Sacerdote coerente con la dottrina della Chiesa contestato a scuola

(Fonte: prolifeinsieme.it)

Gent. Direttore,
mi consenta di replicare all’articolo pubblicato sul vostro giornale che riporta le proteste di alcuni genitori i cui figli, studenti delle scuole medie e superiori, hanno partecipato ad un incontro a scuola con un sacerdote che, fedele alla propria vocazione, ha espresso il suo punto di vista in merito ad alcuni problemi relativi all’aborto, alle adozioni per coppie gay, al divorzio e altro.
https://www.tecnicadellascuola.it/prete-tiktoker-incontra-gli-alunni-genitori-protestano-per-le-sue-idee-anti-aborto-e-omofobe-i-docenti-non-sono-intervenuti
Genitori indignati hanno accusato il sacerdote di aver dato, a loro giudizio, risposte offensive ed espresso esplicite opinioni in merito a tali argomenti. Ma cosa avrebbe dovuto dire un sacerdote? La dottrina della Chiesa è estremamente chiara in merito e, in questo caso, possiamo dire grazie al Cielo che esistano ancora sacerdoti che hanno il coraggio di dire la verità senza temere le ormai scontate proteste.
Oggi è diventato difficile, e a volte rischioso, affermare che l’aborto è un efferato omicidio di un innocente indifeso, che un bambino per crescere sereno ha bisogno della famiglia formata da mamma e papà, che fabbricare un bambino artificialmente, sacrificando un numero indefinito di embrioni (bambini) per ottenere il “prodotto” richiesto, è moralmente inaccettabile. Si sta cercando di occultare queste verità alle giovani generazioni, puntando sul loro naturale desiderio di emancipazione, per trarli in inganno mascherando il concetto di indipendenza con falsi concetti di diritto.
E’ triste dover constatare che si è giunti ad un concetto di rispetto e di libertà a senso unico. Da una parte si pretende di far entrare in tutti i modi nelle scuole, anche quelle dell’infanzia violentando così l’innocenza dei più piccoli, il gender con tutte le sue assurde pubblicazioni esplicite e distorte e le drag queen come segno di inclusione, anche contro la volontà dei genitori, pena l’accusa di omofobia, dall’altra si pretende di zittire chi, con argomentazioni logiche e rispettose, dissente da un’ideologia che con prepotenza vuole stravolgere la natura umana portando confusione e solitudine.
E’ di questi giorni la notizia del tredicenne di Verona che si è rifiutato di salire la scala della scuola dipinta con colori e frasi arcobaleno, perché contrarie alle sue idee, redarguito dall’insegnante che ha cercato di obbligarlo a obbedire e poi punito dal preside con una nota disciplinare dopo essere stato accusato di essere omofobo. Un ragazzino tredicenne accusato di omofobia.
https://lanuovabq.it/it/13enne-rifiuta-lideologia-lgbt-il-preside-lo-punisce-omofobo

Seppure solo tredicenne non aveva forse diritto di essere rispettato nelle sue convinzioni? Qui i coraggiosi genitori hanno protestato e scritto al ministro Valditara chiedendo giustizia per il loro altrettanto coraggioso ragazzo. Così vorremmo che fossero gli uomini del domani. Individui capaci di idee proprie, capaci di esprimerle e difenderle con coraggio, capaci di distinguersi dalla massa informe di gente rassegnata, capaci di non farsi sottomettere dal conformismo.
Al contrario qui è preoccupante vedere genitori che, anziché essere grati della presenza di un giovane prete che cerca di far comprendere l’importanza del rispetto della persona umana fin dal suo concepimento, premessa essenziale per crescere uomini di pace in ogni situazione della vita, sono essi stessi a sollevare polemiche con arroganza e prepotenza per difendere, per di più, ciò che la natura stessa non contempla.
Si saranno chiesti che tipo di esempio intendono dare? E che tipo di futuro pensano di costruire per figli e nipoti se minano le fondamenta della nostra società che si è evoluta civilmente proprio grazie alle sue radici cristiane, le uniche vere portatrici di verità e giustizia?

Per Prolife Insieme
Diana Barigelletti

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