Perseverare, in ogni occasione opportuna e non opportuna
Di Don Shenan J. Boquet|
(Originale in Inglese)
Bene, Joe Biden non ha perso tempo nel rendere chiaro quanto sia impegnato a promuovere e finanziare, come presidente, l’omicidio nel ventre materno di innocenti bambini.
A causa delle restrizioni del COVID, la partecipazione all’inaugurazione di Biden è stata limitata ad un piccolo numero di persone selezionate. Dove normalmente ci sarebbe stata una folla di centinaia di migliaia di persone nello slargo antistante, invece c’era una distesa di quasi 200.000 bandiere americane.
Il comitato inaugurale di Biden ha invitato le persone a “sponsorizzare” una delle bandiere, facendo una donazione a una delle 100 “associazioni di beneficenza” selezionate dal comitato. Se le persone non avessero scelto uno degli enti di beneficenza, la loro donazione sarebbe stata divisa equamente tra loro. Indovinate chi c’era tra questi 100 gruppi? Planned Parenthood.
Non sorprende che Planned Parenthood sia estasiata dall’insediamento di Biden come 46° presidente.
“Oggi finalmente iniziamo un nuovo capitolo per il nostro paese – uno in cui cominciamo a prendere il pieno controllo dei nostri corpi, dei nostri diritti e del nostro futuro”, ha detto Alexis McGill Johnson, il presidente di Planned Parenthood Action Fund.
È solo un modo di vedere la cosa. Non sono sicuro che i nascituri, i cui corpi, diritti e futuro sono violati e rubati da ogni aborto commesso da Planned Parenthood, sarebbero d’accordo.
Joe Biden ha messo in chiaro che intende procedere rapidamente con la sua agenda estremista, sia attraverso ordini esecutivi che con nomine del personale.
Proprio il primo giorno della sua presidenza, tra i molti ordini esecutivi che ha firmato ce n’era uno che promuoveva il transgenderismo. Usando un linguaggio progressista, l’ordine esecutivo afferma di “prevenire e combattere la discriminazione sulla base dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale”.
Ma dietro il linguaggio rassicurante sul fermare la “discriminazione” c’è una realtà molto più sinistra. L’ordine esecutivo, cancellando l’importanza legale delle distinzioni biologiche tra maschi e femmine, eliminerà il diritto delle donne alla riservatezza, permettendo agli uomini di entrare nei bagni e negli spogliatoi delle donne, così come di competere negli sport delle ragazze, a patto che dichiarino di essere “transessuali”.
Sulla questione dell’aborto, Biden (e, nel momento in cui questo articolo verrà pubblicato, probabilmente l’avrà già fatto) invertirà la Mexico City policy[1], che impedisce alle organizzazioni straniere che ricevono finanziamenti dagli Stati Uniti di procurare aborti, dare informazioni sull’aborto, o fornire orientamenti per l’aborto.
Ha anche promesso di ripristinare i finanziamenti federali a Planned Parenthood, di abrogare l’emendamento Hyde (che vieta il finanziamento governativo in favore dell’aborto) e di rinnovare l’azione legale contro le Little Sisters of the Poor (le Piccole Sorelle dei Poveri), il gruppo di suore cattoliche che ha rifiutato di offrire un’assicurazione sanitaria che fornisce contraccezione e aborto nel loro piano sanitario. L’iniziativa più radicale di tutte è che Biden si è anche impegnato a inserire nel diritto la sentenza Roe vs. Wade (la sentenza che legalizza l’aborto negli USA, N.d.T.).
Inoltre, Biden ha dichiarato che porterà avanti l’agenda LGBT a livello nazionale e internazionale, promettendo entro la sua prima settimana di emettere un memorandum presidenziale che dia priorità all’agenda LGBT nel mondo. Questo avrà un profondo impatto sulle nazioni e i popoli di tutto il mondo, specialmente quelli che rispettano i valori tradizionali della famiglia. Eserciterà la stessa pressione che ha fatto in Kenya (quando era vicepresidente sotto Obama), bloccando i finanziamenti finché una nazione non accetti l’agenda radicale della sinistra. È un maestro dello sfruttamento.
L’estremismo “cattolico” di Biden e della Pelosi
Vorrei poter dire che sono felice di avere un “cattolico” come presidente degli Stati Uniti. Biden, tuttavia, è fatto della stessa stoffa di troppi dei nostri presunti politici “cattolici” – che attirano ostentatamente l’attenzione sulla loro fede per proiettare un’immagine genuina, mentre violano in modo evidente alcuni dei più fondamentali e non negoziabili insegnamenti morali della Chiesa.
Due dei più potenti politici cattolici del paese – Biden e la presidente della Camera Nancy Pelosi – sono tra i politici più rabbiosamente pro-aborto e anti-famiglia del paese. Questa è una rovina per la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, una prova del nostro fallimento nell’insegnare la fede e nel responsabilizzare il nostro gregge.
Pochi giorni fa, la Pelosi ha avuto la faccia tosta di criticare gli elettori pro-vita che hanno votato per Donald Trump sulla base del fatto che era pro-vita, dicendo che i loro voti le causano “grande dolore come cattolica” e accusandoli di “essere disposti a svendere l’intera democrazia per quell’unica questione”.
“Quell’unica questione” è, naturalmente, l’omicidio sistematico, autorizzato dallo Stato, di centinaia di migliaia di esseri umani ogni anno. Lo stesso vescovo della Pelosi, l’Arcivescovo Salvatore Cordileone ha subito risposto con una dichiarazione, sottolineando che la Pelosi “parla in diretta contraddizione con un diritto umano fondamentale che l’insegnamento cattolico ha costantemente sostenuto per 2.000 anni”.
L’Arcivescovo Cordileone ha anche richiamato la Pelosi per aver attaccato così chiaramente e prontamente la nobile retorica di “unità” e “guarigione” per cui il partito democratico ha fatto tanto negli ultimi giorni. “La presidente Pelosi questa settimana ha scelto di mettere in dubbio le motivazioni di milioni di Cattolici e di altri per aver scelto di fare del voto sulla questione dell’aborto la loro priorità e accusandoli di ‘svendere la democrazia’”, ha osservato. “Questo non è il linguaggio dell’unità e della guarigione. Lei deve delle scuse a questi elettori”.
“La nostra terra”, ha concluso, “è impregnata dal sangue degli innocenti, e ciò deve finire”.
Amen!
Quella dell’Arcivescovo Cordileone non è stata l’unica dichiarazione di un vescovo statunitense che ha proclamato la verità sulla vita e la famiglia questa settimana. In una dichiarazione in risposta all’insediamento del presidente Biden, l’Arcivescovo José Gomez, attuale presidente della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, non ha usato mezzi termini nel proclamare la pienezza del Vangelo, evidenziando le aree in cui Biden non è al passo con l’insegnamento cattolico.
“Come pastori, ai vescovi della nazione è dato il dovere di proclamare il Vangelo in tutta la sua verità e potenza, in ogni occasione opportuna e non opportuna, anche quando questo insegnamento è scomodo o quando le verità del Vangelo vanno contro le tendenze della società in generale e della cultura”, ha scritto l’arcivescovo.
“Quindi, devo far notare che il nostro nuovo presidente si è impegnato a perseguire alcune politiche che farebbero avanzare i mali morali e minaccerebbero la vita e la dignità umana, più seriamente nel campo dell’aborto, della contraccezione, del matrimonio e del gender”.
Molto bene Arcivescovo! Ha continuato (e devo riportare la citazione per esteso, per dare il sapore pieno della dichiarazione):
Per i vescovi della nazione, la continua ingiustizia dell’aborto rimane la “priorità preminente”. Preminente non significa “unica”. Siamo profondamente preoccupati per le molte minacce alla vita e alla dignità umana nella nostra società. Ma come insegna Papa Francesco, non possiamo rimanere in silenzio quando quasi un milione di vite non ancora nate vengono gettate via nel nostro paese anno dopo anno attraverso l’aborto.
L’aborto è un attacco diretto alla vita che ferisce anche la donna e mina la famiglia. Non è solo una questione privata, ma solleva preoccupanti e fondamentali questioni di fraternità, solidarietà e inclusione nella comunità umana. È anche una questione di giustizia sociale. Non possiamo ignorare la realtà che i tassi di aborto sono molto più alti tra i poveri e le minoranze, e che la procedura è regolarmente usata per eliminare bambini che sarebbero nati con disabilità.
Piuttosto che incrementare ulteriormente l’aborto e la contraccezione, come ha promesso, spero che il nuovo presidente e la sua amministrazione lavoreranno con la Chiesa e con le altre persone di buona volontà. La mia speranza è che possiamo iniziare un dialogo per affrontare i complicati fattori culturali ed economici che spingono all’aborto e scoraggiano le famiglie. La mia speranza, inoltre, è che possiamo lavorare insieme per mettere finalmente in atto una politica familiare coerente in questo paese, che riconosca l’importanza cruciale di matrimoni e genitori forti per il benessere dei bambini e la stabilità delle comunità. Se il presidente, nel pieno rispetto della libertà religiosa della Chiesa, si impegnasse in questo dialogo, si farebbe molta strada per ristabilire l’equilibrio civile e andare incontro alle necessità del nostro paese. [Traduzione]
Purtroppo, la forza della dichiarazione dell’Arcivescovo Gomez è stata oscurata dal fatto che il Vaticano è apparentemente intervenuto per ritardare la pubblicazione della dichiarazione, presumibilmente perché era “indebitamente critica nei confronti dell’amministrazione entrante”, secondo The Pillar, una nuova testata cattolica.
Secondo quanto riportato da The Pillar, “la dichiarazione è stata ritardata dopo l’intervento della Segreteria di Stato Vaticana, alcune ore prima della sua pubblicazione”. “Diversi vescovi americani avevano sollevato delle preoccupazioni circa il rilascio della dichiarazione”, hanno aggiunto. La dichiarazione dell’USCCB[2] è stata infine rilasciata più tardi nel corso della giornata, ma solo dopo che Biden ha prestato giuramento e dopo che Papa Francesco ha rilasciato la propria dichiarazione, che non ha affrontato specificamente le politiche anti-vita e anti-famiglia di Biden.
Tra coloro che hanno espresso preoccupazione c’erano il Cardinale Joseph Tobin di Newark e il Cardinale Blase Cupich. Dopo che la dichiarazione dell’USCCB è stata rilasciata, il Cardinale Cupich ha fatto l’inconsueto gesto di criticare pubblicamente l’USCCB su Twitter. “La Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione sconsiderata il giorno dell’insediamento del Presidente Biden”, ha detto, lamentando che gli altri vescovi non sono stati sufficientemente consultati sul contenuto della dichiarazione.
È una cosa incredibilmente rara che i vescovi si critichino a vicenda pubblicamente. Molti vescovi aderiscono fortemente al principio della “collegialità”, volendo esprimere un senso di “unità”, rifiutando di esternare pubblicamente i loro disaccordi. Indipendentemente dal fatto che la “collegialità” sia un principio valido o meno, è sorprendente per me che un cardinale della Chiesa Cattolica contravvenga a tale principio semplicemente perché il presidente dell’USCCB ha giustamente richiamato il presidente cattolico degli Stati Uniti a causa del suo sostegno all’omicidio dei bambini non nati.
Sono grato all’Arcivescovo Gomez per aver insistito nel rilasciare la dichiarazione, nonostante le perplesse obiezioni di alcuni funzionari del Vaticano e di due cardinali americani.
Speranza per il futuro
Come ho sottolineato in passato, è molto, molto importante ricordare che non dobbiamo disperarci solo perché non abbiamo un sostenitore della vita alla Casa Bianca.
I tassi di aborto sono in calo da decenni ormai. Nonostante il fatto che il presidente Obama sia stato uno dei politici più pro-aborto della storia – probabilmente anche più pro-aborto di Biden – i tassi di aborto sono scesi sotto la sua presidenza.
Non è sempre facile capire esattamente perché qualcosa stia accadendo su scala nazionale. Ma mi sembra relativamente ovvio che una delle ragioni per cui il tasso di aborto sia sceso, durante le presidenze pro-aborto come durante quellepro-vita, sia il massiccio successo del movimento pro-vita nel cambiamento dei cuori e delle menti a livello di base della società, e nell’approvazione di numerose restrizioni a livello statale.
Infatti, il movimento pro-vita ha fatto approvare così tante leggi pro-vita a livello statale sotto la presidenza Obama che non è assurdo sostenere che avere un presidente così radicalmente pro-aborto in realtà ha galvanizzato e motivato il movimento pro-vita a insistere maggiormente e a realizzare più di quanto avrebbero potuto fare se avessero avuto un forte sostenitore nello Studio Ovale.
Questo è lo spirito combattivo con cui dobbiamo affrontare i prossimi quattro anni. Non possiamo aspettarci altro che l’opposizione dell’ufficio più potente del paese. Bene, d’accordo. Non abbiamo bisogno dell’appoggio del presidente. Abbiamo decine di milioni di guerrieri impegnati, che sanno che la posta in gioco è niente meno che la vita o la morte. E abbiamo Dio Stesso dalla nostra parte.
Ispirati dallo Spirito
Santo, ci impegneremo in tutti i modi possibili per difendere la vita, impegnandoci
a livello locale e statale, predicando la pienezza del Vangelo della Vita, tendendo
con amore la mano alle donne in crisi nei centri di gravidanza, e tenendo sulle
spine i nostri rappresentanti eletti, incoraggiandoli a votare a favore della
vita ad ogni passo del cammino, fino a quando la nostra nazione non diventerà
una nazione che accoglie e valorizza ogni vita.
[1] La Mexico City policy è una politica del governo degli Stati Uniti che blocca i finanziamenti federali degli Stati Uniti per le organizzazioni non governative (ONG) che forniscono sostegno in favore dell’aborto.
[2] La Conferenza Episcopale della Chiesa Cattolica negli Stati Uniti.