Vasto, tutelare il diritto dei medici all’obiezione di coscienza

(Fonte: prolifeinsieme.it)

Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di poter replicare all’articolo https://www.ilnuovoonline.it/2025/04/03/diritto-allaborto-e-allautodeterminazione-sit-in-a-vasto/
Il diritto all’aborto garantito dalla l. 194/78 permette alle donne di interrompere la gravidanza entro il primo trimestre, in un ambiente protetto quale l’ospedale ed eseguito da personale specializzato quindi ginecologi.
Tutto questo per azzerare al massimo le complicazioni rispetto a quello che è a tutti gli effetti un intervento chirurgico.
L’inciampo che però che mette in difficoltà l’ivg è l’obiezione di coscienza da parte di moltissimi professionisti.
Tale obiezione in alcune regioni raggiunge addirittura il 90% e le donne, intenzionate ad interrompere volontariamente la gravidanza, sono costrette a cercare la prestazione in ospedali anche molto lontani dalla loro residenza.
Questa cosa però, anziché fare interrogare le future mamme, le rende rabbiose in quanto vedono negato loro un “diritto”: il diritto all’aborto e all’autodeterminazione.
Mi chiedo se qualcuna si ponga il problema del perché così tanti medici decidano per l’obiezione di coscienza.
Mi chiedo se ci sia qualche donna che si interroghi su questa scelta che, oggi come mai, risulta decisamente impopolare.
Chi deve intervenire per impedire ad una vita ancora in gestazione di crescere e nascere sa perfettamente quello che fa. È consapevole che già dal diciottesimo giorno del concepimento l’embrione è dotato di un cuore e questo organo è in grado di pompare per irrorare organi già abbozzati che devono solo crescere.
Sa che si trova di fronte alla vita nascente e che il suo bisturi intervenendo ne segna inesorabilmente la morte.
Chi sostiene che non esiste nulla durante i primi 3 mesi mente sapendo di mentire, perché la vita in embrione è largamente dimostrata dalla scienza.
Mi chiedo se una donna che reclami il diritto all’aborto e all’autodeterminazione abbia consapevolezza di quello che sta facendo o se si lasci convincere che non sta facendo niente di male.
Credo che in un angolo del cuore di una mamma che decide di liberarsi del suo bambino un dubbio ci sia.
Ed è questo dubbio che poi si insinuerà diventando sempre più grande, fino a scavare una voragine che ne condizionerà l’esistenza.
Questo è largamente dimostrato dai racconti di moltissime donne che hanno deciso per l’ivg.
Che diritto è avere la possibilità di scelta se fare nascere o meno un figlio, trasformando quella che dovrebbe essere una culla in una bara?
Se un medico in coscienza non si sente di porre fine ad una vita come può farlo una madre?
In nome di quale autodeterminazione si decide di impedire ad un bambino di nascere?
Non ci sono risposte a queste domande perché non esiste il diritto di uccidere la vita, tantomeno quella nascente, che è la più fragile ed indifesa e per questo va protetta.

Angela D’Alessandro
Comitato “Pro-life insieme“


https://www.ilnuovoonline.it/2025/04/05/vasto-diritto-aborto-angela-dalessandro-del-comitato-pro-life-insieme-replica-alla-casa-del-popolo-la-conviviale

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