Legge 194/78: ”abbiamo bisogno di uomini coraggiosi difensori della vita”
(Fonte: prolifeinsieme.it)
Egregio Direttore,
Chiedo cortesemente di poter replicare alla notizia https://www.cuneo24.it/2025/02/presidio-contro-il-fondo-vita-nascente-organizzato-davanti-al-consiglio-regionale-273836/
“la Rete +194” e “Non una di meno” hanno manifestato davanti alla sede del Consiglio Regionale del Piemonte per protestare contro il finanziamento al fondo cosiddetto “Vita nascente” e contro la Stanza dell’Ascolto all’ospedale Sant’Anna di Torino”
Se solo si ascoltassero quando parlano, capirebbero il baratro di incoerenza e di dissociazione mentale nel quale sono cadute queste attiviste che fanno parte di gruppi che si dicono a favore della donna sulla carta, ma che di fatto sono contro la tutela del bene più importante che una donna debba difendere: la sua dignità.
Dopo quasi 50 anni dalla approvazione di questa triste legge 194 è ormai evidente il suo innegabile fallimento, dimostrato chiaramente non solo dalle statistiche di denatalità ma ancora più dalla cultura di morte che caratterizza la nostra società.
Questa “cultura” si è diffusa proprio a causa della banalizzazione dell’ aborto fino ad innalzarlo a diritto della madre a decidere di sopprimere il proprio bambino, il feto.
La vita umana non è più sacra e legata al mistero insondabile e soprannaturale della creazione della vita stessa, bensì la vita umana può essere scartata a piacimento, trasformando il bambino da individuo unico ed irripetibile – come il suo DNA – in un semplice “oggetto” da scegliere.
Questa scelta tanto decantata da questi movimenti femministi risulta invece essere un fardello assai pesante da portare per ogni donna che decida di rinunciare al proprio figlio.
La madre infatti è tale dal concepimento e questa scelta di morte innescherà una guerra con sé stessa che, a livello sociale, porterà molte donne a difendere il loro diritto di uccidere addirittura ostacolando aiuti psicologici ed economici ad altre donne che ne avessero necessità.
Risultato: la battaglia interiore della donna la spinge ad ostacolare chiunque voglia portare vita, scontrandosi spesso proprio con altre donne che portano le ferite di un aborto passato e che vogliono evitare altra sofferenza.
Perché l’aborto è sempre una sconfitta per la donna e per la società intera, chi vi dice il contrario non è sincero o non è cosciente.
Mai come ai giorni nostri abbiamo bisogno di uomini coraggiosi pronti a difendere la vita nascente, che dimostrino che essere genitori è un dono da tutelare non un diritto da esercitare in base a una scelta soggettiva.
Manuela Ferraro
Comitato “ Pro-life insieme “
http://www.prolifeinsieme.it
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