Generazione spontanea e nascita umana
Di P. George William Rutler (Fonte: fathergeorgerutler.podbean.com )
Il curioso concetto della generazione spontanea è stato preso sul serio per molto tempo da acuti pensatori prima della scoperta della microbiologia. Ovviamente, essi conoscevano la fase successiva della nascita, ma l’origine biologica della vita stessa ha messo alla prova menti come Anassimandro, seicento anni prima di Cristo e Sant’Agostino, Shakespeare, e il filosofo della pesca Izaak Walton, ed ha costituito quanto meno un enigma per Darwin.
La teoria della generazione spontanea sosteneva che gli organismi viventi possono nascere dalla materia inanimata, come le pulci che prenderebbero vita dalla polvere, o i topi dal sale e le api dal sangue animale e, secondo la congettura di Aristotele, le conchiglie che si formerebbero dalla sabbia. Mi sono imbattuto in un commento, involontariamente divertente, contenuto negli Atti della Società Filologica Americana del 1920 pubblicati dall’Università Johns Hopkins: “Poiché gli insetti sono così piccoli, non sorprende che la vita sessuale di alcuni di loro sia sfuggita del tutto all’osservazione degli antichi”.
L’avvento della fotografia microscopica di bambini nell’utero ha demolito la propaganda eugenetica secondo la quale questa non sarebbe una vita umana. Chi lo nega è al livello di chi ha continuato a insistere sulla generazione spontanea dopo che il genio cattolico Louis Pasteur l’aveva confutata nel 1859.
Gente fredda che non è solo credulona ma anche crudele, ammette che il bambino non nato è umano, ma dice “E allora?” Alla cena dei corrispondenti dalla Casa Bianca, una commediante molto volgare ha scherzato sull’aborto tra le risate di persone fintamente di classe in abito da sera. Ma anche lei ha commesso un errore e le è sfuggita l’espressione “il piccolo”.
Cristo ha usato l’immagine della vite per spiegare che tutte le vite sono collegate tra loro, non generate spontaneamente, ma dipendenti dalle altre vite. “il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite” (Gv. 15, 4). Similmente, chi beve champagne alla cena in abito da sera, è legato a ciascuna fragile vita nel grembo materno dalla comune umanità. Farsi beffe di questo significa perdere la propria umanità.
Nella recente festa di San Giorgio, è nato in Inghilterra, della quale San Giorgio è il patrono, Louis, principe della casa reale. Le campane dell’Abazia di Westminster hanno suonato a festa e i cannoni hanno sparato a salve. Giustamente, perché la nascita di ogni bambino è motivo di gioia. Quello stesso giorno un altro bambino, nato con un problema neurologico, con un decreto giudiziario è stato privato dell’ossigeno contro la volontà dei suoi genitori, che lo avevano fatto venire al mondo attraverso la procreazione, come strumenti del Creatore e non per generazione spontanea. Questo è successo a dispetto dello sforzo di Papa Francesco di portarlo in salvo con un elicottero militare. Come figli adottivi, il piccolo Louis e il piccolo Alfie sono principi del Re Celeste, non per generazione spontanea, ma per volontà divina. Papa Leone XIII ha affermato nella Rerum Novarum: “È dunque un errore grande e dannoso volere che lo Stato possa intervenire a suo talento nel santuario della famiglia”. (RN,11)