Quando le libertà sono denunciate come se fossero reati
(Originale in Inglese link: www.hli.org)
Di Don Shenan J. Boquet
In futuro, diventerà illegale nel nostro paese anche solo citare la Bibbia? Potrebbe sembrare una domanda paranoica, ma eventi recenti suggeriscono che è una domanda che dovremmo prendere sul serio.
Prendiamo il caso di Päivi Räsänen. La Räsänen è un ex membro del Parlamento finlandese, che ha ricoperto la carica di ministro dell’Interno. È anche medico, madre di cinque figli e nonna di sette. Pochi giorni fa, è apparsa in tribunale per difendersi da tre accuse penali di “discorsi di odio”.
Queste accuse fanno riferimento a tre diversi momenti in cui la Räsänen ha difeso l’insegnamento biblico sulla sessualità e il matrimonio. In un caso, nel 2019, la Räsänen, che è un membro della chiesa luterana finlandese, aveva inviato un tweet per contestare la decisione della sua chiesa di essere uno sponsor ufficiale degli eventi “Pride” del 2019. Il tweet consisteva in una foto che conteneva dei passaggi biblici sul matrimonio.
Dopo aver postato quella foto, le autorità hanno aperto un’indagine, convocandola a un colloquio di quattro ore con la polizia per rispondere alle accuse di aver commesso il reato di “agitazione etnica”, che comporta una pena massima di due anni di reclusione.
Pochi giorni dopo, il 4 novembre 2019, il procuratore generale ha annunciato che la Räsänen avrebbe dovuto subire un’indagine per un opuscolo che le fu chiesto di scrivere nel 2004 sugli insegnamenti della sua chiesa sulla sessualità umana. In un’altra occasione, è apparsa in un dibattito televisivo in difesa dell’etica cristiana tradizionale.
Nell’aprile 2021, il procuratore generale finlandese ha presentato tre accuse penali contro la Räsänen riguardo all’opuscolo del 2004, i commenti fatti al programma radiofonico e il tweet. Anche il Rev. Dr. Juhana Pohjola, vescovo della Diocesi della Missione Evangelica Luterana della Finlandia, rischia un’azione penale per la pubblicazione dell’opuscolo.
Il procuratore generale della Finlandia ha accusato la Räsänen di fare dichiarazioni “sprezzanti e discriminatorie contro gli omosessuali” che “violano la loro uguaglianza e dignità”.
Il 24 gennaio scorso, la Räsänen si è dichiarata non colpevole. Ha promesso di combattere le accuse. “Difenderò il mio diritto a confessare la mia fede, in modo che nessun altro sia privato del suo diritto alla libertà di religione e di parola”, ha detto, secondo l’Alliance Defending Freedom, l’organizzazione legale cristiana che la difende. “Più i cristiani tacciono su temi controversi, più lo spazio per la libertà di parola si restringe”.
Il Consiglio Luterano Internazionale ha definito la decisione di intraprendere un procedimento legale contro la Räsänen “vergognosa”. “La grande maggioranza dei Cristiani in tutte le nazioni, compresi i Cattolici e gli Ortodossi orientali, condividono queste convinzioni”, hanno detto in un comunicato. “Il procuratore generale finlandese ci vorrebbe condannare tutti?”.
Data la decisione di portare avanti l’azione penale, sembra che la risposta a questa domanda sia “sì”. Il procuratore generale finlandese è disposto a condannare tutti i Cristiani che osservano l’insegnamento biblico sulla sessualità e sul matrimonio come criminali de facto.
L’inquietante legge C-4 del Canada
L’attacco alla libertà di parola e di religione che sta avvenendo in Finlandia si sta diffondendo in altri paesi.
I Cristiani canadesi sono profondamente preoccupati a causa di un disegno di legge, che recentemente è stato approvato dal Parlamento del loro paese, che sarà usato per reprimere le espressioni concernenti l’insegnamento biblico sulla sessualità e il matrimonio con le stesse modalità.
La legge C-4, è apparentemente una legge pensata per vietare la cosiddetta “terapia di conversione”. Tuttavia, gli oppositori hanno rilevato che la definizione di terapia di conversione nella legislazione è così ampia, che effettivamente criminalizza le espressioni dell’etica biblica tradizionale. Tra le cose che la legge vieta vi è qualsiasi forma di trattamento per “reprimere o ridurre l’attrazione o il comportamento sessuale non eterosessuale”. In altre parole, anche se qualcuno vuole semplicemente essere aiutato ad abbandonare lo stile di vita omosessuale praticata, ma non necessariamente a cambiare le sue attrazioni omosessuali, questo è ora vietato dalla legge canadese!
Come nota l’attivista cristiano canadese Jojo Ruba, mentre un Canadese eterosessuale ora può ricevere un trattamento che lo aiuti a reprimere impulsi sessuali indesiderati, un Canadese omosessuale non può. Si domanda: “Come può questo non essere una violazione della clausola di uguaglianza contenuta nella Carta dei diritti e delle libertà?”
Gli esperti legali hanno notato che un’altra delle amare ironie della legislazione è che essa appoggia le terapie per aiutare un individuo a “passare” al genere opposto. Questo significa che aiutare qualcuno a “convertirsi” per diventare transessuale è perfettamente accettabile. Tuttavia, la terapia per aiutare qualcuno a diventare “cisgender” (ossia, per aiutare qualcuno che soffre di disforia di genere ad accettare ed essere in pace con il proprio sesso biologico) è vietata.
Questo è veramente folle e inquietante. È anche profondamente tragico per quel numero crescente di individui transessuali che si pentono delle loro transizioni e stanno scegliendo di “de-transessualizzarsi”. Purtroppo, sembra che non possano più ottenere legalmente un aiuto psicologico in Canada.
Inoltre, la normativa introduce nella legge canadese concezioni estremiste riguardo le questioni della sessualità e del genere. La legge condanna la terapia di conversione per la presunta propagazione di “miti e stereotipi sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’espressione di genere, compreso il mito che l’eterosessualità, l’identità di genere cisgender e l’espressione di genere conforme al sesso assegnato a una persona alla nascita sono da preferire rispetto ad altri orientamenti sessuali, identità di genere ed espressioni di genere”.
I sacerdoti e gli esperti legali sono preoccupati particolarmente che la legge sia così ampia da vietare anche le conversazioni private in cui un genitore, un sacerdote, o qualcun altro, esprima la propria convinzione che chi conduca un determinato stile di vita debba cambiarlo.
In una lettera, un gruppo di pastori evangelici chiamato Liberty Coalition Canada ha espresso preoccupazione dichiarando che: “La formulazione di questa legge è sufficientemente ampia da consentire la persecuzione penale dei Cristiani che vorrebbero parlare della verità biblica riferendosi ai modi di vivere di coloro che sono legati ai peccati sessuali come l’omosessualità e il transessualismo… Perfino una madre o un padre che offre ai loro figli la libertà dal peccato sessuale attraverso il pentimento e la fede nel Vangelo di Gesù Cristo (1 Cor. 6, 9-11) potrebbe rischiare cinque anni di carcere”.
Marty Moore, un avvocato del Justice Centre for Constitutional Freedoms (JCCF), ha detto a LifeSiteNews che “la legge C-4 è piena di problemi costituzionali. Il fatto che criminalizza le conversazioni tra adulti consenzienti sembra essere completamente ignorato”. Moore ha aggiunto che la legge C-4 non solo “interferisce gravemente con l’insegnamento e la pratica delle credenze religiose in materia di sessualità e identità di genere”, ma addirittura “impedisce alle persone LGBTQ religiose di ricevere sostegno in conformità con la propria fede religiosa”.
I Cristiani canadesi hanno paura che sia solo una questione di tempo prima che le autorità canadesi trovino qualche soggetto di prova, come la Räsänen, da perseguire penalmente solo per aver espresso l’insegnamento biblico sulla sessualità.
Pregare per un esito positivo
Sebbene sia preoccupante che la causa giudiziaria sia stata intentata contro la Räsänen, c’è ancora speranza che ne esca vittoriosa. In tal caso, il suo caso potrebbe forse stabilire un importante precedente in difesa della libertà di parola e di religione per i Cristiani.
La stessa Räsänen ha espresso speranza, dichiarando alla Catholic News Agency prima del processo di “sentirsi tranquilla”.
“Ho fiducia che viviamo ancora in una democrazia, e abbiamo la nostra costituzione e gli accordi internazionali che garantiscono la nostra libertà di parola e di religione”, ha detto. “Se vinco la causa, penso che sia un passo molto importante per la libertà di parola e di religione. Penso che sia importante non solo per la Finlandia, ma anche per l’Europa e gli altri paesi”.
“Se sarò condannata, penso che la conseguenza peggiore non sarebbe la multa contro di me, o addirittura la pena detentiva, ma sarebbe la censura”.
In effetti, c’è motivo di che essere preoccupati perché anche se lei vincesse, il suo caso avrebbe avuto un effetto l’effetto di intimorire libertà di parola in Finlandia e in tutta Europa. Dopo tutto, chi vuole essere trascinato alla ribalta internazionale per rispondere alle accuse di “hate speech” (discorso d’odio, N.d.T.)? Il rischio è che molti Cristiani o persone di altre fedi modifichino – forse anche inconsciamente – il loro modo di parlare per evitare di finire nei guai.
Questa è una reazione umana normale e comprensibile. Ma come Cristiani dobbiamo resistere a questa tentazione verso la compiacenza e la tranquillità. Dobbiamo essere disposti a difendere l’etica sessuale cristiana apertamente e con fiducia, con la convinzione che le verità morali che professiamo rappresentano l’autentico cammino verso la felicità e la salvezza per tutti.
Non dobbiamo nascondere la nostra luce sotto il moggio. Come ha detto la Räsänen alla CNA, “Quindi, ora è il momento di parlare. Perché più stiamo in silenzio, più lo spazio per la libertà di parola e di religione si restringe”.
Preghiamo per il successo della Räsänen nel suo processo e preghiamo affinché i Cristiani canadesi riescano a rovesciare questa nuova legge che minaccia così tanto la loro libertà.