La donna, il bambino, il padre: i grandi assenti della relazione 194

Della Prof. Vittoria Criscuolo Vicepresidente Comitato “Pro-life insieme

(fonte: www.prolifeinsieme.it)

Egregio Direttore,
Leggo sulla sua testata l’articolo relativo alla relazione sulla attuazione della legge 194/78 e le chiedo cortesemente di poter replicare. https://ilgiornalepopolare.it/aborto-la-relazione-sulla-legge-194-polemiche-sui-dati-vecchi-e-incompleti/
Da attivista pro-life , ma soprattutto da donna, resto stupita dall’aridità del contesto: un profluvio di cifre, dati, numeri, ma mai un’osservazione su chi ci sia dietro quell’apparente oggettività. Nessuno che citi e si occupi, dovrei dire si preoccupi, della donna, del dolore e delle difficoltà che si trova ad affrontare in solitudine, quando si presenta una gravidanza inaspettata. Nessuno che dica la verità sulla sindrome post abortiva, che attanaglia e divora la mamma mancata, per decenni.

Manca la donna, con il suo dolore

Parlo a ragion veduta, perché nel mio servizio di pro-life ormai più che decennale, incontro, leggo, ascolto il dramma di chi non riesce a perdonarsi per quell’aborto, spesso determinato dall’abbandono del partner, dalla violenza dei genitori, dalla superficialità e dalla non conoscenza. Quante donne mi dicono “Se avessi saputo!”.

Manca il bimbo, il grande assente

Ed è questo il vero diritto che dovrebbe essere riconosciuto ad una donna incinta: il diritto di sapere, non solo che rimpiangerà per sempre la decisione presa, ma anche che quella “interruzione di gravidanza” è in realtà l’eliminazione di suo figlio, con un cuore che batte a 20 giorni dal concepimento. Così si spiega il dolore della madre mancata, che sa di attendere un bimbo e non un “grumo di cellule”: altrimenti perché soffrirebbe?

Manca l’uomo, con il suo dolore

Che dire poi della figura del padre, relegato a nulla, sminuito nel suo ruolo, per l’ansia di affermare se stesse, in antagonismo, non in alleanza.
Cifre, numeri, tutto oggettivo e asettico? No, quello che manca, nella riflessione a margine di una relazione che non racconta storie inventate e legate a danari o imprese, quello che manca, egregio Direttore, è l’umanità, l’attenzione alla persona, anzi, alle persone, coinvolte in quella devastazione che è l’applicazione della legge 194/78.

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