Il cardinale ha ragione sull’educazione
Di Don Shenan J. Boquet, 17 giugno 2017 www.hli.org
Non può esserci nessuna tregua tra Verità ed errore.
Come la maggior parte dei missionari pro vita di Vita Umana Internazionale, anche io ho dovuto affrontare la sfida, e ciò anche durante eventi organizzati da noi, con chi non è d’accordo con l’insegnamento della Chiesa su contraccezione, aborto, matrimonio, omosessualità, coscienza ed eutanasia. Caso tipico, si tratta semplicemente di gente che ignora questi argomenti per colpa di catechesi e formazione carenti. Spesso dobbiamo passare ore ed ore a reinsegnare o a spiegare per la prima volta l’insegnamento della Chiesa su questi temi e, cosa tragica, anche ai diplomati nelle scuole e università cattoliche.
Non molto tempo fa stavo parlando con un gruppo di Filippini, impiegati in ambito medico, che lavorano negli Stati Uniti. Una giovane infermiera si è alzata per contestare qualcosa che avevo detto. Aveva studiato presso un’università cattolica, ma non aveva mai sentito parlare dell’insegnamento della Chiesa sui mali intrinseci della contraccezione e dell’aborto. Ritenendo che io fossi in errore e che stessi ingannando i presenti, ha espresso il suo disaccordo e ha ammesso di partecipare alla distribuzione di contraccettivi e di dare assistenza per gli aborti. Molti responsabili pro vita e pro famiglia, inclusi alcuni infermieri e medici, sono riusciti a far capire alla giovane infermiera che le scuole e gli educatori cosiddetti cattolici l’avevano tratta in errore, e che io non stavo semplicemente condividendo una mia opinione. L’infermiera ha risposto con rabbia e frustrazione, ma infine la sua ira si è spostata da me e si è diretta verso coloro che l’avevano tratta in errore, non avendole trasmesso il grande e ricco tesoro dell’insegnamento della Chiesa sulle questioni di bioetica.
Non so cosa ha fatto quando è tornata al lavoro, o addirittura se sia tornata al lavoro. Ma so che tali casi mi ricordano perché l’istruzione è al centro dell’apostolato di Vita Umana Internazionale.
Anche la Chiesa lo sa. Il Cardinale Carlo Caffarra, Arcivescovo Emerito di Bologna, in una recente intervista al The National Catholic Register , ha ribadito che l’istruzione è fondamentale per proteggere la vita, il matrimonio e la famiglia. Secondo il Cardinale Caffarra, la strategia a lungo termine che i cattolici devono adottare, è “impegnarsi in una grande opera educativa”. E poi ha continuato: “A mio parere, nei luoghi di apprendimento, non c’è più nessuna educazione all’autentico amore per la verità. Al contrario, molte persone insegnano ai giovani che la ricerca della verità è una passione triste e inutile che può portare solo all’intolleranza. A questo punto, la persona umana si perde e si ritrova, come direbbe il noto filosofo, davanti a strade che non portano da nessuna parte”.
Se vogliamo combattere i mali del nostro tempo e trasformare la gente e le culture, dobbiamo essere in grado di fornire gli strumenti adeguati attraverso un’autentica formazione cattolica e la catechesi. È una cosa inaccettabile, e addirittura senza carità, mandare i fedeli in battaglia senza le armi necessarie per affrontare il nemico. Altrimenti si rischia di inviarli alla loro morte, poiché non sono in grado di difendersi dal nemico che è organizzato, astuto e implacabile.
Per affrontare le sfide del nostro tempo c’è bisogno che tutte le nostre istituzioni cattoliche siano ortodosse, una parola che nell’originale greco significa “retta opinione”. Per i Cattolici, significa aderire alla retta dottrina, cosa che implica il fatto che quando un argomento è stato determinato dal Magistero e costantemente insegnato come vero, esso non costituisce più un argomento di discussione, ma è una premessa stabilita e vera nell’esposizione e nell’insegnamento della morale.
È uno scandalo che questo concetto sia sotto attacco continuo anche all’interno della Chiesa, in particolar modo quando la dottrina in questione ha a che fare con la morale. Oggi è diventato comune sentire che chi difende l’insegnamento della Chiesa è liquidato in modo irriverente come persona che si comporta così per semplice “rigidità” o per mancanza di compassione. Vorrei chiedere a chi ha questo atteggiamento se lo applica a tutta la tradizione cattolica. La persona che cita e difende la dottrina della Chiesa sulla solidarietà con i poveri, ad esempio, è anch’essa considerata ingiustamente rigida? Manca di compassione chi, senza nessuna colpa personale, è nato nella ricchezza ma poi non condivide quanto la Chiesa pensa egli dovrebbe con i poveri?
L’assurdità della domanda è la sua risposta, che spinge a chiedersi perché, tra le tante, sono solo le dottrine morali più controverse della Chiesa che dovrebbero essere annacquate per motivi “compassionevoli”.
Per essere veramente Cattolici, le istituzioni cattoliche e i loro insegnanti devono avere una conoscenza completa della tradizione e degli insegnamenti cattolici. Devono essere ritenuti responsabili della trasmissione di tali insegnamenti ed essere rimproverati o rimossi se insegnano qualcosa contrario alla dottrina. Devono essere preparati ad integrare la tradizione e gli insegnamenti cattolici in tutte le materie accademiche; e le scuole e le università devono dare testimonianza pubblica dell’integrazione della Fede nella vita quotidiana. Infine i nostri pastori, che legittimamente detengono l’autorità apostolica, devono ritenere queste istituzioni responsabili e, se necessario, rimproverarle quando non riescono a incarnare la tradizione e gli insegnamenti cattolici. Abbiamo bisogno che i nostri pastori ci proteggano dal nemico e sostengano le istituzioni fedeli la cui missione e dovere è promuovere e sostenere la Fede.
Il cardinale Caffarra ha assolutamente ragione nelle sue considerazioni sul ruolo dell’educazione cattolica. I nostri nemici si sono infiltrati con successo nelle nostre istituzioni educative e hanno inquinato le menti e i cuori di intere generazioni. Se riusciamo a riprenderci queste istituzioni e instillare di nuovo in esse la vita e l’identità cattolica, avremo molto più successo nel preparare le anime a conoscere, amare e servire Dio in questa vita, e per goderLo poi nell’altra in paradiso. Esse porteranno molti frutti e costruiranno una cultura della vita che ama, difende, protegge e serve la vita.
Chiudo con una domanda importante. Con tutta la recente confusione sui fondamenti della dottrina morale e sociale della Chiesa, si vede una maggiore pace nella Chiesa o si vede qualcos’altro?