Un premio a Maria Goretti Xalxo: ha nutrito i migranti nella pandemia
di Nirmala Carvalho – 19/04/2021
Fonte: www.asianews.it
Alla donna che si prende cura dei lavoratori rimasti senza nulla e lontani da casa a causa del lockdown, l’arcidiocesi ha assegnato il premio “Rosa e giglio” per la difesa della vita: “Ha creato consapevolezza su forme allarmanti di negazione della dignità umana ed esclusione”.
Mumbai (AsiaNews) – Ieri 18 aprile la Commissione diocesana per la tutela della vita umana (Dhlc) dell’arcidiocesi di Mumbai ha assegnato alla signora Maria Goretti Xalxo il premio “Giglio e rosa” per il suo impegno in favore dei lavoratori tribali migranti. Si tratta di un riconoscimento riservato a quanti si adoperano per la difesa della vita che venne istituito da padre Mathew Habiger sotto l’egida di Human Life International nel 2000 in occasione della settima conferenza mondiale tenuta a Mumbai.
“La cerimonia – racconta ad AsiaNews il dottor Pascoal Carvalho, membro della commissione diocesana – si è tenuta in forma virtuale a causa della perdurante pandemia, ma anche in questo tempo era essenziale continuare a celebrare la vita intorno a noi. Il servizio disinteressato di Maria Goretti Xalxo ai tribali migranti andava riconosciuto: il Covid-19 ha mostrato la loro vulnerabilità, li ha spinti sull’orlo della fame con forme allarmanti di negazione della dignità umana ed esclusione. L’impegno di Maria Goretti crea consapevolezza del servizio missionario dei laici che, ispirati dal Vangelo, si fanno carico di opere di carità, giustizia, pace e solidarietà nei confronti dei più vulnerabili”.
Parlando via Zoom ai partecipanti alla cerimonia, Maria Goretti Xalxo ha raccontato la sua missione: “Sono un’operatrice sociale da 35 anni, ho utilizzato le mie competenze per servire al meglio la società in vari ambiti. In molte occasioni ho avuto la possibilità di incontrare i tribali migranti del Chhotanagpur (gli Stati indiani del Jharkhand, Chhattishgarh e Orissa ndr) che abitano a Mumbai. La maggior parte lavorano come domestiche, braccianti, autisti o nell’economia informale”.
L’impegno con loro riflette anche la storia personale di Maria Goretti: “Sono nata nella tribù di Khadia – racconta – e ho sposato un tribale Oraon. Sono arrivata a Mumbai per studiare nel 1985: a quel tempo non c’era quasi nessuno che dichiarasse apertamente la propria origine tribale, perché si veniva associati a tanti pregiudizi. I tribali migranti sono la fascia di popolazione più vulnerabile a Mumbai: non viene riconosciuta loro alcuna identità, sono semplicemente lavoratori domestici. Per questo con la mia famiglia e con l’aiuto dell’allora vescovo ausiliare Agnelo Gracias abbiamo deciso di darci da fare per preservare la loro identità e proteggere i loro diritti”.
Una delle azioni concrete sono stati i matrimoni: “Mi sono resa conto – continua Maria Goretti Xalxo – che molte coppie vivevano insieme senza essere sposate, per ragioni culturali ma anche per difficoltà ecclesiali. Queste coppie avevano bambini e, di fatto, vivevano nascoste, senza partecipare all’Eucaristia e alle altre celebrazioni. Il numero continuava a crescere. Così dal 2013, insieme all’arcidiocesi di Mumbai, abbiamo cominciato a organizzare dei matrimoni collettivi alla domenica”.
L’impegno in favore dei tribali migranti è diventato particolarmente urgente con la pandemia. “Con il lockdown improvviso, un anno fa – ricorda Maria Goretti Xalxo – nell’arco di una sola notte i lavoratori migranti si sono trasformati in profughi. Con la congregazione dei Redentoristi abbiamo fondato l’associazione Pahunch, per contattarli, sfamarli e organizzare i viaggi di ritorno al villaggio in modo che non dovessero percorrere a piedi migliaia di chilometri. Come team abbiamo protetto dal caos, dall’ansia e dalla fame circa 10mila persone. Ed è un impegno che continua: il prossimo obiettivo è costruire una rete di contatti nei loro villaggi d’origine e nelle parrocchie”.
Tra i primi a congratularsi con Maria Goretti Xalxo l’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, John Barwa: “Meriti questo premio – le ha detto – Dio vede e conosce meglio di noi la tua sincerità e la tua dedizione. Che Lui ti benedica e ti permetta di continuare a lungo questo servizio”.