Fertilità femminile e autodeterminazione: intervento del dott. Alberto Virgolino
(Fonte: prolifeinsieme.it)
Autodeterminare la propria fertilità femminile mediante l’opzione di una crioconservazione degli ovociti prodotti con iperstimolazione ovarica (non priva di rischi per la salute della stessa donna) è ancora un’altra innaturale, disumana, forma di governare la propria vita e quella di una prole solo se programmata e desiderata “come e quando lo voglio”.
La crioconservazione degli ovociti non dà garanzia, come riconosce l’autore dell’articolo, di gravidanza futura. Sia perché sappiamo che la percentuale di successo della PMA è molto scarsa, sia perché l’età della donna influisce anche sulla struttura dell’utero della stessa donna, sul suo profilo metabolico, cardiovascolare, renale, ecc.
È invece sicuramente più importante ed efficace, la resezione ovarica con la crioconservazione di una parte di questo tessuto che può essere successivamente reimpiantato, conservando intatta la sua funzionalità, quindi l’ovulazione. Questa è la tecnica utilizzata nei casi di gravi neoplasie la cui terapia compromette la funzione ovulatoria. Riservando parte di tessuto ovarico sano, prima dei trattamenti chemio o radioterapici, si consente alla donna, risolto il suo problema oncologico, di poter riprendere la sua fertilità naturale, senza fecondazione in vitro.
Questa è una delle bellissime conquiste di cui era fiero il mio amico e collega Prof. Giovanni Scambia, Direttore dell’ Istituto di Ginecologia della Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, recentemente scomparso.
Dott. Alberto Virgolino. Presidente AIGOC
Comitato “Pro-life insieme”


