Charlie, ancora qualche ora. E cresce la mobilitazione

di Daniele Sebastianelli (pubblicato si www.foritalynews.it)

Continua imperterrita la mobilitazione per Charlie Gard dopo la notizia del “ripensamento“ dei medici del Great Ormond Street Hospital di concedere ai genitori del bimbo alcuni giorni in più (a partire da venerdì 30 giugno) per poter “salutare” Charlie prima dell’annunciato decesso.

Una notizia che concede uno spiraglio di umanità – nonostante il sarcasmo – in un mare di ingiustizia e di spietato accanimento. Alcune ore che potrebbero essere fondamentali nella mente dei numerosi cattolici che si battono in tutto il mondo per il diritto alla vita di Charlie, per intensificare preghiere, appelli, testimonianze e manifestazioni di affetto ai genitori e di protesta verso la decisione delle istituzioni inglesi ed europee.

Il 30 giugno, l’appuntamento sorto quasi spontaneo per un rosario in Piazza San Pietro per Charlie è stato molto partecipato. Un centinaio di persone, tra loro sconosciute, si sono riunite rispondendo all’appello dei social, per pregare di fronte la Basilica. Questo mentre Papa Francesco invitava via Twitter a rispettare la vita degli innocenti: “Difendere la vita umana – ha detto il Pontefice – soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo”.

Anche il Card. Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna e Mons. Crepaldi, Vescovo di Trieste, sono intervenuti con appelli molto decisi a favore del diritto alla vita di Charlie. “Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie”, ha detto il Card Caffarra. Nel caso del piccolo Charlie – ha affermato Mons. Crepaldi – si vuole di fatto applicare un trattamento eutanasico, e questo non può essere accettato. Il caso è dirompente perché l’attuazione della sentenza minerebbe i fondamenti stessi dell’umanesimo cristiano e si aprirebbe un radicale percorso di esodo dalla nostra civiltà. Charlie Gard ha bisogno dell’affetto dei suoi genitori, dell’impegno dei medici per assisterlo e della preghiera dei cristiani. Non di sentenze che ne decretano la morte. La morte di Stato è un’orrenda invenzione ideologica”.

Il 1 luglio, un altro appuntamento è stato molto significativo: questa volta davanti l’ambasciata inglese, sempre a Roma alle h. 18.00. DO NOT KILL CHARLIE, è stata la richiesta dei fedeli che si sono riuniti ancora in un momento di preghiera ma questa volta di fronte al simbolo per eccellenza dell’Inghilterra in Italia. Lo stesso è accaduto il 2 luglio all’Ara Coeli, in pieno centro storico a Roma, dive numerosi fedeli hanno pregato in adorazione per il diritto alla vita del bimbo, e per i suoi genitori.

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Nel frattempo, anche il profilo Twitter ufficiale dei genitori di Charlie @Fight4Charlie ha pubblicato la foto delle persone riunite in preghiera a Piazza San Pietro. Dimostrando di apprezzare la vicinanza e l’affetto dei cattolici romani alla famiglia. Non per niente, in poche ore, la foto ha ricevuto oltre 8000 visualizzazioni.

Annunciate, nei prossimi giorni, veglie e dimostrazioni un po’ in tutta Europa.

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