranno per essere riuniti alle nostre anime con tutta la bellezza del corpo glorioso. Ciò non deve destare meraviglia, perché siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, e quindi è ragionevole pensare che, pur con tutte le debite differenze esistenti tra Dio e gli uomini, la nostra resurrezione avverrà secondo la modalità della Resurrezione di Cristo. Inoltre, si può affermare che Dio Padre, nel momento di creare la nostra anima immortale, prese come modello il corpo glorioso di Suo Figlio. Se invece abbiamo rifiutato la grazia di Cristo, i nostri corpi risorgeranno pieni di bruttezza per avviarsi al dolore eterno.   

Con la sua gloriosa Resurrezione, Cristo dimostra la sua divinità e ci dona la possibilità di sconfiggere i dolori presenti nel mondo per colpa del peccato. Sta a noi accettare o rifiutare le grazie superabbondanti che Cristo ci elargisce grazie alla sua vittoria. Per merito della Resurrezione, tanto la sofferenza e le mortifere debolezze insite nella natura umana dopo il peccato originale, quanto i dolori causati dai peccati attuali dell’uomo, possono essere sconfitti. Se termineremo la nostra vita in stato di grazia, saremo liberati dei dolori prodotti del peccato originale nel momento stesso della nostra morte. Se moriremo in stato di grazia si apriranno per noi le porte del Paradiso, magari dopo un periodo di purificazione nel Purgatorio, necessario per la maggioranza degli uomini.

Se in questo mondo viviamo in conformità ai comandamenti di Cristo, abbiamo la possibilità con l’aiuto della Sua grazia, di sconfiggere le conseguenze dei peccati attuali e di mitigare le conseguenze del peccato originale.  La Resurrezione di Cristo è una forte chiamata a evangelizzare il mondo, cosicché tutti gli uomini, nessuno escluso, possano credere in Lui e vivere le loro vite in conformità con i Suoi insegnamenti pieni d’amore. Per questo la Resurrezione di Cristo ci dona una doppia speranza, innanzi tutto di entrare in Paradiso, e poi di ottenere le grazie necessarie per cambiare questa terra.  

Abbiamo il diritto e il dovere d’immaginare e augurarci un mondo che sia in gran parte libero dai peccati personali e sociali che distruggono e rendono profondamente infelici tutti gli uomini. Abbiamo questo diritto perché questo è il piano pieno di amore di Dio per il mondo. Ma sappiamo anche che purtroppo la realtà del peccato personale sarà sempre con noi fino alla seconda venuta di Cristo, a causa delle conseguenze del peccato originale che ferisce in forma permanente la nostra natura. Non di meno, questa conoscenza non ci esime dal dovere di impegnarci per l’instaurazione di un mondo nel quale tutti gli uomini vivano in conformità con gli insegnamenti di Cristo.

Per queste ragioni oggi preghiamo, con l’intercessione della Santissima Vergine Maria, di riuscire ad amare sempre di più Suo Figlio benedetto e rendiamo grazie per la sua Resurrezione. Se lo faremo, la gioia di questa domenica rimarrà con noi tutto l’anno.     

Auguro a tutti voi una Santa e Felice Pasqua.

Sia lodato Gesù Cristo!

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