Aborto e sondaggi: gli Italiani favorevoli ad uccidere i bimbi non nati?

(Fonte: prolifeinsieme.it )

Cortese replica all’articolo https://www.agi.it/cronaca/news/2024-05-22/aborto-associazione-coscioni-sondaggio-swg-italiani-favorevoli-26477684/
“Aborto, 3 italiani su 4 sono favorevoli. E la 194 va migliorata”
Sono una donna di 48 anni, italiana, moglie e madre di  due figli, riconoscente per il dono della vita.
Non credo di essere l’unica donna in Italia ad avere questa opinione, ma forse molti temono di essere contro corrente e non esprimono il loro pensiero. Magari ciò accade anche nei sondaggi, non volendo essere “censiti” come retrogradi o contro l’emancipazione femminile.
Infatti oggi più che mai regna il conformismo e chi ragiona con la propria testa viene “massacrato” sui social o nelle pubbliche discussioni. Questo sembra essere in contrasto con la “cultura di inclusività” che in ambito politico e sociale viene tanto promossa.
È proprio così infatti, la mentalità del mondo odierno ci porta ad essere sempre più incentrati sul nostro “io” in una continua ricerca di autodeterminazione basata solo sul nostro “benessere personale” e quindi su scelte egoiste, che alla fine spegneranno la nostra capacità di essere riconoscenti di ciò che siamo e della vita stessa. Questo meccanismo insano ci logora e genera infelicità.
Infatti oggi siamo pieni di ansie, angosce, paranoie che  spesso sfociano in vere e proprie patologie, che ci rendono schiavi delle nostre insicurezze anche per lunghi periodi della nostra esistenza, senza comprenderne il motivo più profondo: non siamo fatti per noi stessi ma per donarci agli altri, lì troviamo la nostra realizzazione.

Aborto come soluzione di un problema?

All’interno di questo tunnel oscuro di angoscia sociale, l’aborto viene proposto in maniera ingannevole e vigliacca come una soluzione ad un problema. Quindi il feto – figlio non voluto – viene dipinto come la causa di una “malattia” che la donna può curare attraverso la procedura di IVG – interruzione volontaria di gravidanza.
In questo modo come l’articolo mostra “fieramente” nella foto sotto il titolo, la madre percependo il feto come limite alla propria libertà di donna, apre le gambe e permette che suo figlio le venga letteralmente strappato dal gambo materno: cosa c’è di più tragico di questa operazione contro natura?
La letteratura scientifica ormai da decenni dimostra infatti i danni fisici e psicologici che devastano le donne nel post aborto. Ma questa sofferenza non deve essere raccontata!
Le associazioni come quella di Coscioni dicono di voler eliminare la sofferenza ma in realtà si prefiggono nei fatti l’eliminazione della persona, sia nella vita nascente sia nel fine vita, optando per la soppressione dell’essere umano che non viene aiutato a superare le difficoltà e la sofferenza ma viene spinto a scegliere la morte.

Pro-life insieme difende la vita prima della nascita e aiuta le mamme

Come “Prolife insieme” vogliamo difendere la vita e aiutare chi soffre portando insieme il peso di scelte difficili. Una società veramente inclusiva non elimina chi soffre, come uno scarto, ma lo aiuta in tutti i modi possibili, perché sa che nelle difficoltà l’individuo cresce ed evolve, matura e con lui la società intera.
Concludo dicendo che, purtroppo, ritengo che il sondaggio proposto in questo articolo sia tristemente vero, cioè che gran parte delle persone abbia smarrito la propria umanità e quindi non abbia più empatia verso il prossimo.
Questo è la causa di tanta depressione.
La cura della depressione è uscire fuori da noi stessi ed aprirsi alla vita perché ogni vita vale.
Il feto è un grumo di cellule di un essere umano VIVENTE che resta un figlio per sempre e la donna resta sua madre per sempre, qualsiasi sia la sua scelta.
La 194 è una legge che permette che si uccida il più debole ed indifeso essere umano.
Quanti dicono di essere contro la pena di morte ma a favore dell’ aborto forse dovrebbero riconnettersi con la realtà.
La violenza non è mai giustificabile neppure in caso di stupro. Quante donne stuprate testimoniano oggi che rivedono nel figlio di quella violenza, che comunque hanno accolto, la vittoria del Bene sul male!
Chi dice di voler migliorare la 194 dovrebbe specificare in che senso, poiché anche il popolo a favore della vita ha intrapreso questa strada per garantire che la scelta della donna possa essere davvero libera e consapevole.

La proposta di legge “ Un cuore che batte”

In parlamento è stata depositata una proposta di legge “Un Cuore che Batte”. Il medico è obbligato a proporre – ma non vi è obbligo per la donna di accettare – di fare vedere con una ecografia e fare ascoltare il battito del cuore del piccolo feto, mostrando che si tratta di un essere umano già Vivo.
Invito i media a farsi strumento di promozione della vita divulgando anche queste importanti iniziative che danno speranza nel futuro.

Manuela Ferraro
Comitato “ Pro-life insieme “

http://www.prolifeinsieme.it

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