Contraccezione e aborto, diffusione a tappeto? O informazione corretta?

(Fonte: prolifeinsieme.it )

Egregio Direttore,

da Medico Chirurgo Pediatra chiedo di replicare all’articolo https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=128034
Osserviamo quanto avviene in Paesi che, acriticamente ligi all’OMS, da settant’anni attuano “educazione sessuale” scolastica ed hanno liberalizzato il procurato aborto: Francia: 223.300 aborti nel 2021; 234.300 nel 2022; 243.623 nel 2023; tasso di abortività di 16,8/mille donne in età fertile.
Nella “diseducata” Italia il tasso di abortività, anch’esso drammatico, è però meno di un terzo:  5,4/mille, ma il persistente ricorso al procurato aborto smentisce le false premesse della 194/1978 “Norme per la tutela sociale della maternità” che “riconosce  il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio” e relegherebbe a casi estremi l’IVG. Se questo fosse vero ed applicato, i consultori dovrebbero vantare ampie casistiche di aborti evitati e di neonati felici. Il numero di aborti è calato per la riduzione della popolazione femminile in età fertile.
L’offerta commerciale, confermata dal numero di punti IVG prevalenti rispetto ai punti nascita, è quella di: aborto praticamente libero e gratuito, o mascherato da contraccezione di emergenza, sostanze abortive a portata di mano e senza alcun controllo neppure per la salute della madre. L’eufemismo IVG nasconde la realtà sia della soppressione del bambino concepito, sia degli effetti devastanti sulla madre. Coloro che sono responsabili della procedura, rispettano gli estremi di legge? espongono veramente a madri minorenni e maggiorenni rischi e sequele per ottenere il consenso informato?  Ogni donna ha il diritto di ricevere ampie informazioni sia riguardo al fatto che si presta ad uccidere un suo figlio, sia riguardo agli effetti avversi che il procurato aborto può avere sul suo corpo e sulla sua psiche nell’immediato e a distanza di tempo: emorragie, danni anatomici a carico dell’utero, successivi aborti spontanei e parti pretermine, malattia infiammatoria pelvica, infertilità, gravidanze ectopiche, ansia e depressione, rimpianto, disturbo post-traumatico da stress.  Se non venga messa al corrente di queste informazioni la donna nella realtà non è in grado di fornire un vero consenso informato. “Migliorare la raccolta dati”? I dati sono già ampiamente disponibili poiché in conseguenza della diffusione del procurato aborto in Cina e in India le donne, cavie di questa epidemia, hanno presentato incidenza catastrofica di carcinoma mammario a dimostrazione del link ABC rapporto causale tra Abortion e Breast Cancer: statistiche scomode che vengono occultate.
Le minorenni che inaugurano con l’aborto la loro vita, dimostrano inoltre la mancanza di famiglie solide, svalutazione e mancanza di rispetto di sé stesse, ignoranza o aver abboccato a quella pseudo-educazione sessuale, che diffonde idee infondate sulla sicurezza dei rapporti sessuali comunque attuati.
“Un impegno collettivo per il futuro” sarebbe certamente quello di promuovere un profondo rispetto dell’identità sessuale di donne e di uomini, e di evitare la soppressione di bambini in utero.

Dott. Luciano Leone. Pediatra
Comitato “Pro-life insieme“

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