Humanae Vitae: contrastare i danni della rivoluzione sessuale
di P. Shenan J. Boquet (In Inglese : www.hli.org )
La verità sull’amore e sulla sessualità
Si dice che il Beato Paolo VI fosse così amareggiato dalle manifestazioni di dissenso sull’ Humanae Vitae, che non se la sentì di scrivere un’altra enciclica durante l’ultimo decennio del suo pontificato. Si può percepire l’angoscia del papa nella seguente omelia, pronunciata solo pochi mesi prima di morire. Certamente, si può percepire l’angoscia del papa nella seguente omelia, pronunciata solo pochi mesi prima di morire – già intravedeva che molte delle sue peggiori previsioni sulle conseguenze dell’uso della contraccezione artificiale stavano diventaventando realtà.
“Humanae Vitae ispirato all’intangibile insegnamento biblico ed evangelico, che convalida le norme della legge naturale e i dettami insopprimibili della coscienza sul rispetto della vita, la cui trasmissione è affidata alla paternità e alla maternità responsabili, quel documento è diventato oggi di nuova e più urgente attualità per i vulnera inferti da pubbliche legislazioni alla santità indissolubile del vincolo matrimoniale e alla intangibilità della vita umana fin dal seno materno. […] davanti ai pericoli che abbiamo delineato, come di fronte a dolorose defezioni di carattere ecclesiale o sociale, noi, come Pietro, ci sentiamo spinti ad andare a Lui, come a unica salvezza, e a gridargli: «Domine, ad quem ibimus? verba vitae aeternae habes» (Gv. 6, 68).” – Beato Paolo VI , Solennità dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, Giovedì, 29 giugno 1978). (Disponibile qui in Francese e Spagnolo)
Eppure, vescovi, sacerdoti e laici cattolici continuano ancora in massa a ridicolizzare e ignorare i suoi avvertimenti. Di fronte ai fallimenti di così tanti pastori, e all’apparente inutilità della sua enciclica, Paolo VI ha potuto solo gridare con San Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv. 6, 68).
Fin dalla sua fondazione, Human Life International si è impegnata a moltiplicare gli sforzi per insegnare la verità sulla contraccezione. Questo approccio si fonda sulla convinzione che la mentalità contraccettiva sia la causa prima della maggior parte dei mali della nostra epoca: l’olocausto dell’aborto, l’esplosione del divorzio, il gran numero di bambini senza padre, la legalizzazione del “matrimonio” omosessuale, l’avvento di programmi di controllo demografico brutalmente forzati e altro ancora.
Per molti, questa affermazione è ancora a dir poco assurda. Gli apparenti “benefici” della contraccezione sembrano loro essere così ovvi, e le connessioni di essa con i summenzionati mali così deboli, che essi liquidano quell’enciclica profetica come la riflessione arretrata e repressiva di un celibe disinformato incapace di comprendere i “veri” problemi e bisogni dei comuni uomini e donne sposati.
Nonostante l’ingente quantitativo di dati empirici che si sono accumulati a sostegno di ciascuna delle previsioni di Paolo VI, è sorprendente quanto sia diffuso il dissenso su Humanae Vitae, malgrado il realizzarsi delle previsioni su ciò che sarebbe successo se la contraccezione fosse diventata normale. Per altri aspetti, comunque, tutto ciò è perfettamente comprensibile, se solo intuiamo la verità sulla natura umana, in particolare le ferite che affliggono la nostra natura dopo la caduta.
L’accecamento della concupiscenza
Prima della caduta, gli esseri umani possedevano ciò che i teologi chiamano il dono dell’“integrità”. Ciò significa che le passioni più basse dell’uomo erano completamente sottomesse alla sua ragione. Le cose sono cambiate dopo il peccato di Adamo e purtroppo, da quel momento, gli esseri umani sono diventati schiavi della concupiscenza. Ciò significa che le nostre basse passioni non sono più state sottomesse alla ragione. Tutti noi sperimentiamo questa realtà quotidianamente, quando desideriamo cose che sappiamo essere dannose per noi e contrarie alla legge di Dio.
La concupiscenza significa che siamo costantemente soggetti all’irrequietezza dei nostri cuori e alle illusioni delle nostre passioni. A volte, questa inquietudine si traduce in comportamenti chiaramente distruttivi e malvagi come per esempio il ricorso alla droga o alla pornografia, o la violenza verso altri esseri umani. Nella ricerca della felicità, ricerchiamo e perseguiamo senza posa proprio le cose che ci rendono più infelici e che danneggiano gli altri.
Ma la nostra ferita interiore è così grande che spesso facciamo un cattivo uso anche di cose che sono in se stesse moralmente buone. Ad esempio, un uomo può essere così ansioso di poter mantenere la sua famiglia con il duro lavoro (cosa in sé molto buona!) da diventare un maniaco del lavoro. Se non è radicato in Dio e nelle Sue verità, la sua ansia circa il futuro, o il bisogno di distinguersi dagli altri, allora lo conducono ad abusare di una cosa buona (lavoro), presumibilmente senza che egli ne sia consapevole.
Spesso la tentazione di pervertire qualcosa di buono attraverso il cattivo uso di essa è così sottile e persuasiva da richiedere una lunga esperienza, il discernimento spirituale e una costante pratica di abnegazione per individuarla. Questa è una delle ragioni per cui noi Cattolici siamo così fortunati: nella ricerca della santità, abbiamo la saggezza delle Scritture, 2.000 anni di insegnamenti della Chiesa, i Sacramenti e il sostegno di una comunità ecclesiastica fedele alla legge di Dio.
Non c’è, forse, nessun ambito della vita umana in cui siamo più soggetti all’illusione, e più bisognosi della saggezza divina, di quello della sessualità. La Chiesa insegna che la sessualità è un grande bene – e lo è! («Gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità, sono onorevoli e degni, e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi» Catechismo della Chiesa cattolica, 2362) Eppure, le nostre passioni sessuali sono così violente, che, riguardo alla sessualità, possiamo facilmente cadere preda di illusioni distruttive. Basta gettare un brevissimo sguardo sul mondo che ci circonda per vedere l’incommensurabile dolore e la sofferenza provocati dalle molte menzogne legate al sesso: tanti cuori spezzati, corpi spezzati e anime perse e ferite!
L’illusione della contraccezione
A molta gente vissuta cinquanta anni fa, la contraccezione è sembrata la “soluzione” quasi miracolosa per gran parte dei problemi causati dal sesso. Si può facilmente capire perché. Per la prima volta nella storia, gli esseri umani avevano messo a punto metodi di controllo delle nascite affidabili, accessibili e apparentemente innocui e non invasivi. Per la prima volta nella storia le coppie sposate potevano, così sembrava, godere dei piaceri e dell’intimità dei rapporti sessuali, senza doversi preoccupare di avere figli per i quali sentivano di non essere pronti o che non potevano permettersi. La contraccezione, si diceva, e specialmente la pillola, avrebbe così rafforzato i matrimoni. Molti hanno persino affermato che la contraccezione avrebbe eliminato la necessità di abortire e avrebbe ridotto la povertà.
Alla maggior parte delle persone, compresi gli stessi consiglieri del Beato Paolo VI in Vaticano, sembrava ovvio ciò che il Santo Padre avrebbe dovuto fare: sarebbe dovuto andare d’accordo con i tempi e seguire tutte le altre chiese cristiane e insegnare che la contraccezione artificiale era moralmente lecita per le coppie sposate. Per loro era evidente che le passate condanne della contraccezione della Chiesa erano state miopi. La tecnica aveva cambiato tutto.
Quindi, perché Paolo VI non ha seguito questa via, apparentemente ovvia? Perché si è inimicato e ha irritato così tanti Cattolici e non Cattolici pronunciando parole che avrebbero provocato dissenso nei confronti dell’Humanae Vitae?
Un sacerdote gesuita, P. John Ford, narra una conversazione sorprendente e rivelatrice che ebbe con Paolo VI, mentre i due stavano discutendo gli argomenti presentati dalla commissione papale sul controllo delle nascite. P. Ford racconta: “Quando dissi a Papa Paolo: ‘Sei pronto a dire che la Casti Connubii può essere cambiata?’ il Pontefice si è animato e ha risposto con foga: ‘No!’. Ha reagito esattamente come se lo avessi definito un traditore della sua fede cattolica”. La Casti Connubii, naturalmente, era l’enciclica di Papa Pio XI, in cui il Pontefice aveva chiaramente ribadito la dottrina cattolica sul matrimonio cristiano e contro la contraccezione artificiale.
In altre parole, nonostante l’enorme pressione esercitata su Paolo VI per cambiare l’insegnamento della Chiesa, egli sapeva che quell’insegnamento esisteva per una ragione. Anche se la ragione umana poteva escogitare ogni tipo di argomento per dimostrare che la contraccezione era una benedizione per l’umanità, la Ragione Divina che ispira l’insegnamento della Chiesa ha visto sempre più in là e nel cuore delle cose. Per i consiglieri pontifici della commissione sul controllo delle nascite, la promessa del sesso senza conseguenze era una tentazione troppo grande; essa sembrava loro un vero e proprio bene. Come Sommo Pontefice, tuttavia, era dovere di Paolo VI vedere con gli occhi della Ragione Divina, e per farlo, doveva solo contemplare la sapienza della Chiesa e delle Scritture.
E questo è quello che ha fatto. E quello che ha visto gli ha fatto gelare il sangue nelle vene: ha visto l’umanità che si stava dirigendo inconsapevolmente verso un precipizio. E come Pastore, fece ciò che doveva fare e proclamò la verità, non perché considerasse il sesso un male, ma perché ne comprendeva la sua profonda bontà e il suo potere.
“Signore, tu hai le parole della vita eterna!”
La saggezza della dottrina della Chiesa sulla contraccezione, nell’Humanae Vitae e altrove, non è sempre ovvia, anche per i fedeli cattolici decisi a seguire quell’insegnamento. Durante i periodi prolungati di astinenza, o quando capita una gravidanza non desiderata, può sorgere la tentazione di mettere in discussione quell’insegnamento.
In questi momenti, la risposta è ricordarsi le parole di San Pietro, citate da Paolo VI. A causa del Suo insegnamento sull’Eucaristia, molti discepoli di Cristo Lo stavano abbandonando. Non capivano come potevano mangiare la Sua carne. Neanche San Pietro lo capiva. Ma quando Cristo gli chiese se anche lui Lo avrebbe abbandonato, dal cuore di San Pietro è scaturito quel forte grido di fede: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv. 6, 67).
Noi possiamo non capire sempre. Ma come ci ha assicurato San Giovanni Paolo II, Dio non pretende mai l’impossibile: “Come la Tradizione della Chiesa ha costantemente insegnato, Dio non comanda l’impossibile, ma ogni comandamento comporta anche un dono di grazia che aiuta la libertà umana ad adempierlo”. “Però” ha aggiunto, per seguire gli insegnamenti della Chiesa sulla sessualità, “sono necessari la preghiera costante, il ricorso frequente ai sacramenti e l’esercizio della castità coniugale” (San Giovanni Paolo II, Discorso ai partecipanti a un incontro di studio sulla procreazione responsabile, 5 giugno 1987).
Il mondo non capisce. Potrebbe non capire mai. Ma questo non deve mai impedirci di annunciare e vivere la verità. La saggezza divina vede più in profondità e più lontano di noi. Il mondo è stato segnato dalle menzogne della rivoluzione sessuale e gli uomini e le donne hanno fame della verità sull’amore e sulla sessualità.
“Oggi più che ieri” ha detto San Giovanni Paolo II “l’uomo ricomincia a sentire dentro di sé l’esigenza della verità e della retta ragione nella sua esperienza quotidiana. Siate sempre pronti a dire, senza ambiguità, la verità sul bene e sul male dell’uomo e della famiglia”. (Discorso di Giovanni Paolo II ai Partecipanti ad un Incontro di Studio sulla Procreazione Responsabile, Venerdì, 5 giugno 1987).
Letture consigliate: Papa Beato Paolo VI, Enciclica Humanae Vitae