Telemorte, anche l’eutanasia si adegua al Coronavirus

Di Luca Volontè

(fonte: lanuovabq.it )

 Compassion and Choice, una delle più attive organizzazioni pro eutanasia del Canada, ha chiesto nella sua ultima newsletter di raccolta fondi di poter attivare l’“eutanasia remota” o “teledeath”.

Compassion and Choice, una delle più attive organizzazioni pro eutanasia del Canada, ha chiesto, nella sua ultima newsletter di raccolta fondi, di poter attivare l’“eutanasia remota” o “teledeath”. Questo accade proprio nel periodo nel quale i casi di pandemia da Coronavirus nel paese stanno aumentando e gli Stati Uniti stanno pensando di chiudere le frontiere con il Canada.

Nell’e-mail di raccolta fondi del Presidente Kim Callian afferma che l’attuale crisi COVID-19 offre una nuova opportunità per il suicidio assistito e per la reale possibilità di eutansia per tutti. Siamo alla follia.

La lobby della morte sta promuovendo l’approvazione del suicidio assistito e la prescrizione di droghe letali tramite la telemedicina. Ciò significa che una persona potrebbe essere autorizzata a morire assumendo farmaci letali, senza essere esaminata o persino incontrare il medico prescrittore della propria morte.

Nella NewsLetter si scrive: “Come sempre, stiamo rispondendo rapidamente ai bisogni e alle opportunità dei tempi. Mentre la forza lavoro è alle prese con la pandemia, la telehealth sta guadagnando importanza come modalità critica per fornire assistenza medica ai pazienti che chiedono l’eutanasia e il suicidio assistito. Ciò offre un’opportunità unica per assicurarsi che i sistemi sanitari e i medici stiano utilizzando la telemedicina, se del caso, per i pazienti che cercano di accedere alle opzioni di assistenza di fine vita. Questi sforzi dovrebbero migliorare l’accesso agli aiuti medici nel morire a breve e lungo termine”.

Purtroppo questa tremenda idea non è nuova, l’unica novità diabolica è quella di voler sfruttare un tempo di emergenza sanitaria per promuovere nuovi strumenti di morte e nuove forme di genocidio legalizzato. Negli Stati Uniti, un disegno di legge per il suicidio assistito nel New Mexico del 2019 includeva l’attivazione di servizi di telehealth e le recenti norme per espandere il suicidio assistito nelle Hawaii includono una disposizione di teleassistenza alla morte.

Pensiamo a cosa potrebbe accadere ad una persona, magari anziana e malata che già si sente d’esser un peso per i propri famigliari e, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, si sente depressa ad ascoltare ogni giorno notizie su ospedali pieni e difficoltà con le cure. Ebbene con l’attivazione del teledeath o morte teleguidata, la sua richiesta di morire potrebbe essere valutata, attraverso la teleassistenza, e così gli potrebbero venir prescritti farmaci letali per suicidio. Senza ingombro e senza pena, una reale ricetta diabolica per eliminare l’umano dal mondo senza strilli e senza scandali.

Una ennesima prova di quanto le lobby della morte si concentrino sul facilitare la morte e proteggere sempre più da ogni contenzioso legale i medici che sono disposti certificare l’uccisione dei loro pazienti. In tempi di Coronavirus scompare in taluni, nel tanto bene e tra gli innumerevoli gesti eroici di tantissimi medici e personale sanitario in tutto il mondo, ogni barlume di umanità. La lobby della morte non è per nulla preoccupata di proteggere le persone, anzi non vede l’ora di eliminarle dalla faccia della terra.

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