Rimini, malattie rare: scarto di embrioni o aborto? Nessuna differenza

(Fonte: prolifeinsieme.it)

Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di poter replicare ad alcune affermazioni contenute nell’articolo “Genitorialità e gravidanza con la malattia di Anderson-Fabry: focus a Rimini”
https://www.riminitoday.it/cronaca/genitorialita-e-gravidanza-con-la-malattia-di-anderson-fabry-focus-a-rimini.html

Non oso entrare assolutamente nel vissuto delle persone con una malattia rara, che hanno il mio profondo rispetto.
Resto perplessa quando leggo: (…) ”Non esistono scelte giuste o sbagliate, – sottolinea Tobaldini – il nostro scopo è dare delle informazioni chiare e puntuali. Siamo orgogliosi di aver portato tale tematica proprio all’interno del nostro Meeting Nazionale, così da discuterne con esperti quotati e riconosciuti a livello nazionale e non solo”.
Ecco, fermo restando il rispetto per le persone, trovo però che le scelte possano essere giuste o sbagliate e su tali scelte si possa esprimere il proprio punto di vista, giudicando secondo criteri etici rispettosi del valore della persona, dal concepimento al suo spegnersi naturale.
Ecco perché mi permetto di esprimere dubbi sul pensiero qui di seguito riportato: (…) “La diagnosi genetica preimpianto (o PGT) – ha illustrato nel corso della sua relazione Zuccarello – consente alle coppie in cui uno dei due partner è affetto da malattia di Fabry di programmare con serenità una gravidanza, avendo la certezza di non trasmettere la malattia ai figli. Infatti, la PGT consente di conoscere la costituzione genetica dell’embrione prima del suo trasferimento in utero, al fine di evitare l’esecuzione di diagnosi prenatale invasiva (villocentesi) e una eventuale dolorosa scelta di interruzione volontaria di gravidanza. Questa tecnica, eseguibile in Italia da più di 15 anni in combinazione con un ciclo di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), rappresenta davvero una svolta per tutte le coppie che desiderano una genitorialità responsabile, perché la PGT consente anche di verificare se l’embrione sia affetto o meno da malattie causate da un alterato numero di cromosomi, in modo tale da preferire il trasferimento degli embrioni con la più elevata probabilità di nascere sani. Esistono in Italia circa 60 centri PMA che eseguono questa diagnosi e in alcuni di questi i costi sono totalmente a carico del Servizio sanitario nazionale”.
Vorrei capire la differenza tra l’eliminazione di un embrione malato o portatore di questa malattia genetica e l’eventuale aborto volontario: in entrambi i casi il piccolo sarebbe soppresso e ciò che non è accettabile, dal mio punto di vista, è la logica della selezione, del conseguente scarto degli embrioni sottoposti a diagnosi genetica pre-impianto.
Risulta poi senz’altro stridente che un malato di una patologia genetica ricorra ad una diagnosi prenatale, al fine di eliminare un figlio o una figlia che possa essere affetto dalla stessa patologia del genitore, come se rifiutasse se stesso.
La vita è un bene talmente indisponibile e così prezioso che andrebbe sempre tutelata, creando le migliori condizioni per affrontare le difficoltà che si presentano, sempre, comunque, anche quando si ha il dono di nascere sani. La ricerca è una ricchezza dell’uomo contemporaneo, possiamo solo auspicare ulteriori passi avanti che permettano di trovare sempre nuove vie per la felicità.

Prof. Vittoria Criscuolo
Comitato “Pro-life insieme“

https://www.meteoweb.eu/2025/03/malattia-di-fabry-criscuolo-risponde-presidente-tobaldini/1001765489/

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