Il matrimonio è morto dieci anni fa
Di Don Shenan J. Boquet
(Originale in Inglese)
Meno di dieci anni fa, il Presidente Barack Obama era contrario al “matrimonio” tra persone dello stesso sesso. Quindi la pensava come quasi tutti gli altri. I legislatori e molte persone, stato dopo stato, hanno votato a favore degli emendamenti che definivano il matrimonio come l’unione di un uomo e una donna.
Ricordo con chiarezza come da sette a dieci anni fa, molte persone considerassero il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso come una proposta assurda, solo un’altra idea stravagante elaborata dai progressisti che non sarebbe mai decollata. Ovviamente, solo un uomo e una donna potevano sposarsi. Sostenere il contrario era una follia.
Poi il Presidente “si è evoluto”. E, in seguito, gli attivisti sono intervenuti nei tribunali rovesciando la volontà popolare. E infine, anche la Corte suprema si è adeguata.
Stranamente, quando la Corte Suprema ha imposto il “matrimonio” omosessuale nel paese – nonostante il fatto che la maggior parte dei cittadini in così tanti Stati sia andata alle urne per fermare questo esperimento sociale radicale e senza precedenti – la maggior parte delle persone ha semplicemente alzato le spalle ed è andata avanti con la propria vita.
E non ha mai smesso di alzare le spalle. Anche molti di quelli che si erano strenuamente opposti al “matrimonio” omosessuale hanno accettato la sentenza della Corte con una sorprendente rassegnazione. Alcune delle ragioni di questa noncuranza sono perfettamente comprensibili: ad esempio, come è possibile convincere la Corte Suprema a ribaltare la sua stessa sentenza? O come possiamo convincere un Congresso diviso, con una grande percentuale di democratici estremisti, a approvare un emendamento costituzionale a tutela del matrimonio? La situazione sembra senza speranza. E perché sprecare energia combattendo contro i mulini a vento?
Una trasformazione rapida e radicale
Ma penso anche che ci sia un’altra ragione, molto più discutibile, per cui le persone hanno smesso di lottare per il matrimonio: Cioè, quando le coppie omosessuali hanno cominciato a “sposarsi”, dall’oggi al domani non è cambiato nulla. Le coppie eterosessuali hanno continuato a sposarsi come prima. La società non è crollata istantaneamente. Dio non ha mandato fuoco e zolfo, come ha fatto con Sodoma e Gomorra. Forse tutte le preoccupazioni erano esagerate?
Tuttavia, come sostengono in modo convincente il professor Robert George e Ryan T. Anderson in un articolo sconvolgente pubblicato recentemente su USA Today, l’idea che la legalizzazione del “matrimonio” omosessuale non avrebbe radicalmente modificato la nostra cultura in peggio è quanto meno ingenua. George e Anderson elencano una serie di cambiamenti che hanno seguito la ridefinizione del matrimonio, sottolineando in particolare la rapida erosione della libertà dei Cristiani che credono nella famiglia tradizionale e l’impatto sulle giovani generazioni che stanno crescendo impregnate dell’ideologia radicale LGBT.
Gli studiosi osservano come, in principio, i sostenitori del “matrimonio” omosessuale avessero insistito sul fatto di volere solo la “libertà di sposarsi”. Tuttavia, poi aggiungono: “Non sorprende che una volta che abbia prevalso la campagna il cui motto era “vivi e lascia vivere”, abbiano iniziato a darsi da fare per chiudere le agenzie cattoliche di adozione e a perseguitare i fornai e i fioristi evangelici. Questo dimostra che non si è mai trattato di un ‘vivi e lascia vivere’, ma che quella era una posizione meramente strategica”.
Tuttavia i cambiamenti più profondi sono a livello culturale. Scrivono gli autori: “La legge modella la cultura; la cultura modella le credenze; le credenze modellano il comportamento. La legge oggi in pratica, afferma che le mamme e i papà sono sostituibili, che il matrimonio riguarda solamente relazioni tra adulti consenzienti, qualunque sia la composizione della coppia scelta dalle parti. Tutto questo mina la verità che ai figli spettano una madre e un padre, e un solo padre e una sola madre.
Così, ogni ragionevole giustificazione delle norme coniugali è minata alle fondamenta. Dopotutto, se il matrimonio è ridotto a pura relazione romantica perché imporre la monogamia? Non c’è nulla di magico nel numero due, come sottolineano i difensori del “poliamore”. Se il matrimonio non è quell’unione coniugale che unisce un uomo e una donna in una carne sola, perché dovrebbe presupporre o comportare l’esclusività sessuale? Se non è quell’unione totale intrinsecamente ordinata alla nascita e all’educazione dei figli, perché dovrebbe essere stabile?”
Non c’è da stupirsi se oggi si assiste a una crescente propaganda nei grandi media e persino nelle scuole dei nostri figli a favore dei “matrimoni aperti”, dei “rapporti a tre”, del “poliamore” e di ogni sorta di pratica sessuale aberrante, come il BDSM (bondage, disciplina, e sadomasochismo).
Rane in acqua bollente
Il fatto è che un cambiamento sociale non è qualcosa che si può cogliere facilmente in un colpo d’occhio. Per comprendere la natura e la profondità del cambiamento sociale nel corso degli anni è necessario raccogliere e analizzare un’ampia gamma di dati. Disgraziatamente, la maggior parte di noi semplicemente non è in grado di farlo. Non c’è il tempo per fare o leggere una ricerca, in modo da analizzare l’intero panorama sociale. Inoltre, i nostri ricordi personali sono notoriamente inaffidabili.
Molti di noi dimenticano infatti come stavano le cose l’anno precedente e ancor di più dieci anni prima. Certamente, potremmo essere turbati dalla crescente sfacciataggine del movimento LGBT, dalla sempre più pervasiva rappresentazione dell’omosessualità nei media popolari (inclusi quelli rivolti ai bambini) o dall’estremismo del nuovo movimento transessualista, ma generalmente non siamo in grado di collocare le cose in una prospettiva, per vedere quanto sia vasto e rapido il cambiamento che si è prodotto sulla scia di una decisione apparentemente “limitata” della Corte Suprema.
Un mio amico mi ha recentemente raccontato che era intenzionato a fare installare ai suoi figli l’applicazione Duolingo, per altro eccellente, per imparare le lingue online. Poi un suo familiare lo ha avvertito che alcune storie, tra le nuove “storie” di Duolingo, hanno spesso per protagoniste coppie omosessuali. Questo accade ovunque. Un numero assolutamente sproporzionato di film e programmi TV di Netflix hanno per protagonisti personaggi omosessuali o transessuali. Nel nuovo film di Guerre Stellari c’è un bacio lesbico, così come in un numero crescente di film di Hollywood rivolti a bambini e adolescenti. I curricula scolastici di tutto il mondo sono riscritti includendo la “diversità”. Sempre più scuole elementari hanno innalzato sull’asta la bandiera arcobaleno, alcune delle quali per 365 giorni all’anno, come se le questioni LGBT fossero in qualche modo allo stesso livello della nostra identità nazionale o statale.
Siamo le proverbiali rane nell’acqua bollente. Dieci anni fa non dovevi certo preoccuparti del fatto che, andando in biblioteca, i tuoi figli potessero essere messi davanti a un noto pedofilo travestito che legge favole, inoculando nei bambini l’idea che il genere sia semplicemente un costrutto sociale e che potrebbero essere nati nel “corpo sbagliato” (qualunque cosa significhi esattamente). Sentiamo parlare di queste cose così spesso che temo che arriveremo a pensare che le cose siano sempre andate così.
La famiglia e l’attacco alla memoria
In una risposta molto perspicace all’articolo di George e Anderson, Rod Dreher ha sostenuto che provocare la perdita della memoria sociale collettiva è esattamente il punto di partenza dell’attacco alla famiglia. Senza la memoria a lungo termine, una società è vulnerabile alle ideologie radicali, che possono apportare cambiamenti rapidi e radicali senza che le persone si accorgano in realtà di quello che sta accadendo. La famiglia tradizionale è la migliore garanzia di continuità della memoria, e quindi il nemico numero uno per gli estremisti radicali e progressisti. Una famiglia conserva la memoria grazie a una profonda identità condivisa fondata sulla stabilità, la durata, la dedizione e all’impegno per i valori comuni (spesso conservatori). I ricordi, le verità morali e la lealtà verso le persone, le case e la religione sono tramandati di generazione in generazione.
La dissoluzione del matrimonio ha distrutto tutto questo. Naturalmente, il processo è appena iniziato con il “matrimonio” omosessuale. La rivoluzione sessuale e il dilagare del divorzio facile hanno comportato il fatto che generazioni di bambini ai nostri giorni sono cresciute con a malapena un pizzico di stabilità nelle loro vite: spesso senza fratelli o dividendo con altri una serie confusa di fratelli con più figure genitoriali, sballottati di casa in casa e di città in città, senza mai sapere con chi o dove trascorreranno le prossime settimane o festività. Il “matrimonio” omosessuale non fa che aggravare enormemente questo, portando sulla scena una generazione di bambini concepiti in vitro, sviluppati in uteri in affitto, e affidati a figure genitoriali che li privano deliberatamente della conoscenza di chi siano persino i loro genitori biologici.
Chi di voi conosce il pensiero di Rod Dreher sa che la sua idea di contrattacco include la cosiddetta “Opzione Benedetto”, cioè la creazione di enclavi culturali e religiose su piccola scala, in cui le verità religiose e morali vengono vissute e conservate con volontà incrollabile e andando contro la cultura dominante. Nella sua risposta a George e Anderson, Dreher scrive:
“Il nocciolo della questione è: dovremo affrontare questa crisi dell’oblio, una crisi che durerà decenni, persino secoli. Il nostro compito di tradizionalisti […] è combattere duramente nella politica e nella cultura per creare le strutture all’interno delle quali possa essere conservata la memoria della famiglia e di Dio.
[…] Negli ultimi dieci anni la società ha dimenticato cos’è il matrimonio, cos’è la famiglia ed è sulla buona strada per dimenticarsi cosa sono gli uomini e le donne. La nostra cultura ricca e tecnologicamente avanzata ha abolito l’Uomo. È di vitale importanza capirlo e reagire. Milan Kundera, il romanziere ceco in esilio, una volta ha scritto: “La lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio”. Il potere che chi si batte in difesa dell’uomo si trova ad affrontare oggi, è immenso, persino più potente di quello che ha dovuto affrontare chi si è opposto al comunismo”.
La crisi del coraggio
In una risposta interessante e che fa riflettere all’analisi di Dreher sul suo articolo scritto a quattro mani, il professor George concordava con gran parte di quello che Dreher affermava, ma aggiungendo anche un’analisi spietata di come i conservatori hanno perso la battaglia in difesa del matrimonio. In ultima analisi, scrive, tutto si riduce a una cosa: una terribile mancanza di coraggio di fronte alle difficoltà.
“I nostri avversari hanno capito che a molti di noi manca il [coraggio] e hanno fatto quello che persone scaltre e spietate avrebbero fatto in quella circostanza”, ha scritto George, “hanno condotto una campagna di intimidazione diffamando chiunque si opponesse alla loro agenda come bigotto e seminatore d’odio”. E ha aggiunto:
“Quando è stato sferrato l’attacco, tanti, troppi difensori del matrimonio e della visione tradizionale della sessualità e della morale sessuale si sono arresi alle intimidazioni o alla fine hanno abbandonato il campo. Mentre milionari e miliardari di sinistra (e persino uno o due per il resto di destra) hanno fatto donazioni per referendum e battaglie legali per ridefinire il matrimonio, tanti, troppi cristiani benestanti (per paura delle conseguenze negative per loro stessi e per le loro attività se avessero fatto una donazione per la causa a difesa del matrimonio) si sono rifiutati di farle. Alcuni hanno donato anonimamente, ma quando uno o due di loro sono stati “smascherati” e diffamati dalla sinistra, gli altri hanno avuto troppo paura anche solo per farlo. Questa è codardia”.
Il risultato è stato che i conservatori pro matrimonio sono stati disarmati in massa e isolati. E questo modo di fare continua oggi. Tuttavia, le “vittorie” progressiste che hanno portato a questa situazione, afferma George, “NON erano inevitabili. Hanno vinto perché troppe persone dell’altro fronte non hanno trovato il coraggio di combattere. Sono stati terrorizzati. Si sono tirati indietro. Volevano che “altri” svolgessero il loro compito, contribuissero con i soldi, difendessero con coraggio quello che è vero, buono, giusto e la giustizia. Ma non c’erano mai abbastanza “altri”.
Ma, afferma George, non è troppo tardi:
“Qualcuno potrebbe dire che questo non è il momento delle recriminazioni. Beh, non sono d’accordo. Questo è proprio il momento delle recriminazioni. Anzi, non c’è mai stato un momento migliore. Difendere coraggiosamente quello che è vero, buono e giusto è il solo compito per tutti. Non è un compito solo per gli “altri”. Mi rivolgo soprattutto ai miei fratelli cristiani, è il NOSTRO lavoro. Viene dal Vangelo. Si può dire che è difficile? Certo che è difficile. Ma chi ha mai detto che essere Cristiani non sarebbe stato difficile o molto difficile? O rischioso? O impegnativo? Non Gesù, questo è certo. Egli ci ha detto, nei termini più espliciti possibili, che sarebbe stato difficile, molto difficile, rischioso e impegnativo. Che cosa ha detto esattamente? “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt. 16,24).
George ha altro da dire. Vi esorto a leggere l’articolo originale scritto da lui e da Anderson, i due articoli di risposta di Rod Dreher e la risposta di George a Dreher. Tutti costituiscono una lettura affascinante e hanno il merito di richiamare con forza la nostra attenzione sull’impatto devastante che la ridefinizione del matrimonio ha avuto sulla nostra cultura e su ciò che possiamo fare a riguardo. Come scrive George,
“Noi cerchiamo di preservare il matrimonio, realtà autentica, ad esempio, per gli aspetti radicali in cui una fiorente cultura del matrimonio benefica e giova a tutti i membri della comunità, a cominciare dai figli. Abbiamo bisogno di coraggio, abbiamo bisogno di raccogliere il coraggio, di amare come dovremmo, con spirito di sacrificio”.
Al che io dico: Amen.