Aborto, dibattito progressista/conservatore? Mentalità antivita diffusa
(Fonte: prolifeinsieme.it)
Egregio Direttore,
Ho letto con interesse il dibattito conservatore / progressista ma devo dire che non sono d’accordo su alcune delle affermazioni dell’uno e dell’altro.
Davvero credo che la logica delle contrapposizioni sia superata dalla realtà dei fatti: la mentalità antivita ormai ha permeato la nostra società, nelle pieghe più recondite del Paese, a causa della legge 194 che ha fatto “cultura” e ha cambiato totalmente nell’immaginario collettivo la prospettiva legata alla vita. Il bimbo inatteso, infatti, è considerato un nemico da eliminare, nella logica decisionale della donna, unica titolare di “ius vitae necisque”, ribaltando la mentalità precristiana del pater familias artefice del destino del figlio. Oggi la mater familias decide della vita e della morte del piccolo, all’insaputa e anche in opposizione al padre del figlio che insieme hanno concepito. L’uomo, escluso dal processo decisionale per legge, nel corso di quasi mezzo secolo, si è adeguato a questa linea di pensiero, “accomodandosi” in una posizione tutto sommato per lui accettabile, deresponsabilizzato all’ennesima potenza.
È vera gloria, per la donna, l’uomo, la famiglia? No, è una débâcle totale sotto gli occhi di tutti. Almeno se uno capisce, perché invece c’è chi ancora proclama la favoletta del patriarcato, quando a me sembra invece di constatare una diffusa devirilizzazione maschile, a fronte di un’aggressività della “donna” sempre in armi, sempre pronta ad aggredire e accusare.
Non parliamo poi delle soluzioni proposte: i corsi di educazione sessuale a scuola! Come se, in due orette, di divulgazione tecnico scientifica (nella migliore delle ipotesi) spesso ideologizzata, si potesse ribaltare una situazione incancrenita nel profondo, che ha le sue radici nell’eclissi della famiglia. Da docente dico che manca la presenza solida, importante del nucleo formato da padre e madre, che prendono per mano la propria storia con i figli e cercano di offrire loro un esempio positivo, unica via per sanare il vuoto cosmico nel quale viviamo.
La questione “aborto” è fondamentale: parlare della realtà del bimbo, il cui cuore batte a 18 giorni dal concepimento, esporre la bellezza della vita, la grandezza del progetto “famiglia”, creare le condizioni per offrire una prospettiva di gioia ai giovani, tutti modi possibili per una soluzione a largo raggio, che parta dall’embrione e arrivi al termine della vita umana.
Manca una dimensione culturale, a mio avviso, del problema.
Prof. Vittoria Criscuolo
Vicepresidente Comitato “Pro-life insieme”


