La bellezza dimenticata dei piccoli gesti d’amore

Di Enrichetta Tamburrino (Fonte www.snadir.it).

La corporeità umana è un dato ovvio, scontato e insieme imprescindibile per la vita fisica e psichica. Attraverso il corpo ci manifestiamo con emozioni, pensieri e sentimenti ed entriamo in relazione con le cose, con il mondo, con gli altri e con Dio. Con il corpo gioiamo e soffriamo.

Nel nostro tempo la corporeità vive profonde contraddizioni perché da una parte essa viene esaltata ed assolutizzata nella sua bellezza e nelle sue esigenze e dall’altra viene esposta, esibita, usata e offesa.

È sempre più crescente l’ansia per la salute, per l’immagine e per la prestazione, come pure la tendenza a voler negare il corpo attraverso la ricerca di realtà virtuali che alienano da se stessi.

Ed è in quest’ottica che i ragazzi sono abituati a guardare solo all’esteriorità e a ciò che appare. Il corpo è uno strumento che viene usato per sentirsi accettati, per avere importanza e per entrare più facilmente in intimità con l’altro senza sapere che esiste un linguaggio del corpo fatto di piccoli gesti che esprimono un’affettività altrettanto piena.

Sono i gesti d’amore a cui non siamo più abituati e che ci aiutano a scoprire i valori più profondi. Mi riferisco ai gesti dello sguardo, del sorriso, delle premure, della stretta di mano, della carezza, dell’abbraccio, del bacio che diventano autentici presupposti per crescere e maturare in un amore che sia vera donazione di sé.

Il nostro corpo, dunque, è nobile ed è lo strumento che ci permette di entrare in relazione con gli altri e dare loro affetto. Pensiamo, ad esempio, alla tenerezza troppo spesso dimenticata anche tra gli innamorati. Una tenerezza fatta di gesti semplici ed ingenui che arricchiscono e commuovono; come pure lo sguardo, espressione effettiva dell’animo umano, con cui posso comunicare e comprendere, manifestare disapprovazione o amore. Lo sguardo, inoltre, fa crescere l’empatia per condividere gioie e dolori.

La stretta di mano è il gesto forse più diffuso ma poco considerato nelle sue sfumature: si dà la mano per rappacificarsi, per aiutare, per trasmettere calore e vicinanza.

La carezza, che si manifesta sfiorando dolcemente l’altro, è un bisogno di uscire da se stessi e aprirsi. La carezza riconosce il valore dell’altro e il suo essere importante.

L’abbraccio è poi l’espressione di un desiderio profondo di comunione in cui ci si dona e si accoglie l’altro facendo gioire tutte le dimensioni dell’essere.

Il bacio, infine, è quell’espressione gestuale con cui si scambiano sentimenti, affetto, sensazioni senza usare le parole. Con il bacio si trasmette tutto quello che con le parole non si è in grado di dire.

Questi sono solo alcuni dei gesti d’amore che valorizzano e fanno risaltare la bellezza dell’incontro con l’altro. Per un efficace coinvolgimento con i ragazzi consiglio di preparare attività di gruppo che ripropongono esperienze da vivere seguite da momenti di riflessione.

Una in particolare potrebbe essere quella che farà sperimentare loro la sensazione dell’abbraccio. Si cercherà un ambiente abbastanza ampio dove i ragazzi cammineranno liberamente e in silenzio, accompagnati da una musica di sottofondo. Ad un cenno del conduttore i ragazzi si fermeranno e abbracceranno chi troveranno vicino con tempi e modalità a libera scelta. Al termine ci sarà una breve condivisione per raccontare sensazioni, difficoltà, emozioni.

Buon abbraccio a tutti!

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