Preti e genitori: un’alleanza da ricostruire per il bene dei figli

Egregio Direttore, le chiedo diritto di replica in merito all’articolo ”Prete Tiktoker incontra gli alunni, genitori protestano per le sue idee anti aborto e omofobe: i docenti non sono intervenuti”.
https://www.tecnicadellascuola.it/prete-tiktoker-incontra-gli-alunni-genitori-protestano-per-le-sue-idee-anti-aborto-e-omofobe-i-docenti-non-sono-intervenuti
In una scuola di Vercelli, il Comune ha organizzato un incontro con studenti delle medie e superiori. Alcuni genitori appoggiati da Arcigay Rainbow hanno scritto una lettera di protesta a “La Stampa”, poiché durante il confronto, i giovani avrebbero posto alcune domande su temi etici e antropologici e il prete avrebbe risposto in modo, a loro dire, tradizionalista e bigotto. Lo sdegno dei genitori era dovuto a più fattori: nessuno degli adulti/insegnanti sarebbe intervenuto a bloccare le risposte del prete; l’incontro era presentato come obbligatorio e l’alternativa era stare a casa; non c’è stato un contraddittorio; i ragazzi non erano preparati all’evento.
Ritengo doveroso fare qualche riflessione sull’accaduto.
Partiamo dal fatto che l’incontro programmato aveva come tema “I social e la comunicazione”, argomento molto caro ai giovani i quali vivono quotidianamente immersi nella realtà virtuale spesso per molte ore di seguito.
Questa realtà virtuale dal periodo del lockdown ha via via acquisito sempre più importanza, tanto che alcuni personaggi, noti come “influencer”, sono seguitissimi dai giovani e orientano il loro modo di pensare dettando i know how su molti aspetti, come la scelta del cibo, la moda, il divertimento ecc.

E fin qui nessuno protesta.

Lo scandalo nasce invece quando uno di loro, un sacerdote a mio avviso coraggiosissimo, interrogato da studenti che erano alla ricerca della verità con domande su quando inizia la vita umana, chi dovrebbe prendersene cura, quali relazioni amorose realizzano pienamente l’uomo, con coraggio e fedeltà al suo credo, quello della tradizione cattolica basata su Colui che è riconosciuto il Salvatore dell’uomo, risponde in modo coerente, senza paura di essere impopolare o in controtendenza. In fondo, ogni adulto dovrebbe fare ciò, abituando i giovani al senso critico. Le sue risposte scatenano invece immediatamente lo sdegno di alcuni genitori i quali, sostenuti da un’associazione contraria a queste posizioni, minacciano azioni ben più serie! Cosa temono questi genitori? Che i loro figli vengano considerati come individui da ricondurre sulla retta via? Oppure che l’impalcatura dei ”non bisogna giudicare” cada rovinosamente rivelandone le incoerenze? Ritengo che il sacerdote tiktoker non sia stato contestato perché gli adulti presenti abbiano ritenuto che le risposte non fossero inerenti al tema. Auspico invece che altri possano seguire il suo esempio, in un mondo che tratta le future generazioni come se dovessero essere le ultime, senza speranza, né umanità.
Cordialmente, Maria Cariati. Insegnante

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