Figli e nuove nozze
Di Michelle dal Blog Blessed not Broken
Si è discusso molto nella Chiesa sulla situazione dei Cattolici divorziati e/o risposati. Queste discussioni e scambi di vedute sembrano cercare di chiarire o ridefinire quello che la Chiesa ha sempre insegnato. Qualunque sia la vostra posizione su questo argomento, vorrei aggiungere un aspetto importante a questa discussione. Chiedo di fare un passo indietro e di occuparci di una categoria di persone che sono profondamente toccate dalle nuove nozze, ma che sembrano restare invisibili. Chi sono queste anime dimenticate? I figli. Sia che la coppia di adulti si trovi in un’unione “irregolare” o che le precedenti nozze siano state dichiarate nulle e i genitori possano risposarsi, i figli rimangono una minoranza dimenticata. Non hanno la possibilità di essere ascoltati o di partecipare a un matrimonio imminente che inciderà profondamente sulla loro vita. Com’è possibile che si parli ancora del desiderio di un adulto di ricevere l’Eucaristia, a patto che non gli venga richiesto di astenersi dalla pratica della sessualità, mentre a tantissimi bambini vengono dati nuovi genitori?
Questi bambini vengono sballottati da una casa all’altra, da un genitore all’altro, come se non fossero altro che accessori. La Chiesa deve aggiornare le sue indicazioni per tenere conto del numero sempre crescente di matrimoni con figli, coinvolgendoli nel processo. Il matrimonio con figli (in Chiesa dopo una dichiarata nullità) deve essere visto come una circostanza “speciale” che richiede misure aggiuntive. Per la salute emotiva, spirituale e psicologica di questi bambini, oltre che per aumentare le possibilità di successo di questa nuova unione, i figli devono essere coinvolti nel processo delle nuove nozze dei loro genitori e nella rifondazione della loro famiglia.
In un mondo dominato dall’eccesso di sentimentalismo e dalle commedie romantiche, è facile dimenticare che il sacramento del Santo Matrimonio è un sacramento pubblico e non riguarda solo la coppia felice, soprattutto quando uno o entrambi i fidanzati hanno uno o più figli. Il Catechismo della Chiesa Cattolica sottolinea l’importanza dell’accoglienza dei bambini, i quali, insieme ai genitori, formano la chiesa domestica. “I figli sono il preziosissimo dono del matrimonio e contribuiscono moltissimo al bene degli stessi genitori” (CCC, 1652). Papa Benedetto XVI, in un discorso del 9 marzo 2012, ha detto: “Difendere l’istituto del matrimonio come realtà sociale è, in definitiva, una questione di giustizia, poiché comporta la tutela del bene dell’intera comunità umana e dei diritti dei genitori e dei figli” (Traduzione nostra). Qui usa la parola “diritti”. I bambini hanno dei diritti e questi diritti devono essere tutelati in primo luogo dai genitori e, quando non sono garantiti da loro, devono essere difesi dalla Chiesa. Quali sono i loro diritti? Hanno il diritto di essere una priorità della famiglia; il diritto di sentirsi al sicuro a casa propria e il diritto di essere ascoltati, soprattutto sulle decisioni che cambiano la vita della famiglia. Ho visto famiglie attraversare questo processo e ho assistito, in prima persona, alla frustrazione straziante di un figlio e di una figlia alle prese con le nuove nozze del padre, essendo stati ignorati non solo dalla Chiesa, ma anche dal genitore che non ha mai parlato con loro di questo imminente matrimonio. Come è possibile? In nome della giustizia e della carità dovremmo almeno ascoltarli.
È importante ricordare che quando la famiglia originaria si è disgregata e la madre e il padre si sono separati, i figli non hanno potuto fare altro che stare a guardare mentre la loro famiglia, e di conseguenza la loro vita, implodeva. La loro impotenza sembra impossibile da comprendere. Nonostante i loro desideri, la loro famiglia è stata distrutta e loro non hanno avuto voce in capitolo. Sono stati trascinati nella guerra tra i loro genitori, spesso cercando di amare entrambe le parti, confusi su ciò che dovevano fare mentre si sentivano persi e insicuri. Questi bambini hanno già affrontato la prova del dolore e dell’insicurezza. A volte queste nuove nozze sono state celebrate prima che i figli abbiano avuto la possibilità di elaborare la separazione dei genitori o, peggio, sono state celebrate tra il genitore e l’amante adultero, la stessa persona che più di tutti ha contribuito a distruggere la famiglia. Le croci portate dai figli dei divorziati sono cariche di angoscia. Si deve tenere bene a mente che Nostro Signore ha proibito esplicitamente di fare del male ai bambini: “E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Matteo 18:5-6). Cristo non va per il sottile. È tempo che i pastori e i vescovi comprendano la tendenza crescente delle (seconde) nozze con figli e si rendano conto che, senza includerli, ascoltarli e sostenerli, la Chiesa ignora e forse contribuisce alla rovina di questi piccoli.
Un altro aspetto da considerare è la sicurezza fisica di questi bambini. I risultati dell’Associazione Medica Americana, Consiglio per gli Affari Scientifici, indicano una significativa differenza di rischio a seconda che la madre del bambino sia sposata con il padre biologico o con un patrigno. I bambini con patrigno sono più a rischio di abusi fisici e sessuali. Molto spesso sono i bambini a vedere in casa i segnali di allarme o i problemi di comportamento che il genitore “innamorato” non vede. Il bambino può sentirsi insicuro o nervoso con il fidanzato o la fidanzata. È quindi molto importante parlare con i bambini e offrire loro l’opportunità di difendere sé stessi e la propria famiglia in un modo che il genitore non vuole o non può fare. Inoltre, il bambino avrà la possibilità di chiedere aiuto se si è già verificato un abuso. Immaginate il risentimento che un bambino abusato avrà nei confronti della Chiesa se questa benedice l’unione del proprio genitore con un abusatore senza mostrare alcun interesse per il punto di vista del bambino. Dagli anni Ottanta si è registrato un aumento significativo delle famiglie con un genitore non biologico e, allo stesso modo, è aumentato in modo spaventoso il numero di bambini che subiscono abusi.
Normalmente, un genitore non ridipingerebbe la camera da letto di un adolescente senza consultarsi con lui sul colore, ma lo stesso genitore è capace di portare un nuovo “genitore” in casa del figlio, senza coinvolgerlo in alcun modo. Questo è un esempio di priorità distorte. I bambini non sono bestiame, da spostare da un campo all’altro. Questa è la loro vita e la casa è il loro luogo sicuro. Devono avere voce in capitolo se un nuovo “genitore” ha intenzione di trasferirsi in quel luogo sicuro, altrimenti non sarà più il loro. Inoltre, a nessuno piace ciò che viene imposto, e quindi è bene che il genitore si assicuri che i figli collaborino al processo per stabilire una vita domestica felice e serena. La rifondazione di una famiglia è un processo emotivo e delicato, e questa nuova fondazione dovrebbe essere tentata solo se fa il bene di tutti i membri coinvolti.
Ho visto molte famiglie che si sono “mescolate”, solo per poi disgregarsi lentamente o perdere la loro fede. Per esempio, conosco una famiglia cattolica numerosa la cui madre, dopo la nullità, ha iniziato a frequentare un uomo autoritario. Quest’uomo ha cominciato a comandare senza averne ancora alcun diritto. I figli della madre hanno espresso con forza la loro disapprovazione su questa unione. Il matrimonio è stato celebrato senza che il sacerdote ascoltasse le proteste dei figli. Da allora, molti dei figli sono andati a vivere con il padre non cattolico e non praticano più la fede. Un altro esempio è quello di una figlia che ha cercato di far sapere alla famiglia che trovava il futuro patrigno “inquietante” e che la metteva a disagio. Il matrimonio è stato celebrato e questa figlia non si sente più al sicuro a casa sua.
Sono certa che non esiste una pillola magica, ma ci sono tre cambiamenti immediati che potrebbero essere apportati ai corsi prematrimoniali chi si risposa (dopo un matrimonio precedente dichiarato nullo, N.d.T.) e hanno già dei figli:
1) Per sottolineare le circostanze particolari, cioè il coinvolgimento dei figli, il periodo di attesa dal fidanzamento al matrimonio dovrebbe essere allungato da sei ad almeno nove mesi, se non dodici. Per un’unione così delicata, non c’è motivo di avere fretta.
2) Purtroppo, la tendenza alla convivenza prima del matrimonio non mostra segni di arresto, anche negli ambienti cattolici, e anche se per i celibi senza figli può anche non essere un impedimento al matrimonio, rimane sicuramente ancora problematica e peccaminosa. Il problema aumenta notevolmente se ci sono bambini messi davanti allo scandalo della convivenza. La coppia non si limita più ad avere rapporti extraconiugali, ma ora sta causando direttamente un grave scandalo ai propri figli. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “Lo scandalo è l’atteggiamento o il comportamento che induce altri a compiere il male. Chi scandalizza si fa tentatore del suo prossimo. Attenta alla virtù e alla rettitudine; può trascinare il proprio fratello alla morte spirituale” (CCC, 2284). È chiaro che la convivenza (senza continenza) insegna ai bambini coinvolti che il sesso pre-matrimoniale va bene, il che è contrario agli insegnamenti di Cristo. Inoltre, il Catechismo afferma: “Lo scandalo è grave quando a provocarlo sono coloro che, per natura o per funzione, sono tenuti ad insegnare e ad educare gli altri.” (CCC, 2285). È quindi estremamente importante dire e ribadire che la coppia deve astenersi dai rapporti sessuali e dalla convivenza. Se vivere separatamente è ritenuto impossibile, allora la coppia deve vivere in modo inequivocabile come fratello e sorella fino al matrimonio. Le famiglie cattoliche e le coppie cattoliche che chiedono il sacramento devono dimostrare il loro impegno a crescere i loro figli nella fede, ma questo è impossibile se stanno con i fatti scandalizzando i loro figli presenti a causa della convivenza e della condivisione di una camera da letto. Non possiamo crescere bene i nostri figli se usiamo il metodo “fai quello che dico, non quello che faccio”.
3) Questo terzo cambiamento credo sia il più importante: deve esserci un colloquio obbligatorio tra i bambini e il sacerdote incaricato della preparazione al matrimonio. Ci sono molti incontri durante il corso prematrimoniale; uno in più non mi sembra uno sforzo eccessivo, soprattutto se si tratta di un incontro così importante che dimostrerà ai bambini e ai genitori che si tratta di un sacramento pubblico che riguarda profondamente più della coppia stessa. È anche un bellissimo esempio di come la Chiesa si rivolga ai bambini e riconosca la loro importanza nell’edificazione di questa nuova famiglia.
Questo colloquio ha molti scopi:
- L’idea di invitare i figli a parlare con il sacerdote come parte della preparazione è solo un messaggio molto forte rivolto i bambini che la loro opinione conta, che sono un membro reale e importante di questa famiglia e che la Chiesa vuole ascoltarli. È meraviglioso che i nostri figli vedano quanto sono amati e considerati!
- L’incontro darà ai bambini l’opportunità di condividere le loro paure con il sacerdote e allo stesso modo darà al sacerdote la possibilità di proteggere il bambino da eventuali pericoli.
- La conversazione potrebbe portare alla luce gravi impedimenti al matrimonio che altrimenti non sarebbero venuti alla luce. Ricordate che i bambini vedono tutto. Se tutto va bene, il bambino se ne andrà sapendo che la sua partecipazione e la sua collaborazione sono state essenziali per questa nuova unione, il che dovrebbe favorirne il successo.
La mia speranza è che i Cattolici, soprattutto le guide della Chiesa, si rendano conto che negli ultimi decenni abbiamo ignorato i bisogni dei nostri figli e che gli effetti di questa negligenza stanno aumentando. Tra gli adolescenti si assiste a un aumento delle automutilazioni e pratiche autolesionistiche, a una crescita continua dell’uso di droghe, dei disturbi alimentari, ecc… Niente di tutto questo è sorprendente se guardiamo alle loro vite, anche nelle comunità cattoliche. Il divorzio è già una croce tremenda da portare per i nostri figli, non buttiamoli allo sbaraglio mentre i loro genitori cercano una realizzazione romantica. Henry James scrisse un libro molto interessante intitolato “Quel che sapeva Maisie”. In questo romanzo, i genitori della piccola Maisie divorziano e si risposano. Quello che segue è uno scorcio del nuovo mondo di Maisie: “Riconobbe quindi l’ora che, in qualche barlume di inquietudine aveva previsto da tempo, l’ora in cui – la frase le era stata pronunciata dalla signora Beale – con due padri, due madri e due case, sei difese in tutto, non avrebbe saputo “dove” andare”. Tutti quegli adulti e ancora completamente sola.
L’unica verità e speranza che ognuno di noi ha è la Santa Madre Chiesa. Quanto è appropriato allora che la Chiesa “controlli” i suoi figli durante un cambiamento come quello dei loro genitori che si sposano con un altro? Ha perfettamente senso e se siamo fermi con l’attuazione di pochi cambiamenti, il costo per i nostri sacerdoti e per i programmi di preparazione al matrimonio sarà piccolo, soprattutto se non apportare questi cambiamenti può far credere a un bambino in più di essere abbandonato dalla Chiesa.