Unioni civili: l’obiezione di coscienza è un diritto umano
Di Daniele Sebastianelli. Fonte www.foritalynews.it.
Dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, in Italia è scattata la guerra all’obiezione di coscienza. Oltre 200 sindaci leghisti hanno fatto già sapere che non registreranno unioni omosessuali nei comuni da loro amministrati, scatenando reazioni dure da parte delle associazioni LGBT che invocano e auspicano conseguenze giuridiche.
In una nota, le associazioni ProVita e Giuristi per la Vita – tra le più attive in difesa della famiglia e del diritto naturale – hanno dichiarato “pieno sostegno ai sindaci, anche a livello giuridico, per qualsiasi problematica di tipo legale che possa insorgere: dal porre in essere gesti o attività come il rifiutarsi di costituire o registrare un’unione civile, la delega a terzi dei relativi compiti, oppure l’obiezione di coscienza integrale da parte dell’amministrazione locale”.
Come ha sottolineato Toni Brandi, presidente di ProVita, “Il rifiuto di ‘celebrare’ unioni civili non si basa su opinioni personali contrarie alla legge, ma sull’esigenza avvertita dalla coscienza di rispondere a una legge superiore: la legge naturale”. Per questo, ha sostenuto Brandi “siamo pronti a portare queste istanze davanti alla Corte Costituzionale”.
Infatti, sebbene la legge in questione non preveda esplicitamente il diritto all’obiezione di coscienza – come per la legge 194 sull’aborto o quella sull’obbligo di leva (abolito nel 2005) – non contempla, però, neanche esplicite sanzioni per chi si rifiuta di celebrare tali unioni.
Trattandosi di materia delicata, che impegna anche un giudizio morale, lo stesso Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, raggiunto telefonicamente dall’associazione ProVita ha ribadito che “La sentenza n. 467 del 1991 della Consulta afferma una tutela della coscienza individuale quando sono in gioco valori morali importanti. La legge Cirinnà ha un carattere sostanziale per la nostra società. Pertanto ritengo che l’obiezione di coscienza possa essere esercitata da un pubblico ufficiale quando a questi sia richiesto di celebrare unioni civili tra due persone dello stesso sesso”.
Lo stesso Papa Francesco, intervenuto in un’intervista rilasciata a maggio al quotidiano francese La Croix, ha ricordato che “una volta che la legge è votata, lo Stato deve rispettare le coscienze. In ogni struttura giuridica, l’obiezione di coscienza deve essere presente, perché è un diritto umano”. Concetto che espresse già sul volo di ritorno dal viaggio negli Stati Uniti: ”In ogni struttura giudiziaria deve entrare l’obiezione di coscienza, perché è un diritto, un diritto umano. Altrimenti, finiamo nella selezione dei diritti: questo è un diritto di qualità, questo è un diritto di non qualità… È un diritto umano. Se il funzionario di governo è una persona umana, ha anche lui quel diritto”.