La contraccezione e l’economia nemica della famiglia: il male comune
Di P. Basil Cole, O.P. (Fonte: truthandcharityforum.org)
Intorno al 1870, circa tre milioni di Inglesi abbandonarono le fattorie e si trasferirono nelle città per ottenere salari migliori garantiti dal prezzo elevato delle materie prime e dalla potenziale prosperità derivante dall’essere impiegati in un lavoro industriale. Tuttavia, i salari erano molto bassi e gli affitti molto alti e spesso le famiglie vivevano in case popolari, prive di numerosi servizi, come l’acqua corrente negli appartamenti. Essi divennero “schiavi salariati”. Gli intellettuali distinguevano tra ricchezza reale (essere i proprietari di quello che si produce) e ricchezza simbolica (i contanti). Tuttavia, questa ricchezza non è riuscita a nutrire, vestire e dare una casa alle famiglie in modo soddisfacente perché per i datori di lavoro il profitto entrava in competizione con i salari. Per le persone sposate, la tentazione di usare la contraccezione era molto forte per salvare i componenti della propria famiglia dalla morte per fame che si sarebbe potuta verificare se un altro bambino fosse stato concepito.
Leone XIII riconobbe nell’enciclica Rerum novarum che i problemi concreti della vita delle famiglie in quel momento erano dovuti alle gravi ingiustizie subite dai lavoratori per colpa di chi era in possesso dei capitali. Un capitalismo senza limiti significava che azionisti e proprietari di fabbriche potevano guadagnare enormi profitti a scapito del salario di una famiglia.
Arrivando velocemente al 2014, possiamo trovare, negli Stati Uniti, coppie sposate condurre una vita frugale. Il livello di povertà per una persona è attestato sotto i 12.701 dollari annui e per una famiglia di quattro persone sotto i 24.200 dollari annui. Ci si potrebbero aspettare variazioni se si risiede o meno a San Francisco, cosa altamente improbabile, o in una piccola cittadina del Texas. Per una famiglia di quattro persone appartenente alla classe media, a seconda della città o del paese, il reddito potrebbe variare da 50.000 a più di 100.000 dollari. Le statistiche non ci danno tutti i dettagli. Tuttavia, alloggio, cibo, cura dei bambini, trasporti, assistenza sanitaria, tasse ed altre necessità allora come ora costituiscono la maggior parte delle spese necessarie per mantenere una famiglia.
A causa dei disvalori del benessere e del consumismo, i sogni delle giovani coppie sono ulteriormente alimentati da una casa perfettamente arredata, due automobili, accesso ad internet, televisore, centro benessere, videogiochi, cene al ristorante, splendide vacanze, tutti costi questi, da aggiungere alle spese essenziali o necessarie per la casa. Inoltre, ci sono spesso un sacco di debiti per pagare gli studi, il mutuo, le spese sanitarie, le tasse e vari investimenti per il futuro. Desiderando un tale tenore di vita, come può una coppia permettersi di avere un “famiglia numerosa”, o anche due bambini? Così, la pillola contraccettiva sembra risolvere questo problema in modo efficiente e semplice eliminando nell’immediato le spese per un altro figlio, anche se dal punto di vista medico, oltre che morale, la pillola spesso causa nel tempo alle donne conseguenze nocive e costose. La Pianificazione Familiare Naturale (PFN) risolve anche questo problema, ma richiede una maggiore disciplina personale e una vita spirituale e religiosa.
Papa Francesco ci ricorda in Evangelium Gaudii:
“L’individualismo postmoderno e globalizzato favorisce uno stile di vita che indebolisce lo sviluppo e la stabilità dei legami tra le persone, e che snatura i vincoli familiari.” (n. 67).
La ricchezza, insieme alla mentalità consumistica e alla mancanza di disciplina, fa sembrare la pratica della PFN in sostituzione della pillola, più difficile di quanto non sia in realtà. Così il matrimonio diventa una ricerca di beni privati e la sua essenza è snaturata dall’uomo, in quanto esso non è più visto come Dio lo ha creato, cioè come uno stile di vita, una ricerca di Dio fondata sul sacrificio e sulla comunicazione, aperto alla vita.
Un capitalismo senza limiti presuppone popolazioni numerose, manodopera a basso costo, e la possibilità di guadagnare. Quando il tasso di natalità cala, calano o caleranno anche i consumi, anche se non sempre immediatamente, riducendo i profitti delle aziende. Inoltre molte aziende potrebbero non essere in grado di trovare i lavoratori necessari. I costi per la sanità aumentano anche perché sempre meno giovani sono in grado di riempire le casse dell’assistenza sanitaria pubblica attraverso le tasse. Siamo sempre più vicini ad una crisi finanziaria mondiale dovuta in parte alla diminuzione della popolazione in Occidente e in altre aree del mondo. Un capitalismo senza limiti impoverisce le famiglie numerose e, poiché sia le nazioni ricche che quelle in via di sviluppo continuano a usare la contraccezione e ad abortire le generazioni future, il lavoro e i consumatori che portano i loro profitti alle imprese e alle famiglie diminuiranno, se addirittura non scompariranno.
In un certo senso, il debito a carico delle coppie della classe media di alcuni paesi le rende in qualche modo simili ai poveri lavoratori delle fabbriche e delle miniere dell’Inghilterra dei primi del XX secolo, ma con oggi più giocattoli con cui giocare. Invitare la gente ad avere famiglie numerose può sembrare crudele data l’odierna perversa ecologia umana del capitalismo che nei paesi occidentali costringe sia il marito che la moglie a lavorare fuori casa per colpa di un salario familiare troppo basso.
Condannare la contraccezione come un male intrinseco e definirla peccato mortale, in quanto mezzo immorale di prevenzione del concepimento, è una parte del potenziale rimedio alla struttura sociale di peccato che devasta lo stile di vita dell’Occidente e il Terzo Mondo, ma la sola cultura non è sufficiente per evangelizzare la famiglia. La giustizia sociale richiede anche che politiche pubbliche nazionali capovolgano l’ethos di un’economia ingiusta insistendo a livello politico che prima viene la famiglia e poi l’azionista e l’imprenditore. Inoltre, lo Stato paternalista, non solo rendendo difficile essere creativi nel mercato del lavoro, ma anche concedendo il “diritto civile” alle donne di uccidere la loro prole nel grembo materno, non fa altro che incrementare lo spopolamento dei paesi e l’aumento della povertà e dell’indigenza.
Recentemente nell’enciclica Laudato Si’, Papa Francesco ha messo in guardia il mondo:
“Rinunciare ad investire sulle persone per ottenere un maggior profitto immediato è un pessimo affare per la società”. (n. 128).
È anche un male per il bene comune spirituale di una nazione. Mentre in molti paesi l’economia e la cultura sono erosi, diventa sempre più evidente che solo Dio può risolvere i problemi straordinari derivanti dall’attuale disordine mondiale. Noi dobbiamo fare quel poco che possiamo, da appartenenti a piccole associazioni, e attraverso il voto e la preghiera.