Le disastrose conseguenze di ignorare la dignità umana!

Di Don Shenan J. Boquet

(Originale in Inglese)

Non avrei mai pensato che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei dovuto lodare il New York Times per aver condotto una battaglia contro una forza potente nel contesto della cultura della morte che quasi nessun altro ha avuto il coraggio o la risoluzione di affrontare. Ma è proprio quello che è successo la scorsa settimana.

Nicholas Kristof, opinionista del Times, negli ultimi giorni ha rivolto la sua attenzione a Pornhub, il più grande sito di pornografia al mondo. Secondo quanto riferito, Pornhub accoglie circa 10,5 miliardi di visitatori al mese, superando anche Netflix in termini di visualizzazioni.

Pornhub, per inciso, è di proprietà di una società chiamata MindGeek, che ha sede a Montreal, in Canada. MindGeek possiede un enorme consorzio di oltre cento siti web pornografici, che insieme costituiscono di gran lunga il più grande impero della pornografia al mondo.

Ci sono molti, molti problemi con Pornhub e MindGeek, a cominciare dal fatto che operano nella pornografia, che è un’industria disumana che riduce uomini, donne e bambini vulnerabili a prodotti di consumo.

Tuttavia, uno dei problemi più inquietanti di Pornhub è la sua completa e totale noncuranza circa l’enorme quantità di contenuti assolutamente illegali, violenti, misogini e moralmente abominevoli che gli utenti caricano e visualizzano nel sito ogni giorno.

Lo scorso anno, Pornhub è stato oggetto di un esame sempre più attento. Tuttavia, in quanto oscura società multimiliardaria, i cui tentacoli raggiungono quasi tutte le famiglie del pianeta, finora ha resistito con arroganza a ogni attacco, sgominando gli attivisti in difesa delle donne e contro la pornografia che hanno cercato di dare l’allarme.

Persino una petizione firmata da oltre due milioni di persone, che chiedeva la chiusura di Pornhub, fino ad oggi non ha sortito quasi alcun effetto tangibile.

P. Shenan Boquet Presidente di VUI

I bambini di Pornhub

Ma tutto questo è cambiato nelle ultime due settimane, quando Kristof ha deciso di indagare e denunciare quanto sia pessima la gran parte dei contenuti disponibili su Pornhub.

Il primo degli articoli di Kristof è intitolato, in modo agghiacciante, “I bambini di Pornhub ”.

Kristof riassume così quello che ha trovato:

“Il sito di Pornhub è infestato da video di stupri. Monetizza stupri di bambini, porn revenge, video di donne che fanno la doccia riprese da telecamere nascoste, contenuti razzisti e misogini e riprese di donne asfissiate con sacchetti di plastica. Una ricerca di “ragazze sotto i 18 anni” o “14 anni” porta in ogni caso a più di 100.000 video. Non tutti riprendono bambini violentati, ma troppi lo fanno.

Alcune delle storie che Kristof ha scoperto sono così sconvolgenti che è difficile persino riassumerle. C’è, ovviamente, l’ormai famigerato caso della ragazza di 15 anni che è scomparsa da casa e che è stata trovata solo dopo che sua madre ha scoperto 58 suoi diversi video pornografici su Pornhub.

Un’altra ragazza di 14 anni, Serena Fleites, è stata convinta dal suo ragazzo a registrare video pornografici per lui. Pornhub consente agli utenti di caricare i propri video pornografici sul sito, nonché di scaricare video dal sito sul proprio computer. Abbastanza presto, i video di Serena sono finiti su Pornhub. Anche se sua madre ha convinto il sito a rimuovere i video, in breve tempo sono ricomparsi. Ogni volta che vengono eliminati, riappaiono prontamente, rendendo impossibile a Serena di lasciarsi alle spalle questo capitolo della sua vita.

Serena era così traumatizzata dagli sguardi e dai commenti che si attirava a scuola che ha iniziato a saltare le lezioni. Kristoff racconta il resto della sua storia:

“Fleites ha litigato con sua madre e ha iniziato a farsi dei tagli. Poi un giorno ha aperto l’armadietto dei medicinali e ha preso tutte le pillole antidepressive che è riuscita a trovare.

Tre giorni dopo, si è svegliata in ospedale, delusa di essere ancora viva. Poi si è impiccata in bagno; la sua sorellina l’ha trovata e i medici l’hanno rianimata.

Mentre Fleites precipitava nell’abisso, un amico l’ha introdotta alle metanfetamine e oppioidi, e lei è diventata dipendente da entrambi. Ha abbandonato la scuola ed è diventata una barbona.

Alla fine, tanto per sbarcare il lunario, all’età di 16 anni Serena ha cominciato a realizzare e vendere altri foto e video, che inevitabilmente sono finiti anche su Pornhub. Ora è fuori dalla droga, ma vive nella sua macchina. «Un’intera vita può essere cambiata a causa di un piccolo errore», ha detto.

Kristoff ha intervistato anche altre vittime, molte delle quali alla fine hanno tentato il suicidio, e tutte hanno sottolineato il brutale fatto psicologico che, mentre l’aggressione fisica che hanno subito ha avuto fine, Pornhub ha prolungato la sofferenza conservandola e mostrandola al mondo per il piacere altrui.

“Epstein su scala industriale”

Kristoff naturalmente, da liberale del New York Times, ha rivendicato di non essere contrario alla pornografia. È solo infastidito dal fatto che MindGeek e Pornhub approfittano di contenuti illegali e violenti, nei quali i partecipanti non sono, o legalmente non possono essere, consenzienti.

Ha torto, ovviamente, nello snobbare così sprezzantemente i problemi della pornografia in generale. Ma prendiamo il bene che c’è. E quando la Grey Lady (cioè il New York Times) va all’attacco, le persone si siedono e stanno ad ascoltarla.

Osserva Kristoff:

Pornhub sembra essere sempre più allarmato per le responsabilità civili o penali. Gli avvocati stanno circondando la compagnia e nove donne hanno intentato una causa nel tribunale federale dopo che i video delle telecamere nascoste sono comparse su Pornhub. I video sono stati girati in uno spogliatoio al Limestone College nella Carolina del Sud e ritraevano donne mentre facevano la doccia e si cambiavano i vestiti.

La buona notizia è che dopo l’articolo di Kristoff, alcune cose relativamente importanti sono accadute abbastanza rapidamente. In primo luogo, Pornhub ha istituito (o ha affermato di istituire) politiche molto più rigorose, tra cui consentire solo agli utenti verificati di caricare video e impedire a chi guarda di scaricare i video dal sito. Ovviamente, sarebbe meglio se Pornhub non esistesse. Ma se queste misure proteggono i bambini e altre vittime di sfruttamento e violenze, allora è già qualcosa.

Tuttavia, forse la notizia più importante è che Visa e Mastercard hanno annunciato di aver interrotto i rapporti finanziari con Pornhub. PayPal aveva già tagliato i ponti in precedenza. Questo cambiamento intaccherà enormemente i profitti di Pornhub. Possiamo sperare che segnerà l’inizio della fine, anche se date le dimensioni di MindGeek, probabilmente ci vorrà più di questo.

Quattro senatori degli Stati Uniti hanno anche introdotto una legislazione che renderebbe più facile per le vittime citare in giudizio le compagnie pornografiche. Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha annunciato che il Canada sta esaminando leggi per regolamentare società come MindGeek. E, sostiene Kristoff, vari avvocati stanno contemplando azioni civili e penali contro l’azienda.

Tuttavia, Kristoff nota giustamente che questo è a malapena un graffio superficiale. Altri enormi siti pornografici, non di proprietà di MindGeek, ospitano anche un numero impressionante di video taggati con parole chiave inquietanti che suggeriscono che le ragazze presenti sono minorenni e persino preadolescenti.

“La maggior parte dei risultati probabilmente non coinvolge i bambini”, scrive, “ma troppi li coinvolgono, e il sito attira i pedofili che possono quindi caricare i loro video. Questo è Jeffrey Epstein su scala industriale”.

Chiudere l’industria della pornografia

Poiché Kristoff non è disposto a parlare dell’elefante nel salotto, lo farò io. Il problema della pornografia non consiste solo nel fatto che criminali senza scrupoli approfitteranno di bambini o donne fragili non consenzienti. È che la pornografia è intrinsecamente violenta e disumana.

L’avvento di Internet ha liberato un mostro nel mondo. Nel giro di pochi anni, la pornografia è passata dall’essere un fenomeno relativamente marginale, difficile da trovare e spesso di scarsa qualità, a qualcosa che va in onda in streaming, in alta definizione, in quantità illimitata, su richiesta, nelle nostre camere da letto, e ora, attraverso lo smartphone, nelle nostre tasche.

I vecchi argomenti della “libertà di parola” che permettevano alle riviste pornografiche e alle case cinematografiche di operare impunemente non sono più all’altezza del compito da assolvere in questo mondo nuovo. Il mondo della pornografia ad alta definizione su richiesta è semplicemente molto più avvincente, molto più distruttivo e molto più dannoso dal punto di vista culturale di qualsiasi cosa mai venuta prima.

Le statistiche parlano chiaro: una maggioranza significativa di uomini e una quantità crescente di donne guarda regolarmente la pornografia. Tuttavia, se si comprende quanto il contenuto che stanno guardando sia indicibilmente degradante, si comincia a comprendere quanto questo fenomeno sia profondamente pernicioso per la salute della società, per non parlare dei gravissimi danni spirituali prodotti alle anime immortali delle persone.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica è molto sintetico, ma diretto, su come i governi dovrebbero regolarsi con la pornografia. La pornografia, si dice, “è una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici”. (CCC, 2354).

La libertà di parola non deve tutelare l’oscenità. Siti come Pornhub si guadagnano da vivere con lo sfruttamento e la degradazione di uomini, donne e bambini. In molti casi, anche le donne presumibilmente “consenzienti” risultano essere in realtà forzate, o sottoposte a pressioni dalle circostanze, per fare qualcosa in un momento di disperazione di cui presto si pentono e che rimpiangeranno per il resto della loro vita.

La pornografia è una vera piaga che porta conseguenze disastrose. La rubrica di Kristoff ha dato il via a un dibattito. Ma sta a noi portarlo a termine, e condurlo alla sua logica conclusione. È tempo di denunciare e chiudere l’industria della pornografia.

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