Il matrimonio e la famiglia sotto attacco nelle Filippine: l’inganno del divorzio

di Don Shenan J. Boquet- 26 Agosto 2017

L’ultimo paese del mondo ad aver bandito completamente il divorzio restano le Filippine. Oggi, però, un nuovo disegno di legge, l’House Bill 6027, minaccia la santità del matrimonio e della famiglia attraverso l’introduzione del divorzio in un paese prevalentemente cattolico (86%), per permettere il divorzio nei casi generici e indefiniti di “differenze inconciliabili” o di “infelicità seria e cronica”. Questo è solo l’ultimo tentativo di legislatori ostili alla famiglia di promuovere un disegno di legge sul divorzio, essendo stato il precedente nel 2016.

Il disegno di legge è stato sostenuto da Pantaleon Alvarez, Presidente della Camera dei Rappresentanti, egli stesso separato dalla moglie e legato con un’altra donna, il quale ha inoltre dichiarato di essere il padre di otto figli avuti da donne diverse. Il signor Alvarez non è solo nel suo assalto contro il matrimonio e la famiglia. È sostenuto da quindici membri del governo delle Filippine che insieme a lui hanno scritto il disegno di legge.

Per molte persone in Occidente questa deve apparire come una notizia che giunge da un’epoca remota, in ritardo. Certamente – alcuni direbbero – nel XXI secolo abbiamo superato l’epoca nella quale si permetteva al governo di porre dei limiti ad adulti maturi nel prendere decisioni riguardo la loro vita sentimentale “privata”.

Dr. Bullecer Direttore VUI Filippine
Dr. Bullecer Direttore HLI Filippine

Eppure, anche se questo atteggiamento è ormai fin troppo comune, è veramente sorprendente pensare a quanto sia recente l’invenzione del divorzio senza addebito di colpa, e da quanto poco tempo la maggior parte della gente avesse capito che il divorzio del coniuge non è solo moralmente sbagliato, ma socialmente distruttivo, in quanto non solo stravolge la vita della coppia che sceglie di divorziare, ma anche l’intero tessuto sociale.

Anche i governi lo avevano capito. Fino a pochi decenni fa, la maggior parte delle nazioni in Occidente aveva messo del tutto al bando il divorzio o aveva messo severe restrizioni alle circostanze in cui era possibile ottenere il divorzio. In America, la prima legge sul divorzio senza addebito di colpa fu approvata nel 1969, in California.

Osservando l’impatto catastrofico del divorzio senza addebito di colpa sul matrimonio, sui figli e sulla società, a volte sembra che la cosa più strana della breve ma disastrosa infatuazione tra il mondo moderno e il divorzio sia la perdita di proporzione tra l’ampiezza con cui le peggiori previsioni di chi si era opposto al divorzio si sono realizzate, e l’indifferenza diffusa in relazione a questo argomento.

Anche le Chiese cristiane hanno raggiunto una pace travagliata con una pratica che in nessun modo può essere riconciliata con le parole forti e inconfondibili di Cristo sull’indissolubilità del matrimonio. La maggior parte delle denominazioni ormai avalla definitivamente il divorzio, o, nel migliore dei casi, evitare di parlarne, per paura di “offendere o allontanare i fedeli”.

La Chiesa Cattolica, però, ha continuato a rimanere salda, agendo – almeno nel suo insegnamento formale – come una vera voce che grida nel deserto. Come dice chiaramente il Catechismo della Chiesa Cattolica:

“Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende di sciogliere il patto liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l’uno con l’altro fino alla morte. Il divorzio offende l’Alleanza della salvezza, di cui il matrimonio sacramentale è segno. Il fatto di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente”. (CCC, 2384)

Il Catechismo aggiunge: “Il carattere immorale del divorzio deriva anche dal disordine che esso introduce nella cellula familiare e nella società. Tale disordine genera gravi danni: per il coniuge, che si trova abbandonato; per i figli, traumatizzati dalla separazione dei genitori”. (CCC, 2385)

A quelli che difendono il divorzio senza addebito di colpa sostenendo – come ha fatto una volta il primo ministro canadese Pierre Trudeau quando cercava di far passare la legge sulle questioni sessuali – che “non c’è posto per lo Stato nelle camere da letto della nazione”, è necessario mostrare la nefasta bugia che c’è dietro la sua decisa affermazione. Vale a dire, che ciò che accade nella camera da letto è chiaramente non solo una questione “privata” tra due adulti consenzienti. Esso è, in un certo senso, il più pubblico di tutti gli atti: la procreazione dei figli, la costruzione delle famiglie, l’origine della generazione.

Nella maggior parte dell’Occidente, il divorzio è diventato endemico, con un tasso che va dal 30 fino al 50% (a seconda di come è calcolato) dei matrimoni che finiscono con il divorzio – il che presuppone che la coppia si preoccupi in primo luogo di sposarsi, invece di scegliere di andare a convivere (contraffazione del matrimonio). Come dicevo poche settimane fa, l’impatto che questo comportamento ha avuto sui bambini è catastrofico.

Infatti, coloro che persistono nella loro convinzione che il divorzio sia una scelta fondamentalmente “innocua” tra adulti consenzienti, dovrebbero passare alcuni minuti a parlare con i figli delle coppie di divorziati. Mentre i loro sentimenti possono essere complessi, specialmente se i matrimoni dei genitori sono stati particolarmente travagliati, molti di loro (se sono onesti) confesseranno di provare profondi sentimenti di abbandono, incertezza e ansia in seguito al divorzio, perché l’intera struttura portante delle loro vite è stata loro sottratta. Spesso vengono catapultati in una vita incerta e vagabonda: sono sballottati da un genitore all’altro, mentre – tanto per aggiungere al danno anche la beffa – viene chiesto loro di accettare e affezionarsi ai nuovi compagni dei loro genitori.

Per molti bambini, questo è devastante.

Tutto questo è tutt’altro che pura speculazione. Studi su studi hanno dimostrato che il divorzio è una tra le cose peggiori che possono succedere a un bambino. Infatti, una ricerca irlandese ha riscontrato che il senso di perdita che i bambini sperimentano dopo un divorzio è peggiore di quello causato dalla morte di uno dei loro genitori. Questo dato può sembrare andare contro la prima impressione, ma in realtà ha senso perché in un caso il distacco dal genitore, seppur tragico, è involontario, mentre nell’altro caso il genitore ha scelto di abbandonare il proprio figlio.

Un altro articolo nel giornale The Week elenca nove effetti negativi che il divorzio ha sui figli, dimostrati dalla scienza, tra i quali: incidenza notevolmente più alta del fumo e dell’assunzione di antidepressivi, abilità matematiche scarse, facilità ad ammalarsi, maggiore probabilità di abbandonare la scuola e di assumere comportamenti criminali, solo per citarne alcuni.

Ma forse l’effetto più indicativo e inquietante è l’ottavo della lista: che i figli dei divorziati hanno a loro volta fino a due volte tanto la probabilità di divorziare, o, se entrambi i coniugi sono figli di divorziati, fino a tre volte tanto. In altre parole, la scelta di una coppia di divorziare non colpisce solo il loro matrimonio, ma i matrimoni dei loro figli – potenzialmente per generazioni.

Certamente ci sono casi – ad esempio in presenza di abusi gravi – dove è necessario che le coppie si separino per il bene di uno o di entrambi i coniugi e per il bene dei figli. La legge della Chiesa cattolica (Diritto Canonico) prevede chiaramente tali casi. Ma non è di questo che stiamo parlando.

Il divorzio semplicemente non è la risposta per le coppie in crisi. Ci sono opzioni che potrebbero aiutare meglio una coppia sposata, la loro famiglia e la società. Invece di facilitare alle coppie la possibilità di imboccare la “via d’uscita facile”, i governi dovrebbero piuttosto difendere il bene comune individuando soluzioni per aiutare le coppie a rafforzare i loro matrimoni.

I governi, avendo un interesse particolare in quest’ambito, potrebbero collaborare con la Chiesa cattolica e con le altre confessioni religiose. Insieme potrebbero istituire centri di supporto al matrimonio e alla famiglia, che potrebbero offrire consulenza alle coppie e alle famiglie, aiutandole a rimanere unite – costruendo matrimoni e famiglie più forti e più sani; dopo tutto, la società ha tutto da guadagnare dalla protezione del matrimonio, che deve essere esclusivo, fecondo e indissolubile.

L’Istituto di Ricerca per il Matrimonio e la Religione ha completato uno studio esaustivo intitolato Mapping America Project [Mappa del Progetto America], che si fonda sul Sondaggio Nazionale della Crescita della Famiglia. L’Istituto di Ricerca per il Matrimonio e la Religione ha scoperto che le persone più felici hanno tre caratteristiche: sono religiose, provengono da una famiglia integra, e sono sposate.

Fortunatamente molti Filippini stanno combattendo contro l’odierno attacco al matrimonio e alla famiglia. Il Dott. Rene Josef Bullecer, Direttore Nazionale di Vita Umana Internazionale nelle Filippine, è tra i responsabili cattolici coinvolti in prima persona nello sviluppo della situazione. Si è incontrato con gruppi di laici a livello nazionale, regionale e locale e ha rilasciato interviste ai media per cercare di fermare la minaccia – portando una maggiore consapevolezza. Citato in Cebu News [sito di informazione nelle Filippine], il Dott. Bullecer ha dichiarato: “Non aspettiamo che questo disegno di legge diventi legge prima di intraprendere azioni contro di esso”.

Preghiamo per il Dott. Bullecer e per gli altri dirigenti cattolici filippini e per le famiglie mentre combattono contro questo disegno di legge contro la famiglia. Possano avere successo!

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