Educazione sessuale contro natura e le sue conseguenze mortali

Di Don Shenan J. Boquet

(Originale in inglese)

*Alcuni degli argomenti trattati affrontano argomenti espliciti che potrebbero non essere adatti ai lettori più giovani.

Poche cose mi provocano più giusta ira dello spettacolo sempre più comune di adulti ideologizzati che ipersessualizzano i bambini, sia per propria gratificazione, sia per diffondere le dottrine della rivoluzione sessuale.

Lo si vede forse in modo più evidente nel crescente movimento dei “drag queen” (cioè, uomini travestiti da donna, N.d.T.), che è passato dall’essere un fenomeno limitato a squallidi bar per adulti a qualcosa a cui i bambini sono invitati a prendere parte e nel quale confrontarsi.

Così, per scegliere un esempio tra i tanti, c’è il rivoltante spettacolo nella CBC, la televisione pubblica canadese, di un programma chiamato “Drag Kids”. La cosa più irritante è l’assoluta spudoratezza degli attivisti che stanno dietro allo spettacolo. Un articolo che presenta lo spettacolo afferma: “Un nuovo tipo di ‘queen’ (termine che significa ‘regina’ ma anche ‘omosessuale’, N.d.T.) sta emergendo sulla scena: è agguerrito, vive in un’era di opportunità senza precedenti per la cultura omosessuale ed è più giovane che mai. È un drag kid”.

Un bambino, “più giovane che mai”, che vive nella “cultura omosessuale”. E la CBC lo celebra!

Lo stesso articolo promozionale celebra il fatto che un “drag kid” di nove anni presente nello spettacolo vende merce a tema nel “locale negozio per feticisti” (in altre parole, un negozio a luci rosse). Un’altra delle stelle, un’undicenne, starebbe cercando “l’opportunità di entrare in contatto con il mondo degli spettacoli dei travestiti maggiorenni” (in altre parole, il mondo degli spettacoli sessualmente espliciti dei travestiti!).

Nel frattempo, non si deve cercare a lungo per trovare immagini di bambini piccoli ai “Pride” o agli spettacoli di travestiti, che ballano in modi che un tempo erano limitati ai locali di spogliarelli, mentre adulti maturi li acclamano, persino gettando loro del denaro. Qualche settimana fa, ho accennato brevemente a un nuovo programma televisivo “educativo” della televisione olandese, in cui i partecipanti adulti (tra cui persone “transessuali” alle prese con la disforia di genere e sottoposti a interventi chirurgici di mutilazione del corpo) si spogliano e sfilano davanti ai bambini.

Non c’è altra parola per definire tutto questo che “diabolico”.

Don Shenan J. Boquet
Don Shenan J. Boquet Presidente di Human Life International

Educazione sessuale ipersessualizzata

Tuttavia, se da una parte le iniziative a carattere apertamente sessuale come quelle sopra citate stanno diventando sempre più comuni, dall’altra c’è un modo ancora più incisivo attraverso il quale gli adulti inculcano ai bambini la loro perversa concezione della sessualità: il finanziamento e la diffusione massiccia di programmi di “educazione sessuale” espliciti e immorali in tutto il mondo.

Prendiamo, ad esempio, questo recente articolo di Fox News che illustra come la Bill and Melinda Gates Foundation finanzi l’International Planned Parenthood Federation (IPPF) con decine di milioni di dollari. Tuttavia, come osserva il giornalista della Fox, l’IPPF è impegnata da diversi anni nella sessualizzazione dei bambini. Ad esempio, nel 2017 ha rilasciato una serie di pubblicazioni per l’educazione sessuale in cui l’organizzazione afferma che ai bambini sotto i dieci anni dovrebbe essere insegnato che “l’attività sessuale può rientrare in diversi tipi di relazioni”, compreso il “lavoro sessuale a pagamento” (cioè, la prostituzione).

Una di queste pubblicazioni afferma anche che al bambino dovrebbe essere insegnato che “crescendo, potresti iniziare a interessarti a persone con identità di genere diverso”. Inoltre, gli educatori sessuali dovrebbero avere una “visione dei giovani come esseri sessuali”. “Tutte le persone sono esseri sessuali con diritti sessuali, indipendentemente dalla loro età”, afferma il documento dell’IPPF, aggiungendo: “I diritti sessuali includono… il diritto di dire sì o no al sesso; il diritto di esprimere la sessualità, compreso il diritto di cercare il piacere; il diritto di godere dell’autonomia corporea…” (Traduzione nostra, N.d.T.).

Si tratta di un linguaggio molto inquietante, che enfatizza la natura “sessuale” dei bambini molto prima che abbiano raggiunto la pubertà. Ci si potrebbe chiedere per quale motivo possa esserci per parlare ai bambini in età prepuberale di prostituzione, o della “natura sessuale” dei bambini e del “diritto di cercare il piacere”, se non quello di istillare certi concetti nella loro testa?

Un linguaggio altrettanto preoccupante si trova nelle recenti linee guida sull’educazione sessuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggeriscono che i bambini dovrebbero ricevere un’educazione sessuale “fin dalla nascita”. Nell’intero documento, la parola “matrimonio” compare solo una manciata di volte, e senza mai suggerire che la sessualità potrebbe avere un ruolo speciale nel matrimonio. Il documento pone invece l’accento su aspetti quali la negoziazione dei limiti sessuali, il consenso, l’apprendimento dell’uso dei contraccettivi, il rispetto della riservatezza e la scelta di avere “esperienze sessuali”.

In definitiva, questo tipo di “educazione” sessuale assolutamente superficiale è pensato per indottrinare bambini, adolescenti e giovani adulti a una concezione profondamente immorale della sessualità. In questi programmi si trova a malapena un accenno al fatto che la sessualità possa avere un significato o uno scopo più profondo, o che ci possano essere modi migliori o peggiori di esprimere la propria sessualità. Al contrario, l’attenzione si concentra maggiormente sull’appagamento sessuale come valore più importante (a volte l’unico), mentre i soli parametri per definire ciò che è accettabile sono il “consenso” e il “piacere”. L’amore coniugale e la procreazione sono solo aspetti secondari della sessualità, e proprio quest’ultima, cioè la generazione dei figli, vista spesso come uno spiacevole e deplorevole effetto collaterale della sessualità, generalmente da evitare come la peste per mezzo di un arsenale completo di armi contraccettive.

Diritti dei genitori

In molti casi, è chiaro che gli ideatori di questi programmi sono perfettamente consapevoli del fatto che i genitori dei bambini a cui insegnano non sarebbero d’accordo con molte delle lezioni impartite. Tuttavia, questi ideologi ritengono che sia loro dovere morale scavalcare la volontà di questi genitori “retrogradi” e indottrinare i bambini nel nuovo credo del libertinismo sessuale. E così, vanno avanti e diffondono idee molto discutibili sul genere e sulla sessualità, spesso senza nemmeno informare i genitori o senza dare loro la possibilità di ritirare i figli da lezioni degradanti.

Questo è profondamente contrario alla visione cattolica non solo sulla morale sessuale, ma anche sul primato fondamentale dei genitori come educatori dei loro figli. Per primato dei diritti dei genitori intendo dire che essi sono precedenti all’autorità dello Stato sui bambini. Questo primato è fondato sulla natura stessa del rapporto genitori-figli, non deriva in alcun modo dall’autorità dello Stato.

“I genitori, poiché han trasmesso la vita ai figli, hanno l’obbligo gravissimo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa”. (Paolo VI, Gravissimum educationis, 3).

Come recita l’articolo V della Carta dei diritti della famiglia del Vaticano, “Avendo dato la vita ai loro figli, i genitori hanno l’originario, primario ed inalienabile diritto di educarli; essi devono perciò essere riconosciuti come i primi e principali educatori dei loro figli” (Carta dei diritti della famiglia, 5).

Questo non significa che in nessun caso i bambini non debbano ricevere un’educazione alla sessualità. Al contrario. Significa semplicemente che tale educazione deve essere impartita o controllata dai genitori e da loro approvata. Come esordisce un documento del Pontificio Consiglio per la Famiglia, intitolato Sessualità umana: verità e significato: “Tra le molteplici difficoltà che i genitori incontrano oggi, pur tenendo in debito conto i diversi contesti culturali, vi è certamente quella di poter offrire ai figli un’adeguata preparazione alla vita adulta, in particolare per quanto riguarda l’educazione al vero significato della sessualità”.

Tuttavia, il documento prosegue denunciando che la scuola, quando insegna educazione sessuale, ha scavalcato la famiglia come fonte di informazione sulla sessualità, e spesso seguendo un’impostazione tale che “si giunge ad una vera deformazione delle coscienze”. Purtroppo, continua il documento, questo è spesso il risultato di genitori che “hanno in tanti casi rinunciato al loro compito” di prendere l’iniziativa “a motivo della difficoltà e della mancanza di preparazione”.

Fondamentalmente, osserva il documento, l’educazione sessuale dovrebbe essere un’educazione alla verità e alla virtù, formando giovani uomini e donne che siano in grado di vivere la virtù della castità, sia nella vita da nubili o celibi o in quella religiosa, sia nel matrimonio. Se “questo compito può essere coadiuvato da altri educatori”, aggiunge “non può essere sostituito se non per gravi ragioni di incapacità fisica o morale”. Questo ha senso. Mentre i sistemi scolastici pubblici e i programmi governativi possono insegnare come funziona la sessualità, è chiaro che non possiamo aspettarci che i sistemi scolastici pubblici insegnino la sessualità in modo integrato e coerente con gli insegnamenti della Chiesa e la sua comprensione della persona e della dignità umana.

Sì. Lo Stato ha un interesse legittimo per il benessere dei bambini. Tuttavia, poiché i genitori hanno una responsabilità più diretta verso i loro figli, il ruolo dello Stato nel promuovere il benessere dei bambini è subordinato a quello dei genitori e dovrebbe consistere nel garantire servizi e risorse che aiutino i genitori ad adempiere alle loro responsabilità, non ad usurparle.

Terribili conseguenze

Un’educazione sessuale priva di valori morali, come quella promossa dall’IPPF e dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, insieme alla disponibilità illimitata di metodi contraccettivi, ha portato a un’esplosione dell’immoralità. Molti giovani, imbevuti della propaganda dell’educazione sessuale, cominciano ad avere rapporti precocemente, confidando ingenuamente nella “protezione” delle tecnologie contraccettive che sono state vendute loro come un grande mezzo di liberazione.

Molte persone però hanno ben presto imparato con sgomento che non esiste una contraccezione a prova di errore. Anche quando i contraccettivi sono usati “perfettamente”, e gli studi dimostrano che raramente lo sono, in alcuni casi si verificano “gravidanze indesiderate”. Gli studi dimostrano costantemente che la maggior parte delle donne che vogliono abortire usava contraccettivi quando è rimasta incinta. Come ha riferito il Guttmacher Institute, che è favorevole all’aborto, in un rapporto del 2018, il 51% delle donne che nel 2014 ha chiesto di abortire usava la contraccezione nel mese in cui è rimasta incinta.

Nondimeno, le organizzazioni abortiste nei materiali usati per l’educazione sessuale sopravvalutano costantemente l’efficacia della contraccezione, basando le loro statistiche sugli scenari “migliori”, con il risultato che i bambini crescono pensando che il sesso sia poco più di uno “svago” senza conseguenze, purché si usi una “protezione”.

Tuttavia, quando quegli stessi bambini, ormai cresciuti, si ritrovano a dover fronteggiare una gravidanza inaspettata dopo aver adottato lo stile di vita libertino che Planned Parenthood ha promosso con tanto entusiasmo, sono di nuovo fatti oggetto dell’attenzione di Planned Parenthood che offre loro un’altra soluzione “facile” e “senza conseguenze”, cioè l’aborto.

L’ex presidente di Planned Parenthood, il dottor Alan Guttmacher una volta ha dichiarato:

“Come è stato sottolineato, chi usa i contraccettivi ha più probabilità di chi non li usa di ricorrere all’aborto procurato… Le prove che sono state esaminate in questo e nei precedenti capitoli dimostrano che l’aborto procurato è maggiormente richiesto da chi usa una qualche forma di regolazione della fertilità… Nessun paese sviluppato ha ridotto il proprio tasso di natalità senza un massiccio ricorso all’aborto e sembra improbabile che i paesi in via di sviluppo possano sperare di vedere un qualsiasi declino della propria fertilità senza un diffuso ricorso all’aborto procurato – legale o illegale”. (Traduzione nostra, N.d.T.)

E così un’educazione sessuale “esplicita” provoca ineluttabilmente la rottura dei tabù, che a sua volta è causa del libertinaggio sessuale, che ha come ultima conseguenza l’omicidio di bambini innocenti concepiti da atti sessuali sconsiderati. E questo senza nemmeno considerare il dolore e la sofferenza emotiva e fisica, subita in modo sproporzionato dalle donne per colpa di uomini predatori, quando la sessualità è svincolata dalle norme morali che, in una società sana, la indirizzano verso un amore autentico e oblativo grazie al matrimonio e alla famiglia.

Una pandemia globale

I nostri giovani sono vittime di individui e gruppi perversi, che non hanno alcun interesse per l’autentica prosperità umana. Per i promotori della rivoluzione sessuale e gli ideologi ossessionati dal sesso, che non riescono a trovare uno scopo più alto nella vita che la ricerca di un piacere sessuale indiscriminato, i bambini sono semplicemente mezzi per un fine: quello di plasmare il mondo a loro immagine. Per arrivare a questo fine promuovono sempre più lezioni di educazione sessuale esplicita, più propaganda per confondere i nostri giovani, più scelte senza giudizio, più identità sessuale, più farmaci sessuali quotidiani, più ormoni, più interventi chirurgici che mutilano il corpo, ecc.

Sappiamo che la cosiddetta educazione sessuale esplicita è la porta che aiuta a trasformare i fondamenti morali e culturali. L’accettazione diffusa di queste forme di educazione sessuale ha portato al crollo morale della cultura moderna. Non c’è bisogno di guardare nient’altro oltre lo spettacolo dei bambini più piccoli che vengono sessualizzati da adulti ossessionati dal sesso, persino sulla TV nazionale, per rendersi conto che qualcosa è andato terribilmente storto.

La Chiesa non è, né è mai stata, “sessuofoba”. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, gli atti sessuali tra marito e moglie sono “onorevoli e degni” e “arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi”. (CCC, 2362). Tuttavia, a differenza del mondo, la Chiesa ha sempre ribadito con insistenza l’immenso potere della sessualità, la ferita della natura umana e la spaventosa ondata di infelicità che ne deriva quando la sessualità viene separata dal matrimonio e usata per fini egoistici.

L’ipersessualizzazione dei bambini, che porta all’infrazione delle norme morali fondamentali con tutte le conseguenze pratiche negative che ne derivano, è una pandemia globale. Dobbiamo opporci. Dobbiamo essere disposti a lottare senza paura per l’innocenza dei bambini, per il loro diritto di sviluppare la propria personalità, i propri interessi e i propri obiettivi lontani dall’influenza predatoria di adulti sessualmente depravati che non trovano di meglio da fare che attirare i bambini nel loro mondo tenebroso.

Oggi più che mai, i genitori devono avere il coraggio di prendere l’iniziativa nell’educazione dei propri figli, in particolare per quanto riguarda la sessualità. Non è più possibile limitarsi al “discorsetto” al proprio figlio quando raggiunge la pubertà e poi lasciar perdere. Il mondo è inondato di propaganda sessuale. I genitori cristiani devono opporsi in modo sistematico a questa propaganda, istruendosi dai ricchi insegnamenti della Chiesa in materia di sessualità, cercando formazione e consigli su come iniziare e mantenere una conversazione aperta, moralmente fondata e fruttuosa con i propri figli, con l’obiettivo di formare adulti sicuri di sé, consapevoli e moralmente forti, in grado di orientare la propria sessualità in modo da generare vita, amore e santità.

Facebooktwittermail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.