L’ONU respinge l’appello di Papa Francesco all’apertura alla vita

di Don Shenan J. Boquet (24/9/2016). Fonte : hli.org

Il Dr. Brian Clowes ed io siamo atterrati ieri in Irlanda per un altro ciclo di conferenze in difesa della vita e della famiglia. Come c’era da aspettarsi, il nostro caro amico e collega di Vita Umana Internazionale Irlanda, Patrick McChrystal, aveva programmato che parlassimo la sera del nostro arrivo e ancora non ci siamo fermati.

Vi siamo grati per le vostre preghiere perché l’Irlanda si trova davvero nel bel mezzo di un’accesa battaglia culturale. Lo scandalo abusi ha colpito la Chiesa in Irlanda in modo particolarmente duro, e questa nazione, una volta cattolica, si è rapidamente secolarizzata, come dimostrano i più recenti sondaggi sulla vita e sulla famiglia che testimoniano un cambiamento drammatico in peggio.

Naturalmente, la battaglia è in corso in tutto il mondo. Questa è stata un’importante settimana per coloro che difendono la dottrina della Chiesa sulla dignità della persona e sul grande dono della sessualità umana.

Martedì 20 settembre un gruppo di studiosi cattolici ha elaborato una brillante difesa dell’Enciclica Humanae Vitae, in risposta all’attacco patrocinato dalle Nazioni Unite all’Enciclica di Paolo VI sulla vita umana.

Don Shenan J. Boquet, Presidente di Vita Umana Internazionale
Don Shenan J. Boquet, Presidente di Vita Umana Internazionale

L’attacco è arrivato con il nome di “Dichiarazione di Wijngaards” rilasciata da un gruppo di professori cattolici dissidenti durante un evento dell’ONU che avrebbe dovuto promuovere un maggiore progresso verso lo “sviluppo sostenibile”.

La “Dichiarazione di Wijngaards” è soprattutto il rimaneggiamento dell’“etica” egoistica degli anni Sessanta e Settanta elaborato da un gruppo che fonda i suoi ragionamenti sui desideri e sui sentimenti della persona piuttosto che sulla verità di chi veramente è la persona.

Ancora, avremmo potuto aspettarci un tentativo migliore, o almeno qualche nuova idea, dal momento che hanno assemblato un documento decisamente non cattolico. I redattori non solo hanno respinto l’antropologia cattolica e la teologia morale, ma è anche sfuggito loro il fatto che le fosche previsioni dell’Humanae Vitae sugli effetti dell’uso diffuso dei contraccettivi si sono avverate tutte. Forse non c’era abbastanza spazio nel loro documento per elencare le molteplici cause promosse da decine di migliaia di donne che si sono accorte che era stato loro mentito: il loro il controllo delle nascite “sicuro” veramente non era sicuro. Né c’era spazio sufficiente affinché il gruppo di teologi degli anni Settanta facesse riferimento al fatto che la Food and Drug Amministration [lett. “Somministrazione cibo e farmaci”, organismo statale che negli Stati Uniti controlla qualità e rischi relativi all’assunzione di alimenti e medicine, N.d.T.] avesse inserito la pillola nel novero dei farmaci dai più gravi effetti collaterali a causa del rischio molto elevato di osteoporosi, dovuto all’uso prolungato; o al fatto che l’“Organizzazione Mondiale della Sanità” avesse collocato la maggior parte dei contraccettivi ormonali al fianco di sigarette e amianto nella prima categoria degli agenti cancerogeni.

Forse il curatore della versione definitiva della “Dichiarazione di Wijngaards” ha ritenuto prudente ignorare il fatto che la liberalizzazione e la diffusa accettazione della contraccezione, invece di arginare la richiesta di legalizzazione dell’aborto, allora marginale ma crescente, è stata immediatamente seguita dall’aumento di legittimazione a livello statale e, subito dopo, dalla sentenza “Roe vs. Wade” [che ha reso legale l’aborto negli Stati Uniti N.d.T.]. Tutto ciò è accaduto nonostante le rassicurazioni che quanto più le “coppie sposate responsabili” avessero adottato la contraccezione tanto più sarebbero “naturalmente” diminuite le richieste d’aborto.

Ovviamente, è successo il contrario. E perché oggi questi teologi scatenano di nuovo tutta le loro etica della situazione contro la Chiesa?

“Le nostre scoperte e i documenti teologici saranno inoltre messi a disposizione di tutti i dipartimenti delle Nazioni Unite e delle agenzie per lo sviluppo che stanno cercando di costruire un rapporto tra fede religiosa e la salute della donna dal momento che stanno lavorando per gli obiettivi delle Nazioni Unite dello sviluppo sostenibile.” (Dichiarazione di Wijngaards, Introduzione. Trad. nostra)

Così l’ONU è improvvisamente interessata alla teologia cattolica perché la Chiesa cattolica rimane il più grande ostacolo per decretare quello che l’ONU definisce lo “sviluppo sostenibile”, che, per loro, significa molte meno persone in tutto il mondo.

In realtà i teologi dissenzienti non stanno facendo per nulla teologia, ma stanno semplicemente fornendo spunti di discussione destinati a minare l’argomento centrale dell’Enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco: l’apertura ad una nuova vita umana e la protezione dell’ambiente sono non solo compatibili, ma reciprocamente necessari se vogliamo prenderci cura della nostra casa comune per le generazioni a venire.

“Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono.” (Laudato Si’, n. 120)

Nel citare i vescovi asiatici circa la preoccupazione della Chiesa che lo sviluppo umano non consideri le persone umane come ostacoli da superare, il Santo Padre è stato chiaro nell’Enciclica “Laudato Si’” riguardo la posizione della Chiesa. Al paragrafo 50, che cita un passaggio chiave del “Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa”, è stato ancora più chiaro:

“Invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalità. Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di “salute riproduttiva”. Però, «se è vero che l’ineguale distribuzione della popolazione e delle risorse disponibili crea ostacoli allo sviluppo e ad un uso sostenibile dell’ambiente, va riconosciuto che la crescita demografica è pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e solidale»” (Laudato Si’, n. 50)

Considerando questi e simili passaggi dell’Enciclica del Papa sulla cura della casa comune, come è possibile che le Nazioni Unite abbiano potuto fraintendere la posizione della Chiesa su questi temi? O lo stanno facendo di proposito proprio a causa della dottrina immutabile della Chiesa?

Con il summenzionato evento, le Nazioni Unite hanno decisamente respinto la tesi di Papa Francesco contenuta nell’Enciclica “Laudato Si’”. Questo è il motivo per cui la direzione di Human Life International ha firmato la meravigliosa dichiarazione dell’Università Cattolica d’America che ha messo le cose in chiaro. Notiamo qui con gioia che la fedele dichiarazione dell’Università Cattolica d’America, ha più del triplo del numero di firme del documento dissidente. E a rendere la replica ancora più gradevole, in senso spirituale, è il fatto che la risposta fedele sia stata pubblicata dall’Università Cattolica d’America, dove nel 1968 è sorto il primo catastrofico dissenso verso l’enciclica Humanae Vitae.

Questa non è certo la prima volta che le Nazioni Unite hanno cercato di minare l’insegnamento della Chiesa, e non sarà l’ultima. Siamo onorati di stare con la Chiesa ed i suoi teologi fedeli nel riaffermare la verità dell’enciclica Humanae Vitae.

Grazie per le vostre preghiere per la missione di Vita Umana Internazionale e per il vostro generoso sostegno. Sappiate anche che siete nelle mie preghiere!

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