La quarta profezia di Humanae Vitae: quando si rifiuta l’autocontrollo
di Don Shenan J. Boquet (Testo in lingua Inglese : www.hli.org)
“Il controllo delle nascite è il nome dato a una serie di diversi espedienti mediante i quali è possibile isolare il piacere appartenente a un processo naturale, agendo in modo violento e innaturale sul processo stesso” (G.K. Chesterton)
“I vostri scienziati erano così preoccupati di capire se avessero avuto le capacità, che non si sono fermati a pensare se avessero dovuto”. Questa è una delle battute più famose del film campione d’incassi Jurassic Park. È pronunciata dal Dr. Ian Malcolm, interpretato brillantemente da Jeff Goldblum. È la battuta finale di un piccolo discorsetto che il dottor Malcom tiene al miliardario John Hammond, il creatore del parco dei dinosauri. “Questa mancanza di umiltà di fronte alla natura mi sbalordisce”, dice per prima cosa il dott. Malcolm ad Hammond, dopo aver ascoltato i suoi grandiosi progetti. “Ti rivelerò il problema del potere scientifico che usi. Non richiede nessuna regola per conseguirlo”.
Potrebbe sembrare un po’ irriverente cominciare l’articolo sulla profezia, forse più drammatica delle quattro di Papa Paolo VI contenute nell’enciclica Humanae Vitae – l’imposizione totalitaria del controllo delle nascite da parte dei governi – con una citazione di Jurassic Park. Eppure, il discorso del Dr. Malcolm è pieno di verità; raramente, infatti, un film hollywoodiano ha contenuto un’accusa più concisa e opportuna ad una delle peggiori tendenze del nostro tempo.
Gli esseri umani si sono comprensibilmente innamorati perdutamente delle loro capacità tecnologiche raggiunte negli ultimi due secoli. Abbiamo soggiogato la natura in modi che le generazioni precedenti non avrebbero nemmeno potuto immaginare fosse possibile. Eppure, mentre gli uomini hanno abbandonato l’antica idea di ottenere la saggezza rispetto alla moderna preoccupazione verso la perfezione della tecnica, abbiamo sempre più corso il rischio di cercare con ostinazione quello che è possibile, senza perdere tempo a chiederci se la cosa possibile sia la cosa giusta.
Nell’enciclica Humanae Vitae, Papa Paolo VI ha più volte cercato di ricordare ai suoi confratelli che nell’universo esiste un ordine più profondo di quello che le scienze naturali da sole possono indagare, e che violare questo ordine comporta conseguenze imprevedibili. Alcune persone, ha osservato il papa, si oppongono alla posizione della Chiesa contro il controllo artificiale delle nascite sostenendo “che è prerogativa dell’intelligenza umana dominare le energie offerte dalla natura irrazionale e orientarle verso un fine conforme al bene dell’uomo” (Humanae Vitae, 15). “A questo quesito occorre rispondere con chiarezza”, ha replicato il papa. “La chiesa è la prima a elogiare e a raccomandare l’intervento dell’intelligenza in un’opera che così da vicino associa la creatura ragionevole al suo creatore, ma afferma che ciò si deve fare nel rispetto dell’ordine da Dio stabilito” (Humanae Vitae, 16).
Poco dopo, ha aggiunto: “se non si vuole esporre all’arbitrio degli uomini la missione di generare la vita, si devono necessariamente riconoscere limiti invalicabili alla possibilità di dominio dell’uomo sul proprio corpo e sulle sue funzioni; limiti che a nessun uomo, sia privato, sia rivestito di autorità, è lecito infrangere” (Humanae Vitae, 17).
La quarta profezia – Il totalitarismo del controllo delle nascite
Lo scrittore inglese G.K. Chesterton ha espresso la sua contrarietà alla contraccezione con questo pungente aforisma: “Quello che in modo pittoresco è chiamato controllo delle nascite […] è nei fatti, evidentemente, un modo di evitare le nascite per sfuggire al controllo”, laddove, per “controllo”, Chesterton intendeva autocontrollo. Come ha detto in un’altra parte, “il controllo delle nascite vero e proprio si chiama autocontrollo”.
Come ho sottolineato in un precedente articolo, molti dei problemi che sono sorti in seguito alla contraccezione derivano dal modo in cui la contraccezione ha apparentemente mandato in cortocircuito la necessità dell’autocontrollo. La contraccezione, come ha detto Papa Paolo VI, fa cessare l’“incoraggiamento a essere fedeli alla legge morale”. Se così facendo sembra rendere un servigio all’umanità, questo “dono” è solo apparente, poiché alla fine il superamento dei giusti limiti e dei legittimi confini libera la forza distruttiva della concupiscenza umana.
Questa osservazione richiama in mente il discorso del Dr. Malcolm sopra citato: il problema dell’uso aberrante di una biotecnica già esistente fatto da John Hammond per far risorgere i dinosauri per profitto, è che non seguiva nessuna “regola”. Hammond e i suoi scienziati non hanno fatto bene i conti con le conseguenze della tecnica; l’hanno solo usata e fatto tutto ciò che era possibile senza usare la saggezza, con conseguenze prevedibilmente disastrose.
Come visto nei precedenti articoli su questo argomento, la contraccezione artificiale ha fatto suo il principio di ottenere benefici a breve termine, evitando le responsabilità e l’autocontrollo come assioma fondamentale a tutti i livelli della nostra società. Con tale prassi, ognuna delle terribili previsioni di Papa Paolo VI si è avverata: a cominciare dal livello personale, all’interno delle coppie sposate, con l’aumento catastrofico dell’infedeltà coniugale e del divorzio; in seguito avvelenando le relazioni tra gli uomini e le donne in genere, con le donne spesso ridotte a “strumenti di piacere”; e infine, al livello dell’intera società, provocando un “abbassamento generale della moralità”.
Tuttavia, Papa Paolo VI ha anche anticipato un’ultima, ancora più profonda e perniciosa conseguenza. Con la sua lungimiranza, il papa ha visto che se le persone singolarmente avessero abbracciato in modo diffuso la velenosa logica della contraccezione – avessero cioè ricercato benefici a breve termine a scapito della violazione dell’ordine di Dio – nulla avrebbe impedito alle istituzioni e ai governi di fare esattamente la stessa cosa per ottenere qualche scopo apparentemente “benefico”. Da qui, la sua quarta profezia.
Parlando del “potere” della contraccezione artificiale, il papa metteva in guardia:
“Si rifletta anche all’arma pericolosa che si verrebbe a mettere così tra le mani di autorità pubbliche, incuranti delle esigenze morali. Chi potrà rimproverare a un governo di applicare alla soluzione dei problemi della collettività ciò che fosse riconosciuto lecito ai coniugi per la soluzione di un problema familiare? Chi impedirà ai governanti di favorire e persino di imporre ai loro popoli, ogni qualvolta lo ritenessero necessario, il metodo di contraccezione da essi giudicato più efficace? In tal modo gli uomini, volendo evitare le difficoltà individuali, familiari o sociali che s’incontrano nell’osservanza della legge divina, arriverebbero a lasciare in balia dell’intervento delle autorità pubbliche il settore più personale e più riservato della intimità coniugale” (Humanae Vitae, 17).
Papa Paolo VI aveva (di nuovo) ragione
Ancora una volta, sembra superfluo “dimostrare” quanto sia stata veritiera la profezia del papa. Sfortunatamente, tuttavia, grazie in parte al silenzio o alla totale complicità di gran parte dei principali media, molte persone ancora ignorano quanto siano stati vasti e assolutamente orribili molti dei programmi forzati di controllo della popolazione del XX e XXI secolo – né di quanto siano pervasivi gli odierni sforzi dell’Occidente per imporre programmi di controllo delle nascite, “poco” coercitivi, sulle nazioni del Terzo Mondo in cambio di sovvenzioni economiche.
Da quando Thomas Malthus pubblicò il suo “Saggio sul principio della popolazione” nel 1798, i cosiddetti esperti del “progresso” hanno predetto catastrofi e carestie per colpa della crescente popolazione mondiale. Sebbene gli argomenti di Malthus siano stati da allora completamente confutati, l’isteria per la popolazione ha raggiunto il suo apice negli anni Sessanta. Molte nazioni, soprattutto Cina e India, hanno risposto a questa isteria (come predetto da Papa Paolo VI) implementando il controllo forzato delle nascite. Questi programmi hanno imposto alle coppie di non fare figli usando metodi contraccettivi od obbligandole a sterilizzazioni forzate, o (cosa più orribile di tutte), imponendo loro aborti forzati qualora avessero superato il numero consentito di figli.
Le statistiche sono sconcertanti. Il governo cinese sostiene che il suo programma di controllo della popolazione, dal 1980, ha impedito a circa 400 milioni di persone di nascere. Questo comprende sia gli aborti che i bambini non nati a causa delle sterilizzazioni sostenute (e spesso forzate) dal governo. Poiché è impossibile ottenere statistiche certe di quanti di questi aborti e sterilizzazioni siano forzati rispetto a quelli volontari, i numeri dei soli aborti sono sconvolgenti. Secondo l’attivista per i diritti umani Reggie Littlejohn, in Cina ci sono circa 23 milioni di aborti… ogni anno. Molti di questi, senza dubbio, sono fatti da coppie che si sforzano di non superare il limite del figlio unico (ora innalzato a due figli); e molti sono condotti forzatamente su coppie che si oppongono con vigore. Inoltre, secondo The Economist, il governo cinese ha raccolto dal 1980 due miliardi di yuan (pari a 315 miliardi di dollari) per le multe dovute all’avere avuto figli in eccesso.
La maggiore difficoltà in cui si imbatte chiunque voglia provare a far comprendere l’orrore provocato dai programmi di controllo della popolazione della Cina e dell’India, è l’assoluta enormità di quell’orrore. Si dice che Stalin abbia detto: “Una singola morte è una tragedia; un milione di morti è una statistica”. Posso raccontare moltissime storie di donne incinte sequestrate, picchiate e costrette ad abortire con la forza, e ciò fino al nono mese di gravidanza, alle volte addirittura con i corpi dei figli adagiati accanto a loro, sui loro letti o in secchi, e nessuna di queste storie riuscirebbe nemmeno ad avvicinarsi a trasmettere il livello di malvagità perpetrato dai governi di queste nazioni contro il proprio popolo.
Secondo l’esperto di studi sulla popolazione Steve Mosher, oltre ai più noti programmi di controllo della popolazione in Cina e in India, ci sono almeno 35 paesi che hanno attuato programmi altrettanto violenti e coercitivi. Inoltre, non si tiene conto della imposizione “sottile” esercitata regolarmente dai governi occidentali (compresi gli Stati Uniti) e dalle ricchissime fondazioni, in numerosi paesi del Terzo Mondo, per costringerli ad accettare “aiuti” contraccettivi in cambio di altri finanziamenti.
Con questi programmi cosiddetti “umanitari”, sono stati spesi migliaia di miliardi di dollari per distruggere le famiglie nelle zone più povere del mondo, in modo che l’Occidente possa mantenere il proprio stile di vita. Mentre questi programmi permettono ai governi occidentali e ai filantropi di compiacersi per il loro buon lavoro, in realtà, incarnano la parte peggiore, di quella che Papa Francesco ha definito, “colonizzazione culturale” – ossia l’imposizione di quelle pratiche che violano i valori culturali di quei paesi – e del pensiero superficiale e a breve termine. Ricoprire questi paesi di preservativi e pillole ormonali sembra esonerare le élite occidentali dalla responsabilità di impegnarsi a migliorare significativamente quelle strutture influenti che producono la povertà, o a ideare programmi a lungo termine che portino alla crescita economica e all’ autentico sviluppo umano.
Pianificazione familiare naturale: autodisciplina contro edonismo
I governi, come le persone, hanno il compito di “disciplinare” se stessi per intraprendere una strada saggia, piuttosto che ricorrere a un espediente. Proteggere i diritti dei propri cittadini, combattere la povertà estrema, sradicare il crimine e offrire pari opportunità a tutti sono obiettivi impegnativi. Di fronte a un problema apparentemente insormontabile, i governi, come le persone, possono essere tentati di prendere una “scorciatoia”, la “soluzione” più semplice che implica la minor quantità di sforzo, sacrificio e impegno.
Come Chesterton ha scritto in modo memorabile, per sostenere la causa del controllo delle nascite,: “La domanda che egli teme è ‘Perché l’operaio non ha un salario adeguato? Perché la famiglia che vive in un tugurio non ha una casa migliore?’ La sua scappatoia è quella di suggerire, non una casa più grande, ma una famiglia più piccola. Il padrone di casa o il datore di lavoro dice con i suoi modi cordiali e seducenti: ‘Non puoi pretendere veramente che mi privi del mio denaro. Ma farò un sacrificio, mi priverò dei tuoi figli’”.
Papa Paolo VI era consapevole del fatto che alcune persone ritenessero contraddittoria la posizione della Chiesa che permetteva il ricorso alla pianificazione familiare naturale, anche con lo scopo intenzionale di posticipare le gravidanze, mentre proibiva la contraccezione artificiale. Gli scettici chiedevano quale fosse la differenza tra i due casi: in entrambi l’obiettivo è evitare la gravidanza. La risposta del papa è stata duplice: 1) I due casi sono diametralmente opposti nei termini dei mezzi scelti per raggiungere il fine desiderato. Nel primo caso, le coppie cooperano con i meccanismi messi in atto da Dio stesso, mentre nel secondo la coppia introduce un meccanismo ostruttivo e artificiale. 2) Nel caso della pianificazione familiare naturale, la coppia si affida all’autodisciplina per distanziare le nascite, mentre la coppia che ricorre alla contraccezione vuole aggirare la necessità di una disciplina a favore della sregolatezza.
Come ogni coppia che pratica la pianificazione familiare naturale sa, l’astinenza può essere difficile. Essa richiede un impegno per un bene superiore, e il meccanismo dell’astinenza a sua volta incoraggia costantemente una coppia a rivalutare le ragioni della propria scelta di posporre la nascita di un altro figlio. La contraccezione, dall’altra parte, incoraggia una mentalità edonistica. Come il Dott. Malcolm aveva predetto, la tecnica senza la disciplina porta al disastro. “Questa disciplina, propria della purezza degli sposi, ben lungi al nuocere all’amore coniugale, gli conferisce invece un più alto valore umano”, osserva Papa Paolo VI “Esige un continuo sforzo, ma grazie al suo benefico influsso i coniugi sviluppano integralmente la loro personalità, arricchendosi di valori spirituali” (Humanae Vitae, 21).
NOTA: gli altri articoli di Don Boquet della serie su Humanae Vitae si possono leggere qui:
Humanae Vitae: contrastare i danni della rivoluzione sessuale
La prima profezia di Humanae Vitae – La bellezza del matrimonio
La seconda profezia di Humanae Vitae: un “abbassamento generale della moralità”
La terza profezia di “Humanae Vitae”: Un drastico calo delle relazioni fondate sul rispetto