I globalisti e il coronavirus
Di Don Shenan Boquet
(Originale in Inglese)
Essere vigilanti in tempo di crisi
È sconcertante leggere l’affermazione di Henry Kissinger nel Wall Street Journal secondo cui un fallimento nel “passaggio a un ordine post-coronavirus” potrebbe “mettere il mondo a ferro e a fuoco”. Kissinger è piuttosto vago su come sarebbe precisamente questo “ordine” post-coronavirus, ma come ha osservato qualcuno, la lunga storia di amicizia tra Kissinger e la Cina insieme all’assenza di qualsiasi menzione nel suo articolo della responsabilità della Cina nel provocare questa pandemia non è per niente confortante.
Ma per i pro-vita e i pro-famiglia ci sono molti altri motivi di preoccupazione circa un “ordine post-coronavirus” inaugurato o condotto da Kissinger o ispirato alla sua visione del mondo. Dopo tutto, Kissinger è l’ideatore del NSSM-200 (il piano statunitense per combattere una presunta sovrappopolazione, N.d.T.), conosciuto anche come “Rapporto Kissinger”. Come ho scritto di recente, questo nefasto documento ha reso nota a tutti la politica ufficiale degli Stati Uniti attraverso la quale imporre il controllo della popolazione alle nazioni in via di sviluppo con la scusa della sicurezza nazionale e degli interessi finanziari degli Stati Uniti. Questo documento machiavellico illustra come il governo degli Stati Uniti potrebbe esercitare pressioni sui paesi in via di sviluppo per persuaderli a ricorrere alla contraccezione (con riferimenti sottintesi sulla necessità di promuovere anche l’aborto) facendo sembrare che sia principalmente preoccupato per il benessere di questi paesi.
Mai sprecare una bella crisi
C’è un vecchio detto, talvolta erroneamente attribuito a Churchill: “Mai sprecare una bella crisi”. Chi ha una strategia e sete di potere, ha da tempo compreso che i periodi di difficoltà rappresentano delle occasioni. In tempi di crisi, le strutture vecchie e consolidate spesso vanno in crisi o addirittura crollano, mentre la gente è spesso molto più aperta a cambiamenti radicali proposti in nome di una soluzione o è semplicemente troppo distratta per accorgersi od opporsi quando questi cambiamenti sono posti in atto.
Questa pandemia globale non è diversa. Per questo motivo, i militanti pro-vita e pro-famiglia – e tutti quelli che hanno a cuore la fede e la libertà – hanno tutte le ragioni per essere sospettosi quando i globalisti antipatriottici di lunga data, i simpatizzanti del governo comunista e autoritario della Cina, gli entusiasti fautori del controllo della popolazione e i sostenitori dell’aborto legale e finanziato dal governo e della contraccezione, si fanno avanti sostenendo di avere loro la soluzione al nostro attuale problema.
In effetti, molte delle prove a sostegno delle nostre preoccupazioni sono così evidenti e palesi che non c’è bisogno di ricorrere a complesse teorie complottiste. Né c’è bisogno di discutere le motivazioni. Persone come Bill Gates potrebbero essere assolutamente sincere quando sostengono di voler usare i loro soldi, potere e competenza per trovare una soluzione a questa pandemia che salverà molte vite. Potrebbero essere sinceri, ma noi siamo anche consapevoli che, al di là di ogni ombra di dubbio, i loro principi etici e politici sono pericolosamente sbagliati. Ad esempio, Bill e Melinda Gates hanno affermato apertamente che il controllo della popolazione è in cima alla lista delle loro priorità. (“Ora se facciamo davvero un buon lavoro con i nuovi vaccini, l’assistenza sanitaria, i servizi per la salute riproduttiva, abbassiamo quella [la popolazione] forse del 10 o 15 percento”, ha detto Bill Gates al TED talk del 2010). E hanno fatto seguire i fatti alle parole, spendendo miliardi di dollari affinché i paesi in via di sviluppo usino i contraccettivi. Facciamo bene ad essere sospettosi, poiché sarebbe il colmo dell’ingenuità pensare che qualsiasi soluzione proposta da Gates all’attuale crisi possa non essere contaminata dalla sua visione del mondo antinatalista, laicista ed elitaria.
Naturalmente, la gente potrebbe obiettare che la pandemia di coronavirus non ha nulla a che fare con i problemi relativi alla difesa della vita, e che quindi ci siano poche possibilità per i capi globali della Cultura della morte di strumentalizzarla per i loro progetti contro la vita. A questo rispondo: lo hanno già fatto. Prendiamo in esame il Canada, dove il governo Trudeau ha stanziato aiuti per 150 milioni di dollari con la scusa di contrastare il coronavirus per assicurare ancora più soldi per la promozione del cosiddetti “diritti … sessuali e riproduttivi”, inclusi ovviamente il sostegno all’aborto e alla contraccezione. Questo si aggiunge ai miliardi che il Canada aveva già stanziato per finanziare l’agenda internazionale antinatalista. Nel frattempo, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) si mostra preoccupato per l’impatto del coronavirus sui “servizi per salute sessuale e riproduttiva”, che nel lessico dell’ONU comprende la contraccezione e l’aborto. Questa è la stessa organizzazione secondo la quale dobbiamo spendere 68,5 miliardi di dollari in contraccezione e aborto e che, come noto, ha collaborato con la Cina alla brutale applicazione della politica del figlio unico.
Nel frattempo, in tutto il mondo, i militanti abortisti sfruttano la pandemia come scusa per allentare le restrizioni sull’aborto chimico. Olivier Véran, Ministro francese per Solidarietà e Salute, si è recentemente lamentato per l’“allarmante” diminuzione degli aborti durante la pandemia di coronavirus e ha affermato che gli aborti farmacologici “devono essere incoraggiati e resi più facili”. “Incoraggiati”! Purtroppo, anche l’Irlanda un tempo cattolica, che di recente ha voltato le spalle agli innocenti bambini non ancora nati e ha legalizzato l’aborto, ha allentato le regole, permettendo alle donne di abortire chimicamente i loro figli a casa, senza nemmeno aver mai incontrato un medico. Ci si chiede: quando la pandemia sarà passata, verranno ripristinate le restrizioni sugli aborti farmacologici? Ne dubito.
Diffidare degli attacchi alle nostre libertà
Infine, sebbene non sia un problema direttamente legato alla vita e alla famiglia, si dovrebbe ragionare sulla possibile strumentalizzazione dell’attuale crisi per minare i diritti e le libertà individuali a causa dell’eccessivo incremento del potere e del controllo da parte del governo.
Negli ultimi mesi e settimane, numerosi Stati, soprattutto la Cina, hanno messo in atto misure di sorveglianza straordinariamente invasive apparentemente pensate per tracciare e controllare la diffusione del virus. Inoltre, in tutto il mondo stiamo assistendo all’imposizione e all’applicazione di blocchi totali delle attività. Alcune di queste misure sono senza dubbio temporaneamente giustificabili al fine di prevenire una catastrofe peggiore. Ma, d’altra parte, la storia ha dimostrato che in un momento di crisi i governi spesso impongono misure straordinarie che poi, una volta superata la crisi, non sono revocate, come invece sarebbe giusto fare.
Non è necessario cercare chissà dove per imbattersi in casi reali – e talvolta assurdi – in cui le autorità legali degli Stati Uniti hanno superato di gran lunga quello che è ragionevole o costituzionale, imponendo regole e infliggendo multe per comportamenti che non provocavano il minimo rischio per nessuno. Si pensi, ad esempio, alle multe e agli arresti di attivisti pro-vita che pregavano o che parlavano con le donne davanti alle cliniche abortiste, a volte per aver “violato” un ordine di rimanere a casa che non era ancora in vigore! E cosa dobbiamo pensare delle terribili osservazioni di un burocrate dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che suggerisce pacatamente che le autorità dovrebbero “andare a cercare nelle famiglie le persone che sono malate, portarle via e metterle in isolamento?”.
Negli ultimi anni, i militanti pro-vita e pro-famiglia hanno sperimentato in prima persona cosa succede quando tecnologi abortisti e ostili alla famiglia sviluppano e controllano le tecnologie che governano la loro vita. I giganti dei social media hanno imposto regole per i contenuti alle quali gli utenti devono attenersi, pena l’essere bannati. Le infrazioni che meritano l’espulsione possono essere estremamente semplici, come affermare pubblicamente che il genere di una persona è determinato biologicamente. Abbiamo buone ragioni per essere preoccupati che i tecnocrati e le autorità governative sfruttino la pandemia del coronavirus come un’opportunità per impadronirsi di un potere più grande.
Dovremmo preoccuparci che uomini come Bill Gates spesso sembrino stranamente ottimisti riguardo alle questioni etiche poste dall’uso delle nuove tecnologie per tracciare le abitudini e i movimenti dei cittadini, apparentemente per un bene superiore. E non è necessario cercare chissà dove per trovare politici globalisti che esprimano ammirazione per quello che la Cina è in grado di “realizzare” grazie alla sua struttura di potere autoritaria e verticale. Fare attenzione alle conseguenze di come il coronavirus potrebbe essere sfruttato per erodere il diritto alla privacy – a scapito, a lungo andare, della libertà religiosa e della causa pro-vita e pro-famiglia – non è complottismo; è solo buon senso.
Di nuovo, alcune misure straordinarie possono essere temporaneamente giustificate per salvare vite umane. La virtù civica esige un’accondiscendenza responsabile a misure ragionevoli che tutelino il bene comune. Ma ora c’è bisogno di un discorso serio su quali siano esattamente i limiti costituzionali e morali e su come monitorare che queste misure siano revocate nel momento in cui la crisi sarà alle nostre spalle.
Siamo il Popolo della Pasqua
Certo, come ho sottolineato qualche settimana fa, ci sono anche molte buone notizie che emergono nel mezzo della crisi. Di recente, ad esempio, il Texas ha effettivamente bandito temporaneamente tutti gli aborti durante la crisi del coronavirus, escludendo giustamente l’aborto dal novero dei servizi “fondamentali”. Ovviamente, Planned Parenthood ha subito fatto ricorso contro questa decisione. Ma finora, i tribunali si sono schierati con il Texas. Abbiamo motivo di sperare che la Corte Suprema riaffermerà anche le decisioni del tribunale inferiore e la linea politica dello stato. Nel frattempo, è molto probabile che le vite di numerosi bambini siano salvate, poiché alle loro madri viene data l’opportunità di ripensare una decisione spesso presa avventatamente per paura o a causa della pressione di partner che non le sostengono.
Questa pandemia è una tragedia, perché provoca la perdita di tante vite. Ma Dio è un grande Dio, che può trarre il bene da queste situazioni. In realtà, vorrei mettere bene in chiaro che nulla di quello che ho scritto in questo articolo deve essere letto come se fosse espressione di paura o disperazione o addirittura di una mentalità troppo sospettosa. È logico aspettarsi che vari poteri – alcuni dei quali incauti o malvagi – sfrutteranno questa crisi a loro vantaggio, promuovendo programmi che minacciano le nostre famiglie, la dignità intrinseca della persona umana e la libertà religiosa. Tuttavia, come afferma una recente campagna di cattolici laici, “Siamo il Popolo della Pasqua”. E come Popolo della Pasqua, il nostro atteggiamento fondamentale è di speranza, poiché sappiamo che qualunque prova e tribolazione dobbiamo affrontare, Cristo ha già ottenuto la vittoria.
Come recita il tradizionale saluto di Pasqua: “Khristós Anésti! Alithós Anésti! ” (Cristo è risorto! È veramente risorto!).