Fermiamo la legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito in Italia!
Di Marcello Riccobaldi
Vita Umana Internazionale aderisce alla petizione contro la legge su suicidio assistito ed eutanasia. La petizione è promossa dall’Associazione Medici Cattolici Italiani, l’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, l’Associazione Family Day, il Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano (MODAVI), METER, l’Organizzazione per l’Educazione allo Sport (OPES), Sport Nazionale.it, l’Associazione Culturale Sunodia, l’Associazione “Non si tocca la Famiglia”, Steadfast e Pro Vita & Famiglia.
Con la sentenza del 25 settembre, la Corte costituzionale ha depenalizzato il suicidio assistito invitando al contempo il parlamento italiano a legiferare su suicidio assistito ed eutanasia.
A quanto sembra, ascoltate le dichiarazioni di svariati parlamentari e di alcuni membri del governo, esiste la concreta possibilità che anche in Italia sia legalizzata l’eutanasia e il suicidio assistito. Si completerebbe così l’opera di distruzione dell’uomo e della società cominciata con la legalizzazione del divorzio e continuata con quella dell’aborto e del riconoscimento delle coppie di fatto.
Uno dei sofismi maggiormente ricorrenti dai sostenitori della cultura della morte è presentare l’eutanasia e il suicidio assistito come gesti di “misericordia”, come nel recente caso di Robert Knight che ha ucciso la madre malata di Alzheimer scaraventandola giù dal balcone, delitto per il quale è stato assolto in quanto avrebbe “agito per amore e disperazione”.
A questa follia si deve rispondere riaffermando con forza il vero significato della parola “amore” oggi così abusata. Si può farlo riproponendo l’autentica figura e il genuino messaggio di Santa Madre Teresa di Calcutta. Parlando di una persona che aveva raccolto dalla strada la Santa ha detto: «Ho fatto tutto ciò che il mio amore poteva fare per lei… ha pronunciato una sola parola: “Grazie”. Poi è morta. Ecco un esempio della grandezza dell’amore. Quella donna era affamata d’amore», ancora prima che di salute e benessere. L’amore, continuava Madre Teresa, è condividere il peso della sofferenza (non eliminare l’altro), «l’amore dovrebbe sgorgare dall’abnegazione e dobbiamo sentirlo fino al punto di stare male».
Invitiamo tutti i nostri lettori a firmare la petizione qui