Il dissenso distrugge la famiglia
Di Don Shenan J. Boquet (8/10/2016)
Ho viaggiato in oltre 60 paesi durante i quasi sei anni nei quali mi sono unito alla famiglia di Vita Umana Internazionale. Sulla base dei riscontri ottenuti dalle svariate dozzine di conferenze e dalle centinaia di colloqui parrocchiali che ho tenuto, ritengo che circa il 90% dei fedeli non abbia mai sentito un’omelia sul male della contraccezione, tanto meno una parola sui suoi effetti abortivi, e nulla sul crimine violento dell’aborto.
La mia recente missione in Irlanda ha solo riconfermato questa realtà. Quasi tutte le persone con cui ho parlato durante le nostre conferenze mi hanno detto che non hanno mai sentito parlare di questi temi dai loro vescovi e sacerdoti. “Riceviamo poco o nessun orientamento, e poi si meravigliano se le famiglie si sfasciano e i bambini perdono la fede.”
Credo che la principale minaccia che colpisce la sacra istituzione del santo matrimonio ed erode il rispetto per la vita umana sia il male della contraccezione e la mentalità che deriva dalla sua accettazione. La contraccezione è un attacco diretto al piano di Dio per la vita coniugale. È un cancro!
La contraccezione svilisce la dignità della sessualità umana e il suo ruolo all’interno della vita coniugale. Il silenzio o l’ambiguità delle persone a cui è affidata la formazione dei fedeli, che dovrebbero quindi accompagnarli lungo il sentiero stretto, è un atto di scandalosa negligenza e indifferenza verso il popolo di Dio. Peggio ancora sono quelli che attraverso il dissenso intenzionalmente inducono in errore i fedeli spingendoli a credere che la contraccezione sia un’opzione valida.
Il Signore ci dice di giudicare le cose dai frutti che portano. Che cosa vediamo? Una valutazione onesta di qualsiasi popolo che ha abbracciato la contraccezione non può ignorarne le conseguenze innegabili, la bassa natalità e la malsana vita familiare. Ecco che arrivano l’aborto, il divorzio, la legalizzazione delle unioni dello stesso sesso, le convivenze, la disgregazione della famiglia, i perversi programmi di educazione sessuale per i bambini, gli abusi sui minori, il traffico sessuale, la pornografia, l’immodestia, e la promiscuità. Padre Paul Marx chiamava questo il grande “disordine del sesso”. Naturalmente, questi sono tutti sintomi di un problema di fondo, il dissenso dalla verità sulla persona umana e sul dono della sessualità. Questo cancro che distrugge le nostre famiglie continuerà la sua distruzione fino a quando non lo sradicheremo.
Una delle strategie chiave di VUI consiste nel lavorare con i seminaristi, i sacerdoti e vescovi per promuovere il messaggio pro vita completo e nell’aiutarli a integrarlo in ogni aspetto delle cure pastorali. Purtroppo, troppo spesso ho assistito allo scollamento tra la pastorale e il Vangelo della Vita. Qualsiasi tentativo di formare le nostre guide spirituali che non si integri completamente con la dottrina cattolica sulla morale sessuale e con il santo matrimonio è completamente inutile. Il nostro fondatore, Padre Paul Marx, affermava molto acutamente:
“Sebbene abbiamo bisogno di numerosi gruppi pro vita che facciano a pezzi il mostro della cultura della morte, sarebbe assolutamente inutile e anzi gravemente miope trascurare la principale fonte dello sterminio dei bambini, cioè la contraccezione”.
Non è stato molto tempo fa che i Cristiani di tutto il mondo hanno condiviso un terreno comune sul tema della contraccezione e sul ruolo primario dell’intimità sessuale tra moglie e marito.
“Noi lanciamo un ammonimento deciso contro l’uso di mezzi innaturali per evitare il concepimento, denunciando, oltre ai gravi pericoli fisici, morali e religiosi conseguenti, i mali che grazie al diffondersi di tali pratiche minacciano il genere umano. In opposizione alla dottrina, che sotto il nome di scienza, incoraggia le persone sposate a praticare intenzionalmente l’unione sessuale fine a se stessa, noi fermamente difendiamo quelle che devono essere sempre considerate le linee guida del matrimonio cristiano. Una è la finalità principale per la quale il matrimonio esiste, cioè la continuazione della specie attraverso il dono e la discendenza dei bambini; l’altra è l’autocontrollo voluto e consapevole, elemento di importanza fondamentale nella vita matrimoniale. Noi desideriamo elogiare solennemente quanto detto al popolo Cristiano e a chi ascolterà”. (Comunione Anglicana, conferenza di Lambeth, 1920) [Traduzione nostra].
Eppure, anche se veniva proclamata la verità sul matrimonio e la sua apertura alla vita, già si cominciavano a vedere sorgere alcune minacce. Nel 1916, quattro anni dopo la prima London Eugenetics Conference (Conferenza eugenetica di Londra), Margaret Sanger aveva fondato Birth Control League (Lega del controllo delle nascite), che in seguito divenne “Planned Parenthood” [letteralmente “genitorialità pianificata” tuttora la principale agenzia per il controllo delle nascite al mondo. Ndt]. Nel 1921, Marie Stopes fondò la prima clinica di controllo delle nascite in Gran Bretagna. Entrambe le donne sono state delle figure molto influenti nell’unione tra l’eugenetica e lo sviluppo della tecnologia contraccettiva, che si è inevitabilmente trasformato nel movimento del controllo della popolazione, un movimento che, contrariamente a quanto molti hanno detto, continua anche nei nostri giorni il suo attacco contro i più deboli ed emarginati.
Dal tempo della Conferenza di Lambeth della Comunione Anglicana del 1920, la cultura è stata avvelenata dal dissenso e dal disprezzo verso il fine del matrimonio e della sessualità umana. La Conferenza ha respinto la sua teologia biblica sul matrimonio e ha formulato un “nuovo” insegnamento che autorizza le coppie sposate ad usare metodi contraccettivi. Anche se la risoluzione n°15 cercava di sostenere l’insegnamento del 1920 affermando che il metodo principale e ovvio per limitare o evitare nascite consisteva nell’astinenza dall’atto coniugale, si sarebbe dato il permesso alle coppie sposate ad usare la contraccezione. Sappiamo come è andata a finire.
Papa Pio XI il 31 dicembre 1930 ha dato la risposta della Chiesa Cattolica a questa grave minaccia e al radicale rifiuto di secoli di dottrina cristiana perfettamente chiara:
“Non vi può esser ragione alcuna, sia pur gravissima, che valga a rendere conforme a natura ed onesto ciò che è intrinsecamente contro natura. E poiché l’atto del coniugio è, di sua propria natura, diretto alla generazione della prole, coloro che nell’usarne lo rendono studiosamente incapace di questo effetto, operano contro natura, e compiono un’azione turpe e intrinsecamente disonesta.” (Casti Connubii, n. 54)
“Pertanto, essendovi alcuni che, abbandonando manifestamente la cristiana dottrina, insegnata fin dalle origini, né mai modificata, hanno ai giorni nostri, in questa materia, preteso pubblicamente proclamarne un’altra, la Chiesa Cattolica, cui lo stesso Dio affidò il mandato di insegnare e difendere la purità e la onestà dei costumi, considerando l’esistenza di tanta corruttela di costumi, al fine di preservare la castità del consorzio nuziale da tanta turpitudine, proclama altamente, per mezzo della Nostra parola, in segno della sua divina missione, e nuovamente sentenzia che qualsivoglia uso del matrimonio, in cui per la umana malizia l’atto sia destituito della sua naturale virtù procreatrice, va contro la legge di Dio e della natura, e che coloro che osino commettere tali azioni, si rendono rei di colpa grave.” (Casti Connubii, n. 56)
Diventare “una sola carne” implica il dono di sé, senza riserve o eccezioni, proprio come Cristo non ha tenuto nulla per sé togliendolo alla Sua sposa, la Chiesa, morendo per Lei sulla croce. Qualsiasi interferenza intenzionale con la natura procreativa dell’atto coniugale implica coniugi egoisti che tengono per sé ciò che è dovuto agli altri e a Dio, che è il loro compagno nell’amore sacramentale. Come Beato Papa Paolo VI ha spiegato, “La Chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita.” (Humanae Vitae, n. 11)
In definitiva, l’autorità di insegnare spetta al collegio dei Vescovi sotto la guida del “Pontefice romano, successore di Pietro, quale suo capo” (Lumen Gentium, n. 22) a cui è affidata la cura delle anime. Quando i vescovi insegnano in materia di fede e di morale nel loro ruolo apostolico, essi parlano in nome di Cristo, e i fedeli, da parte loro, sono tenuti ad accettare il loro insegnamento e ad aderire ad esso con assenso religioso.
Nel suo ruolo di vescovo di Roma, il Sommo Pontefice, il Beato Paolo VI, in contrasto con l’opinione pubblica, laica ed ecclesiastica, ha ribadito l’insegnamento della Chiesa nella sua fondamentale enciclica Humanae Vitae e ci ha avvertito di ciò che sarebbe successo se l’insegnamento della Chiesa sulla regolamentazione delle nascite fosse stato ignorato. (Su questo si veda il paragrafo 17).
Papa San Giovanni Paolo II ci ha donato la Familiaris Consortio e l’Evangelium Vitae, che hanno ribadito l’insegnamento della Chiesa in materia di matrimonio, famiglia e vita. Nel suo ruolo di Pietro è stato impavido, insegnando e custodendo la sacra dottrina. Egli ha affermato che la contraccezione e l’aborto sono frutti dello stesso albero. “La cultura abortista è particolarmente sviluppata proprio in ambienti che rifiutano l’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione.” (Evangelium Vitae, n. 13)
L’autorità di insegnare è un incredibile dono e una responsabilità. Quando è esercitato con coraggio e chiarezza, può liberare e unire le persone nella verità. Quando è esercitato debolmente e in modo ambiguo, si crea confusione, causando ai fedeli danni enormi e potenzialmente irreparabili. Quanto più a lungo questo accade, tanto più la fede sembra essere una questione di opinione; e il concetto di verità assoluta è abbandonato.
L’attuale corsa presidenziale [negli Stati Uniti d’America, ndt] ci fornisce un ulteriore esempio. I candidati che affermano di essere Cattolici sono in disaccordo in materia di contraccezione, aborto, eutanasia, e omosessualità ma nessuno tra chi dovrebbe guidarli li richiama ai propri doveri o corregge pubblicamente le loro dichiarazioni o posizioni, dando in tal modo l’impressione che ciò che espongono sia accettabile e lecito.
Se vogliamo riparare i danni e guarire l’infezione che colpisce le nostre famiglie e la società, allora dobbiamo combattere per i diritti della famiglia. Una volta ottenuti i diritti della famiglia, saremo in grado di compiere reali progressi contro i flagelli interconnessi tra loro, di contraccezione e aborto, divorzio, eutanasia, omosessualismo. Ottenuti i diritti della famiglia, vedremo le nostre società fiorire e la nostra Chiesa prosperare.
Non possiamo permetterci di continuare a ignorare il cancro della contraccezione e dei suoi frutti. Le nostre famiglie, i nostri figli e il nostro futuro sono in bilico!