Figure mistiche e la carità – Santa Rita da Cascia
Di Don Francesco Giordano
(Originale in Inglese: catholicexchange.com)
Pochi anni dopo la morte di Santa Caterina da Siena (1347-1380), il Signore ha regalato alla sua Chiesa un’altra grande santa, Santa Rita da Cascia. Santa Rita non nacque in Toscana ma in Umbria, nella Diocesi di Spoleto, nel 1381 e muore nel 1457. Entrambe le sante vissero in un’epoca di grande tumulto all’interno della Chiesa: dai primi del 1300, per circa ottanta anni, i Papi vissero la cattività avignonese; in seguito, dopo il loro ritorno nella sede romana, ci furono numerosi altri problemi che si rifletterono nella vita di Santa Rita.
Il fatto che i travagli storici siano connessi con le vite dei santi non sono certo una novità: basti pensare a Santa Rosa da Viterbo che all’epoca della disputa a Napoli tra l’Imperatore Federico II e Papa Innocenzo IV, predisse la morte di quest’ultimo nel 1250. Le lotte tra i Ghibellini, sostenitori dell’Imperatore, e i Guelfi, sostenitori del Papa, segnarono una lunga epoca storica dell’Italia. Ad esempio, durante il pontificato di Papa Bonifacio VIII si assiste allo stretto intrecciarsi di politica e religione, come emerge chiaramente anche nelle opere di Dante. Dante, che nella Divina Commedia segna l’apice del mondo medievale, nel Convivio e nel De Monarchia già mostra i primi segni di quella mentalità che in seguito diventerà dominante, ad esempio nell’opera di Machiavelli. Questi segni si percepiscono nella concezione dantesca del Papato e della stessa monarchia: pur non auspicando una separazione tra Chiesa e Stato, come avverrà nel Settecento, di certo essa non è era troppo favorevole al Papato.
L’Italia delle grandi città, Firenze, Bologna, Napoli, Milano, Padova, ecc. è già nel 1300 un mondo molto moderno, nel senso di laicizzato. I grandi studiosi non sono più solo i sacerdoti e i monaci, come in quello stesso periodo era in Francia. Inoltre, tra i tonsurati c’erano personaggi come Petrarca (e altri simili a lui), che aveva preso gli ordini sacri solo per poter insegnare all’Università di Parigi.
Santa Rita nacque in questo contesto da genitori anziani. Andando contro la sua vocazione, ossia quella entrare in un convento, fu data in moglie a un uomo violento, che si sarebbe convertito solo poco prima di essere assassinato. I loro due figli avrebbero voluto vendicare l’omicidio del padre, aggiungendo peccato a peccato, ma grazie alle preghiere della madre desistettero dal loro intento e si pentirono prima della loro morte.
La povera Santa Rita, essendosi ritrovata sola al mondo, provò ad entrare nelle suore Agostiniane a Cascia: dopo numerosi rifiuti fu infine accolta, e visse per 42 anni nella vita religiosa.
Lì visse una vita di carità nascosta che toccò i cuori di una moltitudine di fedeli in un tempo di grande confusione. Questi sono i santi che Dio manda per confortarci con la sua Verità e il suo Amore. La carità copre una moltitudine di peccati, ci ricordano i Santi Giacomo e Pietro nelle loro epistole. È questo che la santa degli impossibili avrebbe insegnato alla Chiesa in un’epoca molto difficile, segnata dallo scisma e dalla mancanza di carità. Non dimentichiamo che il peccato contro la fede è l’eresia e il peccato contro la carità è lo scisma.
Il papa era tornato dalla Francia a Roma nel 1376 e, per ricomporre un grave scisma, si rese necessario il Concilio di Costanza svoltosi tra il 1414 e il 1417; dopo il concilio, come conseguenza non voluta, sorse il cosiddetto Conciliarismo, che Papa Eugenio IV, negli anni Trenta del 1400, dovette contrastare con molte difficoltà, al fine di rinsaldare la Chiesa e il Papato. È quasi come se Santa Caterina da Siena avesse passato il testimone a Santa Rita, anche se il ruolo di Santa Rita non era certamente così direttamente connesso alle questioni papali come quello di Santa Caterina.
Inoltre, in quell’epoca di gravi sconvolgimenti, nel 1453 ci fu la caduta di Costantinopoli, con tutte le imprevedibili conseguenze che portarono in Italia al sorgere del Rinascimento che tanta influenza ebbe anche sul papato. È in questi momenti che Dio invia santi che sono esempi luminosi di ogni virtù cristiana, puri come gigli, semplici come colombe, obbedienti come angeli. Nostro Signore ha mostrato come opera miracoli attraverso tali santi. In un’occasione Santa Rita chiese che le venisse portata dal suo giardino una rosa in pieno inverno. La rosa fu trovata in piena fioritura, un po’ come succede ogni anno nel mese di gennaio nel Santuario della Madonna dei fiori a Bra in Piemonte, miracolo che si ripete ancora oggi, come anche la scienza conferma.
Le preghiere d’intercessione a Santa Rita per ottenere un miracolo si innalzarono ben presto da ogni parte. È così che opera la Grazia, nascosta ma potente, sottile come un giardino che cresce e non come i fuochi d’artificio del diavolo che non lasciano, dopo tanta luce, nient’altro che fumo. Al contrario la Grazia dona vita, luce, pace e gioia, e questo è il risultato più grande, riuscire a fermare le armi di un mondo spietato e pieno di odio grazie alla sinfonia d’amore della Passione di Cristo.
La Passione di Cristo segna il culmine della Carità, e la Carità comporta infatti una certa dose di sofferenza. Ma la Passione si compie nuovamente ogni giorno nella Santa Messa. Qui sta anche il segreto della santità: rimanere vicini a Nostro Signore, come fece Santa Maria Maddalena, da alcuni definita la profetessa dell’amore eucaristico. Santa Maria Maddalena è talmente attratta dall’amore del Signore, dal calore del Sacro Cuore, al punto di dimenticare la propria peccaminosità e accostarsi con coraggio al Signore per ungerlo, poco prima della sua morte, un anno dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
In occasione di quel miracolo è interessante ricordare che il Signore aveva detto “Io sono il pane della vita”, e Giuda in quel momento non capisce cosa il Messia sta facendo e dicendo, perché ha un’idea del Messia molto politica. Giuda era, in un certo senso, uno degli apostoli più “perfetti”, una sorta di giansenista, di pelagiano, di apostolo che faceva tutto da sé e non era d’accordo con quello che Gesù aveva affermato. Un anno dopo vede questa peccatrice convertita che unge il Signore con olio di nardo, che è l’unguento con il quale si cospargono i morti, e scandalizzato a questa vista, consegna Nostro Signore alle autorità. Giuda non aveva compreso la nuova legge promossa da Cristo: la legge interiore della conversione del cuore.
Una mia studentessa ha usato questo esempio per mostrare la carità dei santi: se qualcuno mi chiede di dare un po’ di crema per le mani non gli verso tutta la bottiglia sulle mani, il che sarebbe ragionevole; ma la carità divina va oltre ciò che è ragionevole e giusto. Santa Maria Maddalena, alla quale sono stati perdonati tanti peccati, si è resa conto delle sue imperfezioni, e in questo senso è profetessa dell’amore eucaristico. Giuda al contrario non si è reso conto delle sue imperfezioni perché si sentiva perfetto.
Il messaggio di Santa Maria Maddalena, il messaggio di Santa Rita da Cascia, il messaggio di Santa Caterina da Siena, il messaggio di queste profetesse, di queste donne che hanno compreso l’amore del Signore e il calore del Suo Sacro Cuore, è un messaggio di una grande carità e di una grande speranza per molti di noi.
Santa Maria Maddalena è talmente attratta dall’amore del Signore e dal calore del Sacro Cuore da dimenticare la propria peccaminosità, si avvicina con coraggio, con entusiasmo al Signore Divino per ungerlo prima della sua morte. San Tommaso d’Aquino ha detto che la testa di Cristo simboleggia la sua divinità, mentre i suoi piedi simboleggiano la sua umanità; quando adoriamo entrambi realizziamo una mistica unzione del Signore, senza dimenticare né l’umanità né la divinità.
Questa unione è importantissima e costituisce una nozione fondamentale della chiesa e della cristologia. Ad esempio, nella prospettiva monofisista, condannata dal Concilio di Calcedonia, l’umanità è assorbita come una goccia d’acqua nell’oceano divino. Ma questo non è il messaggio di Cristo che, al contrario, consiste nell’abbracciare l’umanità, nell’unirla alla divinità nel suo stesso essere, discorso complesso ma che i santi che hanno sofferto, come Santa Maria Maddalena, Santa Rita da Cascia, Santa Caterina da Siena, hanno capito nella Passione di Cristo e nell’Eucarestia per continuare a renderlo presente nella storia della chiesa.
Per questo noi dobbiamo continuare ad avere fede speranza e carità, perché, nonostante tutto il Signore continua ad essere presente, in Cielo alla destra del Padre, e in terra nella santissima eucarestia.
Trascorriamo molto tempo con Lui! Per un cuore innamorato il tempo passato con Gesù non è mai troppo e non è mai sprecato. Vi auguro ogni bene e di poter crescere nella santità, il che può sembrare impossibile, e unitevi ai grandi santi, ma soprattutto al Signore eucaristico.