Gravidanza e bugie, va cambiata la narrazione delle femministe

(Fonte: prolifeinsieme.it)

Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di replicare all’ articolo ”Mentono sapendo di mentire: le bugie di mamme e nonne sulla realtà della gravidanza.” https://www.alfemminile.com/culture/le-bugie-delle-madri-sulla-gravidanza/

In questi giorni, mi è capitato di leggere quanto scritto dall’ autrice riguardo alla dimensione della gravidanza e, in quanto madre di due figli, mi sento in dovere di rispondere. Non si capisce dove, colei che scrive, sia cresciuta, poiché sembra provenire da uno spazio e un tempo perso nel buio dei secoli; un tempo in cui mamme e nonne, zie e perfino amiche più grandi si rifiutano di raccontare la verità rispetto alla realtà della gravidanza, parto e post parto, anzi lo fanno attraverso bugie, infantilizzazioni e distorsioni della verità. Lo faranno forse per proteggere la ”malcapitata” o per perpetuare il ciclo della maternità, che l’autrice vede come obbligata, visto che il più delle volte l’identità femminile è direttamente rapportata alla sua capacità riproduttiva.
Qualche volta, le bugie sarebbero un modo per tramandare l’ignoranza subita e quindi non fare autocritica, ma in ogni caso tutto questo consentirebbe la violazione dei diritti riproduttivi di milioni di donne, le quali, se fossero in un mondo più giusto e, sapendo dei lati oscuri, non farebbero questa scelta!
Partendo dal presupposto che essere donna vuole dire biologicamente avere la facoltà di generare dei figli, credo che decenni di femminismo abbiano dato l’illusione che non sia più così. Con la gestazione, che dura nove mesi (un periodo di tempo lunghissimo rispetto a tutte le specie animali) si mette al mondo un essere umano, non ci si può aspettare che sia come andare alla beauty farm…
E’ per questo che oggi, tante donne rinunciano alla maternità o peggio, scelgono di interrompere la gravidanza?
Mi spiace dirlo, ma l’articolo, con il suo tono vittimistico e accusatorio, è un profluvio di luoghi comuni e verso la fine mostra il suo vero intento, che è quello di spingere sulla tanto discussa “educazione sessuale”, la quale deve avere lo scopo di dare potere alle donne aprendo loro gli occhi su emozioni ,diritti riproduttivi e consapevolezza, un lavoro prezioso che solo le attiviste (femministe?) continuano a fare!
Mi sorge un’amara riflessione: questo è ciò che 50 anni e più di emancipazione hanno prodotto sulle ultime generazioni. C’è un modo per ricostruire l’integrità dell’universo femminile così deturpato? Facendo riscoprire la bellezza della maternità e paternità, del farsi dono alle future generazioni creando una famiglia?
Auspico che le autorità civili prendano coscienza della deriva ideologica a cui siamo giunti, che è causa anche della denatalità nel nostro Paese.

Maria Cariati
Comitato “Pro-life insieme“

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