In tempi oscuri, fate risplendere la vostra luce
Di Don Shenan J. Boquet
(Originale in Inglese)
L’estremismo esige testimoni coraggiosi
Le immagini sono strazianti. Una statua della Pietà, con Maria che sostiene il corpo di Gesù, giace abbandonata in mezzo alla strada. La testa di Maria è stata distrutta. Lo sfondo è un caos di fumo, lacrimogeni, fiamme e uomini e donne con il volto coperto. Un’altra foto mostra due donne incappucciate che portano per la strada una statua di San Giovanni Vianney, con intenzioni palesemente cattive. Un’altra ancora mostra una grande e bellissima riproduzione di un dipinto della Santa Vergine che tiene in braccio il Bambino Gesù che viene trascinato fuori da una chiesa da una folla di manifestanti incappucciati.
Le foto provengono dal Cile, dove, nelle ultime settimane, numerose chiese cattoliche sono state saccheggiate e profanate. La Catholic News Agency riferisce che l’8 novembre i manifestanti sono entrati nella Parrocchia de La Asuncion a Santiago, portando via banchi, confessionali e statue. Dopo aver deturpato le statue, hanno costruito una barricata con quegli oggetti e “hanno imbrattato le pareti, le colonne e l’altare della chiesa con scritte anti-cattoliche”. In un’altra chiesa a Talca, i manifestanti non solo hanno distrutto le opere d’arte e hanno usato i banchi per costruire una barricata, ma hanno anche profanato il tabernacolo.
La causa dei disordini in Cile è complessa. Le profanazioni delle chiese fanno parte delle più grandi proteste antigovernative, in cui sono morte 20 persone. Tuttavia, non ho potuto fare a meno di guardare queste immagini e vedere in esse un segno dei tempi e un avvertimento. Le persone non profanano le chiese cattoliche e non prendono di mira deliberatamente il Santissimo Sacramento, perché sono arrabbiate a causa dell’aumento decretato dal governo delle tariffe per il trasporto pubblico (una delle cause scatenanti le proteste in Cile). Lo fanno perché detestano la Chiesa cattolica con ogni fibra del loro essere e sono disposti a usare i disordini pubblici come scusa per esprimere quell’odio.
In Nord America, (per ora) non si assiste ai saccheggi violenti delle chiese che avvengono in Cile. Ma si vede un movimento laicista radicale sempre più forte impegnato a spazzare via quel che resta della visione cristiana del mondo, e pretendere con sempre maggiore violenza che i Cristiani si allineino all’ideologia progressista o che, se si rifiutano, ne patiscano le conseguenze. Si pone quindi una domanda per chi di noi vive in un Occidente in rapida secolarizzazione: man mano che il secolarismo ateo cresce e si rafforza, e mentre l’odio per le antiche dottrine cristiane sulla famiglia e sulla sessualità cresce con esso, cosa si frappone tra le nostre chiese e tra chi odia la Chiesa?
Ira LGBT
In una interessante serie di recenti articoli, il giornalista pro-vita e pro-famiglia Jonathon Van Maren si è posto esattamente la stessa domanda. Questa domanda è sorta in seguito agli eventi successi a margine di un recente discorso della fondatrice di Feminist Current, Meghan Murphy. Un gruppo chiamato Radical Feminist Unite-Toronto aveva affittato una sala nella biblioteca di Toronto affinché Murphy parlasse della questione del transessualismo.
È importante sottolineare che Murphy non è una conservatrice, a dir poco. Al contrario, è una femminista radicale pro-aborto, pro-LGBT assolutamente militante. Quando l’Irlanda ha votato la legalizzazione del “matrimonio” omosessuale nel 2015, per esempio, ha scritto un folle articolo in cui attacca “la Chiesa cattolica, misogina e omofoba”, sostenendo che legalizzare il matrimonio omosessuale non è una grande vittoria perché il matrimonio in sé dovrebbe essere completamente abolito in quanto istituzione patriarcale, oppressiva e in cui critica le leggi irlandesi in difesa della vita. In altre parole, Murphy è all’avanguardia del progressismo “di punta”.
Tuttavia, c’è una sola questione su cui non è d’accordo con l’attuale ortodossia progressista: pensa che gli uomini biologici che affermano di essere donne non dovrebbero essere ammessi negli spazi riservati alle donne, come bagni, spogliatoi, ecc. Come femminista, lei sostiene che consentire agli uomini l’accesso illimitato agli spazi riservati alle donne costituisca una minaccia per la sicurezza delle donne biologiche. E a causa di questa opinione, è diventata un paria nei circoli progressisti, biasimata come bigotta e contestata ovunque parli.
La notizia che Murphy avrebbe parlato alla biblioteca di Toronto è stata accolta con indignazione dalle stesse persone che, a tutti gli effetti, dovrebbero essere i suoi alleati naturali. Progressisti e attivisti LGBT hanno lanciato una campagna organizzata per cancellare il discorso della Murphy. A suo merito, la responsabile della biblioteca di Toronto, Vickery Bowles ha ribadito con fermezza la decisione della biblioteca di affittare lo spazio alla Murphy, difendendo la libertà di parola. Di conseguenza, la stessa Bowles ha dovuto subire una vile diffamazione, compresa un’inchiesta assolutamente faziosa condotta da un “giornalista” sostenuto della governativa Canadian Broadcasting Corporation (CBC), che ha equiparato le opinioni della Murphy sul transessualismo al suprematismo bianco. Inoltre, il sindaco di Toronto, John Tory (che, osserva Van Maren, quest’anno ha celebrato la festa della mamma partecipando a uno spettacolo di spogliarello di drag queen) ha espresso il suo disappunto per la decisione della biblioteca di permettere a Murphy di tenere il suo discorso. Altri politici si sono uniti a lui.
Il giorno del discorso, una folla di centinaia di manifestanti si è radunata fuori dalla biblioteca. Alcuni di loro erano con il volto coperto. Slogan e cartelli accusavano la Murphy di diffondere “odio” e “transfobia”. Alcuni manifestanti hanno tentato di entrare nell’edificio e sono stati arrestati dalla polizia. Guardando i video della protesta, Van Maren scrive di aver provato “un profondo senso di disagio”. Quello che lo ha colpito è stata la “rabbia autentica” sui volti dei manifestanti, che “reclamavano la testa di una femminista che ha preso parte a tutte le manifestazioni della Rivoluzione Sessuale tranne quella più recente, secondo la quale gli uomini biologici possono diventare donne biologiche”. Il disagio di Van Maren, egli sostiene, è nato da questo pensiero: “Se odiano così una femminista filo-omosessuale, e questo è quello che fanno per rovinarle la vita, cosa faranno a noi quando ne avranno la possibilità?”
In un altro pezzo sullo stesso argomento, ha scritto:
“Quando ho visto il video degli attivisti furiosi fuori dalla biblioteca (a un sostenitore di Meghan Murphy è stato detto “sparati, soffri e muori”), mi sono posto una domanda: cosa si frappone tra le nostre comunità cristiane e quella folla? Cosa si contrappone tra la loro agenda legislativa, che include la condanna delle nostre idee, classificate come discorsi d’odio, e la negazione del nostro diritto di formare i nostri figli e noi stessi?”
Un’analisi equilibrata dei possibili sviluppi della situazione porta Van Maren a poche conclusioni. Nel giro di pochi anni, il transessualismo è passato da essere una questione marginale alla quale quasi nessuno, neanche tra i progressisti, ha mai riflettuto, a essere una questione centrale (se non la questione centrale) che è stata sostenuta dagli attivisti LGBT, e che viene sempre più spesso utilizzata come cartina tornasole dell’ortodossia progressista (come Meghan Murphy ha imparato sulla sua pelle). Molti dei nostri politici, dei tribunali e dei media hanno cominciato, alla velocità della luce, a fare a gara per superarsi nelle dimostrazioni di fedeltà alle rivendicazioni folli e palesemente assurde del movimento transessualista. Ad esempio, nel giro di pochi anni, praticamente ogni singolo media in Occidente ha scelto la linea politica di riferirsi ai maschi biologici che sostengono di essere donne usando i pronomi “lei” e “le”, o alle femmine biologiche usando i pronomi “lui” o “gli”. Anche molte (se non la maggior parte) delle pubblicazioni cosiddette “conservatrici” fanno così. Sono consapevoli del fatto che se non lo facessero, “discriminando” così qualcuno, sarebbero prese di mira dalla mafia LGBT e forse sarebbero trascinate in cause devastanti o potrebbero subire altre conseguenze legali.
Parlare ora prima che sia troppo tardi
Van Maren ha ragione: se questo è il modo con cui i progressisti trattano una femminista radicale pro aborto e pro LGBT, semplicemente perché pacatamente e razionalmente non è d’accordo con loro su un singolo problema, allora abbiamo tutti i motivi per pensare che farebbero volentieri tutto questo, e un bel po’ di più, ai fedeli cristiani. Abbiamo già visto questo raggiungere il livello politico più alto, quando i candidati democratici alla presidenza hanno promesso di colpire l’esenzione fiscale per ogni chiesa od organizzazione benefica che si oppone al “matrimonio” omosessuale (proprio perché si era detto che il matrimonio omosessuale non avrebbe mai influenzato la vita dei comuni cittadini). Ci sono tutte le ragioni per pensare che, alla prima buona occasione, gli attivisti LGBT equiparerebbero volentieri la predicazione o l’insegnamento della Bibbia sulla sessualità a un “crimine di odio”, e vorrebbero quindi proibirli nelle chiese, nelle scuole e persino nell’intimo dei casa propria.
Non dico queste cose per spaventarvi. O meglio, non solo per spaventarvi. Le dico, perché sotto tutti gli aspetti, questo è il vero stato delle cose. I gruppi più radicali del movimento progressista LGBT hanno preso il controllo della narrazione pubblica e la tendenza della storia è decisamente dalla loro parte. Stanno rafforzando una visione del mondo divenendo sempre più rumorosi, più aggressivi e più spietati dei loro avversari. E di conseguenza, la maggior parte delle persone, anche quelle che segretamente non sono d’accordo con le affermazioni che sono state invitate a sostenere, si sono sottomesse, rimanendo in silenzio in modo da evitare di attirare l’attenzione, o persino riconoscendo a parole i dogmi progressisti. Meglio sottomettersi ed evitare guai, piuttosto che parlare e attirarsi l’ira dei guerrieri culturali “illuminati”. Ad esempio, in seguito alla protesta contro Meghan Murphy i politici di Toronto sono stati così ammoniti: “Dite alla responsabile della biblioteca di dimettersi stasera. O di affrontare un’ira implacabile”.
C’è una frase famosa in una poesia di William Butler Yeats, intitolata The Second Coming, in cui egli scrive: “Ai migliori manca ogni convinzione, mentre i peggiori sono pieni di appassionata intensità”. Questa è precisamente la situazione in cui ci troviamo in questo momento. Le persone che sostengono quelle idee che sono, prima facie, assurde e pericolose, cioè l’idea che i bambini piccoli dovrebbero poter “cambiare sesso”, sono piene di “appassionata intensità” e, di conseguenza, riescono a piegare le istituzioni sociali e la cultura ai loro capricci. Nel frattempo, molti delle nostre guide religiose, dei politici “conservatori” e molti cristiani comuni, si sono fatti intimorire in silenzio o addirittura sono scesi a compromesso con lo spirito del tempo.
Tuttavia, come ha affermato Van Maren, parlando di quegli attivisti LGBT che hanno contestato Meghan Murphy:
“Queste persone non credono nella libertà di parola. Non credono nella libertà di associazione. Non credono nella libertà religiosa o nei diritti dei genitori di educare i propri figli. Desiderano solo una cosa: il dominio culturale totale, in cui tutti devono sottomettersi alla bandiera arcobaleno o finire sul rogo, che si tratti di una femminista radicale pro aborto o di una bibliotecaria che sostiene la libertà di parola. La loro guerra lampo ha colpito le nostre istituzioni alla velocità della luce e si deve capire che siamo appena all’inizio”.
Le chiese in fiamme in Cile possono essere viste come un segno dei tempi e come un avvertimento su come possono andare male le cose, se non stiamo attenti. Per quanto vogliamo credere di vivere in una cultura moderna, “tollerante” e “aperta” che tutela la libertà di parola, dobbiamo essere consapevoli del fatto che mentre si abbandonano i fondamenti cristiani di quella cultura, qualcos’altro deve riempire quel vuoto. E oggi, quel qualcos’altro è un estremismo progressista che non è assolutamente “tollerante” o “aperto” ma è alimentato da rimostranze costruite con cura e da un rifiuto consapevole del cristianesimo.
Per fare la differenza, non abbiamo bisogno di agire con la furia e la rabbia degli estremisti LGBT. Anzi, non dobbiamo. Ma non dobbiamo cadere nella tentazione di rimanere in silenzio. La visione cristiana della famiglia, del matrimonio, della sessualità e in realtà del significato della vita è la vera visione. È la visione che, se abbracciata, porta alla prosperità umana e culturale. Conduce alla salute spirituale e mentale. E protegge gli innocenti e i deboli dallo sfruttamento e dalla sofferenza. Abbiamo il dovere di non nascondere la nostra lampada sotto il moggio. Abbiamo il dovere di proteggere il nostro diritto di dire la verità e di educare i nostri figli nella verità. E abbiamo il dovere di amare veramente i nostri nemici opponendoci ai loro errori con carità, ma fermezza.