L’allarme per il calo delle nascite

Di Don Shenan J. Boquet

(Originale in Inglese)

La rivista Time ha appena nominato l’Amministratore Delegato di Tesla Elon Musk “Uomo dell’anno”. L’articolo del Time su Musk, l’uomo più ricco del mondo, si concentra naturalmente sulla straordinaria carriera di Musk, fondatore e Amministratore Delegato di società che stanno cambiando il mondo come Paypal, Neuralink, SpaceX e, naturalmente, Tesla.

Tuttavia, Musk è stato recentemente molto presente nei notiziari per un’altra ragione: ha messo in guardia il mondo per il pericolo causato dal crollo demografico globale. “Non riesco a metterlo abbastanza in evidenza: Non ci sono abbastanza persone”, ha dichiarato Musk durante l’incontro del Consiglio degli Amministratori Delegati organizzato dal Wall Street Journal un paio di settimane fa. “Uno dei più grandi rischi della civiltà è il basso tasso di natalità e il suo rapido declino”.

Dire che questo è un messaggio insolito da parte di un miliardario è un eufemismo. Dalla fine degli anni Sessanta, la maggior parte dell’élite ricca del mondo ha più o meno fatta sua l’ideologia del controllo demografico, convinta dalle teorie apocalittiche di Paul Ehrlich, autore del best-seller La bomba demografica.

Il miliardario Bill Gates e la sua ormai ex moglie Melinda Gates, per esempio, hanno investito una parte cospicua della loro ricchezza nella causa della riduzione della popolazione globale. La recente donazione di Gates di 1,7 milioni di dollari a un gruppo di ricerca che lavora sulla contraccezione maschile è la punta dell’iceberg. Nel 2017, la Fondazione Gates ha annunciato di aver finanziato con oltre 375 milioni di dollari la “pianificazione familiare” per quattro anni, e che questa era solo l’ultima di molte donazioni per ridurre la popolazione.

P. Shenan Boquet Presidente di VUI

Musk, tuttavia, è noto per una vena di pensiero indipendente, in quanto molte delle sue opinioni sfuggono a una facile categorizzazione. Questa non è la prima volta che ha lanciato l’allarme sui nefasti effetti a lungo termine del crollo demografico. All’inizio di quest’anno ha twittato: “Il crollo demografico è potenzialmente il più grande rischio per il futuro della civiltà”, facendo riferimento a un articolo del Wall Street Journal sul calo delle nascite negli Stati Uniti.

In realtà, ha ripetutamente affrontato la questione almeno dal 2017. In alcune osservazioni del 2019, ha osservato che “la maggior parte delle persone pensa che abbiamo troppe persone sul pianeta, ma in realtà, questa è una visione superata”.

Le persone sono preziose

Musk ha ragione. Anche se egli può essere la persona di più alto profilo a lanciare l’allarme del depopolamento, sempre più politici ed economisti stanno iniziando ad aprire gli occhi sulla realtà che un mondo senza bambini pone sfide e rischi enormi.

Uno studio pubblicato l’anno scorso su The Lancet, una delle riviste mediche più prestigiose del mondo, ha previsto un crollo “sconvolgente” della fertilità globale entro il 2100. Come riportato dalla BBC, “i ricercatori si aspettano che il numero di persone sul pianeta raggiunga il picco di 9,7 miliardi intorno al 2064, prima di scendere a 8,8 miliardi entro la fine del secolo”.

“Questa è un fatto molto grave; la maggior parte del mondo sta passando ad una fase di declino naturale della popolazione”, dice il ricercatore Prof. Christopher Murray. “Penso che sia molto difficile comprendere e capire quanto sia impattante questo dato; è qualcosa di straordinario, dovremo riorganizzare le società” (Traduzione nostra, N.d.T.).

Mentre i profeti di sventura del sovrappopolamento vedono nell’essere umano un inconveniente, ciò che Musk riconosce è che, anche da una prospettiva solo materiale, le persone sono anche (e soprattutto) una risorsa. Cioè, le persone non sono solo esseri biologici che consumano risorse. Sono anche esseri intelligenti che usano il loro ingegno e la loro creatività per fare cose buone e per cambiare in meglio il mondo.

Questo non significa che sia del tutto irragionevole preoccuparsi per le sfide concrete poste dalla rapida crescita della popolazione. Nell’enciclica Evangelium Vitae, anche Papa San Giovanni Paolo II ha riconosciuto che alcuni paesi più poveri “presentano in genere un tasso elevato di aumento della popolazione, difficilmente sopportabile in un contesto di minore sviluppo economico e sociale, o addirittura di grave sottosviluppo”. Tuttavia, di fronte a queste sfide, ha osservato il Santo Padre, politici creativi devono lavorare sodo per mettere in pratica “programmi di crescita culturale e di giusta produzione e distribuzione delle risorse” invece di “politiche antinataliste”. (Evangelium Vitae, 16).

Infatti, nonostante la paura costante che ha accompagnato la crescita della popolazione fin da quando Thomas Malthus aveva pubblicato nel 1798 il suo Saggio sul principio di popolazione, una popolazione in crescita costante non ha causato le malattie apocalittiche e la fame che Malthus aveva predetto. Al contrario, gli ultimi secoli hanno visto progressi senza precedenti nella salute e nel benessere umano, con la diffusa eradicazione delle malattie infantili, un cospicuo aumento della longevità e la riduzione della fame nel mondo che sono andate oltre le previsioni anche dei più inguaribili ottimisti.

Anche uno come Musk può capire che gli esseri umani sono qualcosa di veramente speciale, e che qualsiasi tentazione di concepire gli esseri umani come “parassiti” che consumano risorse – si  pensi alla sfuriata dell’agente Smith nel film Matrix – è basata su un’incomprensione catastrofica non solo della dignità intrinseca di ogni essere umano, ma anche di dati pratici di come gli esseri umani usano le risorse: non con la rapacità incontrollata di un’orda di locuste, ma con intelligenza e lungimiranza.

Elon Musk è la persona del 2021 per Time

Una visione cattolica dei problemi della popolazione

Se anche un non cristiano come Musk può comprendere che l’ideologia del sovrappopolamento è catastroficamente sbagliata, noi dobbiamo andare ancora più a fondo. Nella visione cristiana del mondo, non solo le singole persone umane sono potenziali risorse materiali, ma sono anche qualcosa di molto, molto più grande: esseri fatti a immagine e somiglianza di Dio.

Come insegna il Catechismo, “soltanto l’uomo è chiamato a condividere, nella conoscenza e nell’amore, la vita di Dio […] questa la ragione fondamentale della sua dignità […] Essendo ad immagine di Dio, l’individuo umano ha la dignità di persona; non è soltanto qualche cosa, ma qualcuno” (CCC, 356-357).

Radicata in una profonda comprensione dell’inesprimibile dignità di ogni singola persona umana, la Chiesa cattolica ha ripetutamente messo in guardia contro un approccio semplicistico per affrontare problemi complessi secondo il quale la risposta consiste nell’eliminazione degli esseri umani che soffrono per quei problemi. Anche nel migliore dei casi, questa visione porta inevitabilmente ad un paternalismo cinico che deruba le nazioni in via di sviluppo della loro libertà, e nel peggiore dei casi, ad orribili abusi che violano i diritti umani, come l’aborto forzato e le politiche di sterilizzazione che abbiamo visto in posti come la Cina e l’India.

Dobbiamo rinunciare al sofisma secondo il quale “essere numerosi significa condannarsi ad essere poveri”, ha detto Papa San Giovanni Paolo II nel discorso d’apertura al Vertice Mondiale sull’Alimentazione nel 1996. “Sarebbe illusorio credere che una stabilizzazione arbitraria della popolazione mondiale o anche la sua diminuzione possa direttamente risolvere il problema della fame”.

Nell’Enciclica Evangelium Vitae il Papa Santo ha paragonato i capi globalisti che pretendono di imporre il controllo demografico alle nazioni in via di sviluppo, al Faraone che aveva ordinato l’uccisione dei primogeniti degli Israeliti schiavi dalla nascita. Egli ha scritto:

“Allo stesso modo si comportano oggi non pochi potenti della terra. Essi pure avvertono come un incubo lo sviluppo demografico in atto e temono che i popoli più prolifici e più poveri rappresentino una minaccia per il benessere e la tranquillità dei loro Paesi. Di conseguenza, piuttosto che voler affrontare e risolvere questi gravi problemi nel rispetto della dignità delle persone e delle famiglie e dell’inviolabile diritto alla vita di ogni uomo, preferiscono promuovere e imporre con qualsiasi mezzo una massiccia pianificazione delle nascite. Gli stessi aiuti economici, che sarebbero disposti a dare, vengono ingiustamente condizionati all’accettazione di una politica antinatalista” (Evangelium Vitae, 16).

Il Santo Padre ha aggiunto che qualsiasi tentativo di affrontare le problematiche demografiche deve “sempre presupporre e rispettare la responsabilità primaria ed inalienabile dei coniugi e delle famiglie”. Certamente, i capi politici “non possono ricorrere a metodi non rispettosi della persona e dei suoi diritti fondamentali, a cominciare dal diritto alla vita di ogni essere umano innocente” (Evangelium Vitae, 91).

E ha poi concluso: “È, quindi, moralmente inaccettabile che, per regolare le nascite, si incoraggi o addirittura si imponga l’uso di mezzi come la contraccezione, la sterilizzazione e l’aborto” (Evangelium Vitae, 91).

Musk è sulla giusta strada

Va da sé che le opinioni di Musk non hanno nulla a che vedere con la ricchezza della visione cattolica. In fin dei conti, Musk sta solo guardando il problema da un punto di vista puramente pragmatico, richiamando la nostra attenzione sul fatto che il calo delle nascite fa presagire una rapida diminuzione della forza lavoro, l’invecchiamento della popolazione, la riduzione della produzione economica, la riduzione del gettito fiscale, importanti cambiamenti demografici, ecc.

Tuttavia, è sulla giusta strada. Nel riconoscere che gli esseri umani sono una risorsa più che una responsabilità, è almeno a metà strada verso una comprensione più profonda della persona umana rispetto a Bill Gates, che ha dedicato la sua vita a garantire che non ci siano più esseri umani di quello che lui ritiene essere il numero ideale.

“Siate fecondi e moltiplicatevi”, disse Dio ad Adamo ed Eva nella Genesi. Questo avviene subito dopo il passaggio che recita così: “E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Genesi, 1:28; 26-27).

Ogni essere umano venuto alla luce non è solo un’altra bocca da sfamare, ma è un’immagine di Dio Stesso, una scintilla divina sulla terra, dotata di razionalità e di un’anima spirituale capace di intima unione con Dio Stesso. Ad un livello più terreno, ogni essere umano è un’altra potenziale madre, padre, figlia, figlio, amica, un altro impiegato, contribuente, inventore e creatore. Ogni vita umana è una vita di inesprimibile ricchezza: di trionfi, dolori, gioie, realizzazioni. Ogni essere umano venuto alla luce ha la capacità di dare qualcosa al mondo che nessun altro può dare.

Qui mi vengono in mente le parole di Papa Benedetto XVI nell’Enciclica Caritas in Veritate:

“Quando una società s’avvia verso la negazione e la soppressione della vita, finisce per non trovare più le motivazioni e le energie necessarie per adoperarsi a servizio del vero bene dell’uomo. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L’accoglienza della vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco. Coltivando l’apertura alla vita, i popoli ricchi possono comprendere meglio le necessità di quelli poveri, evitare di impiegare ingenti risorse economiche e intellettuali per soddisfare desideri egoistici tra i propri cittadini e promuovere, invece, azioni virtuose nella prospettiva di una produzione moralmente sana e solidale, nel rispetto del diritto fondamentale di ogni popolo e di ogni persona alla vita” (Caritas in Veritate, 28).

E così, piuttosto che reagire alla vita umana con la paura, come l’élite che controlla la popolazione ha fatto per così tanto tempo, dovremmo, come civiltà, gioire per ogni nuova vita, e rifiutare la tentazione tecnocratica secondo la quale possiamo costruire un mondo migliore violentando la natura per i nostri meschini scopi. Perché, come Musk ha giustamente sostenuto, potremmo imparare troppo presto che ci sono conseguenze spiacevoli per la nostra miope arroganza.

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